martedì 6 dicembre 2011

Fuori di casa!

Avete presente le giornate uggiose?

(Sarebbe stato troppo banale mettere "Una giornata uggiosa")

Ne ho avute una serie di recente. Sarà perché non corro. Due fine settimana fa, prima di pubblicare "Storie di pippe", per intenderci, ero a Roma.

Roma, città eterna. Lavoro. Tre giorni intensissimi di workshop durante il giorno e vita sociale la sera/notte. Stravolgente. Fantastico. Condito con il più bel sabato mattina possibile. 6 suona la sveglia. 3 ore dopo la chiusura degli occhi. Mi alzo. Ringo il collega inglese, e insieme andiamo a perderci per le vie di Roma albeggiante.

Villa Borghese, Piazzale Flaminio, Lungotevere, la Cassazione, Castel Sant'Angelo, San Pietro, Via del Corso, Piazza di Pietra.

16 km dopo rientriamo con gli occhi gonfi di lacrime e gioia.

(nella foto: gioia)

Lunedì incubavo la febbre. Seguivano due giorni di febbre e cinque a scatarrare. Milano grigia e buia e tanto lavoro prima di lasciare l'ufficio per ripreparare l'esame.

E ciò che è peggio, non correvo da sabato 26 novembre 2011. Forse non è chiara la gravità della situazione: non correvo da sabato 26 novembre 2011.

Sabato e domenica scorsa ho dormito. Quasi tutto il tempo. E quando non dormivo mi struggevo perché volevo correre. Ma come si fa a correre quando la giornata è uggiosa? E quando vuoi dormire. E quando scatarri.

Lunedì sera avrei dovuto correre. Ma come si fa a correre quando la giornata è uggiosa e hai passato 8 ore a esercitarti a fare un esame di cacca?

Martedì sera (oggi per chi scrive) stava per ripresentarsi la stessa scena. Giornata uggiosa. 8 ore. Esame di cacca. Niente corsa.

Mi scuoto. Preparo una playlist d'eccezione. Metto il vestito buono. Esco.

Milano è meravigliosa per correre. Sgambata alle 19.30, quando mai era successo? Parco Sempione è ancora aperto, mi ci infilo e zompetto per i prati. Parte Safari nell'iPod e decido di uscire.

Un giro a Piazza Duomo si fa sempre, anche se è difficile scatarrare senza farsi vedere. Ritorno e passo da Via Meravigli, dove partecipo a uno dei miei giochi preferiti: corsa in mezzo al traffico. Le macchine e i motorini incedono incolonnati, gli stretti marciapiedi di Via Meravigli sono pieni. Suonerà strano ma tra i pedoni e il traffico preferisco quest'ultimo. Macchine e motorini credono di essere più forti e duri, non si lamentano se taglio loro la strada.

Sorpasso, giro, cambio direzione. Neanche il semaforo di Via San Giovanni sul Muro può fermarmi. Dal Litta passo a Cadorna e rientro alla base.

55 minuti. E' tutto quello che so. Niente conta chilometri niente cardiofrequenzimetro. Le gambe, il vestito buono, la musica. La corsa. E chi c'ammazza a noi?

La Playlist



Beirut Postcards from Italy 4'18'
Ivan Graziani I lupi 5'01''
Ivan Graziani Addio Lugano 4'38''
Ivan Graziani Pigro 2'25''
Jovanotti Safari 4'25''
The Postal Service Clark Gable 4'55''
Mina (ft. Manuel Agnelli) Adesso è facile 3'50''
George Harrison What is Life 4'24''
Afterhours Ballata per la mia piccola iena 4'55''
Jovanotti Mezzogiorno 4'22''
Jonsi Go Do 4'41''
Lighthouse Family Ain't No Sunshine 3'42''
Mumford & Sons Little Lion Man 4'07''

martedì 29 novembre 2011

Storie di Pippe

Tempo fa promettemmo un post su un determinato argomento. E' giunto il momento di onorare tale promessa!

Tempo fa, poco prima che promettessimo il post di cui prima sopra, furono pubblicati due post su due altri blog.

Il primo post era questo:
http://27esimaora.corriere.it/articolo/dopo-una-vita-di-onesto-ozio-lultimo-simbolo-del-rincretinimento-pre-senile/

Pubblicato su un blog del Corriere codesto post diede origine a un dibattito acceso.

Per chi non avesse voglia di leggerselo, ecco una breve sinossi:
Arrivato a 40/50 anni il maschio italiano decide di far decrescere la panza. Per far ciò, da rincoglionito che è, si infila un paio di scarpe da corsa e si prepara grossolanamente per una maratona. Se possibile, per la maratona di New York, notoriamente più lunga delle altre maratone. Il risultato è che i parchi e le strade d'Italia si popolano di pippe vestite in modo improbabile. E che corrono in modo improbabile.
Ancora peggio, tutti quelli che corrono seriamente vengono coinvolti in dialoghi di questo tenore:
"Hai corso la maratona di New York?"
"No, ho corso la maratona di Roma."
"Ma la maratona di Roma è lunga come la maratona di New York?"
"Ovviamente no, la maratona di New York è più lunga."

Un vespaio si sollevò con la pubblicazione del primo post. Un putiferio di commenti sul blog del Corriere, e tutti gli utenti Facebook che non parlavano di altro. Per almeno 5 minuti. Prima di passare a parlare del gufo di Brembate (mitico NuraT!).


Un attacco così forte e diretto alla popolazione dei Runners italiani esigeva una risposta. E la risposta è arrivata!

Il grande Manlio ha dato voce ai 36mila podisti che ogni anno corrono una maratona.
http://operazionegasparotto.gazzetta.it/post/25755102/saro-vittima-di-un-rincretinimento-presenile-puo-anche-darsi-ma-ne-sono-contento

Consiglio vivamente di leggere codesto post. Se proprio non ce la fate, ecco una breve sinossi:
Saremo anche pippe rincoglionite, ma almeno non c'abbiamo la panza.

Da più parti si chiedeva anche un intervento dei Podisti che Piovono. E noi lo promettemmo, come anticipato sopra. Ecco l'intervento promesso. Direttamente in sinossi, che il tempo che abbiamo fatto perdere ai lettori è già tanto. Che poi il capo se ne accorge che non state lavorando:
In linea di principio, aderiamo ufficialmente al pensiero di Manlio. Anche se in linea di fatto un po' di panza ce l'abbiamo.
Sono necessarie tuttavia delle precisazioni. Quindi precisiamo. Noi non crediamo sia un problema se corrono le pippe. Noi vogliamo un mondo in cui sempre più persone indossino vestiti improbabili. Uomini e donne, ragazzi e ragazze. Uniti nel comune ideale di benessere fisico e mentale. Un mucchio selvaggio di tapascioni e tapascione pieni di energia e privi di senso del ridicolo. Gente che corre e che suda. Che scatarra in mezzo alla nebbia e alle nutrie morte. Tante tante pippe, che rallegrano la giornata.
(nella foto: una Pippa che corre)

lunedì 21 novembre 2011

Così, su due piedi

Ho passato l'ultima settimana a leggere deliranti teorie di complotto su facebook. Il succo della questione pare fosse la quasi totale certezza, diffusa in rete, che dietro l'incombente domenica a piedi di Milano del 20 novembre ci fosse una sedicente Internazionale eco-munista che aspirava all'annientamento del popolo automobilista e di tutto ciò che esso rappresenta in termini di modernità, progresso, movimentazione dell'economia di mercato e volano anti crisi.
Una domenica a piedi pareva poter avere la forza di fare tutto questo, a sentire gli allarmati commenti e le feroci invettive di alcuni milanesi da social network.

L'ho presa con ironia. Poi con perplessità, perchè continuavano. Poi mi sono incazzato, perchè continuavano ancora, e ho deciso di scrivere questo post.

Avete rotto il cazzo.
E potrei fermarmi qui, perchè il contenuto c'è già tutto. Però visto che non possiedo il dono della sintesi, argomenterò meglio.
Cominciamo a sgombrare il campo dalle questioni politiche, che non mi interessano e che non c'entrano niente. Eravate tutti già nati l'inverno scorso, giusto? Anche quelli prima, credo. No, perchè la Moratti ne ha fatte di domeniche a piedi, Albertini pure.
Quindi, di grazia, che c'azzecca Pisapia?

Secondo: riuscite, ogni tanto, a svestire i panni dell'automobilista e ricordarvi che prima ancora, da nudi, siete anche cittadini? La città è fatta ANCHE di auto, non PER le auto. Non esiste una gerarchia di valori urbani che mette la macchina al primo posto, ma anch'essa può sottostare a certe regole. Una di queste regole è fermarsi, ogni tanto. Non è un dramma. Respirate forte e calmatevi, non sentitevi defraudati di un diritto. Oggi è già lunedì, è tutto passato e potete tornare a sgasare.

Terzo, consigli retroattivi per ieri:
Stare a casa.
Dormire.
Fare sesso a orari inconsueti (per chi può)
Uscire - udite, udite - a piedi. Magari correre (o esagero?)
Uscire - udite, udite, udite - in bici.
Uscire - e qui forse è meglio che vi tappiate le orecchie - con i famigerati mezzi pubblici che l'Orco ha reso carisssssimi ma che ieri costavano solo 1,50 euro per tutto il giorno.
Prendere un taxi, se l'astinenza da quattroruote risulta intollerabile: senza il traffico spendete anche poco.
Andare fuori città o andare a lavorare, se dovete, con tutta calma e senza levatacce, visto che l'Orco ha messo gli orari di blocco più morbidi del mondo, dalle 10 alle 18.
Scaccolarvi davanti allo specchio del bagno, se vi manca tanto quello retrovisore della vostra auto.

Magari avreste scoperto che esistono altri suoni oltre a quelli rigurgitati dalle autoradio e dai motori.
Che i moscerini esistono anche vivi, prima di morire contro i parabrezza (tranquilli, a novembre ne avreste beccati pochi, persino nei parchi....presente, i parchi? quei posti orrendi dove non si può andare MAI con la macchina).
Che anche a piedi si può accelerare, si chiama corsa. E non inquina.
Che si può stare in coda, ma davanti a un museo.
Che se per 360 giorni all'anno vi impegnate ossessivamente a sorpassare, non vi fa male, nei restanti 5, rendervi conto quanto siate voi ad essere sorpassati.
Come mentalità, come arroganza. Come spreco di soldi, oltretutto.

Ripensateci, perchè capiterà ancora.
Magari vi farà meglio arrivarci più rilassati la prossima volta.

Io, come gesto di riconciliazione, vi inviterò a correre con me.
Può essere un'idea per le prossime domeniche a piedi, cari Piovonorunners: stage di corsa per automobilisti defraudati isterici.
Io sono a disposizione.

domenica 20 novembre 2011

Tre domeniche e un sabato

E' un post costipato. Me ne rendo conto. Non perdo troppo tempo a scusarmi, che c'è tanto da leggere.

Domeniche

6 novembre 2011
Luogo: Cesano Boscone
Nome: Marcia dell'amicizia cesanese
Distanza: 21 km
Partecipanti: circa 1500
Meteo: pioggia ininterrotta, freddo boia
Orario della corsa: circa 8.30 - 10
Ristoro dopo gara (in ordine di assunzione): latte, biscotti, gnocchi al pomodoro, crostata, fette biscottate con la marmellata, tè caldo.
Voto: 9
Note:
Sono molto affezionato a Cesano Boscone. Due anni fa (2009) ci corsi una mezza maratona in questo periodo. Piovve tutto tutto tutto il tempo. In quell'occasione conobbi Ruggiero, eroe già noto ai lettori del blog. Arrivavo con un record sulla mezza maratona di 1 ora e 43, corsi due mesi prima. Finii in 1 ora e 33. E stavo alla grande. Un anno dopo (2010) ci corsi il primo test prima Milano-Londra. Arrivavo da un periodo di fiacca e temevo di non riuscire a scendere sotto le 3 ore e 15 minuti alla maratona Londra. Il tempo finale non fu esaltante, ma riuscii a correre gli ultimi 6 km in progressione.
Quest'anno niente mezza maratona. Mancano i soldi. I cesanesi non si perdono d'animo e organizzano la Marcia dell'amicizia. Una tapasciata insomma.
Dicesi tapasciata quella corsa/camminata per famiglie e runners che corrono/camminano chiacchierando e sorridendo. Più che runners podisti. Meglio ancora, "tapascioni". Niente chip, niente classifiche. Solo corsa, in compagnia o da soli, nelle più ridenti località dello Stivale. E anche a Cesano Boscone.
Si paga 4 euri e ti riempiono di cibo all'arrivo. Di solito anche di vino. In alcune tapasciate ai ristori si trova anche il vino e le salamelle (soprattutto in Veneto).
Non ci sono fighetti. Parte del percorso è sulla terra battuta o nei campi. Se piove ci si diverte di più.
A Cesano Boscone è piovuto tutto il tempo.
Anche senza i tanti soldi degli sponsor, i Cesanesi hanno organizzato un ristoro a buffet di tutto rispetto.



13 novembre 2011
Luogo: Idroscalo
Nome: Milano FitMarathon
Distanza: 21,195 km
Partecipanti: 300 (esatti)
Meteo: sole, freddo qb
Orario della corsa: circa 10.30 - 12
Ristoro dopo gara (in ordine di assunzione): pezzetti di mela tagliati, lavati e imbustati del McDonald (sponsor dell'evento), un bicchiere di tè tiepido.
Voto: 4+
Note:
Che gara del ciufolo.
Una splendida giornata di sole. Freddo ma non troppo. Le condizioni perfette per correre.
Prima edizione della Milano Fit Marathon. Salvo sorprese non dovrebbero essercene altre. Sul sito internet dell'evento non è scritto dove si trova la partenza, nè come ci si arriva. A meno che uno non conosca la geografia dell'Idroscalo. http://www.fitmarathon.it/?page_id=638
Costo molto contenuto, 10 euro. Per una mezza maratona è veramente basso. Percorso noioso, due chilometri andando avanti e indietro per un chilometro e poi tre giri dell'Idroscalo. Su 21 km sono segnalati solo i chilometri 5 e 10. I ristori lungo il percorso sono tutti a base di acqua (niente sali, niente cibo) e si trovano a tre metri dal percorso. Per dissertarci dovevamo fare una piccola deviazione.
Ma fin qui ancora è tollerabile. Ho visto di peggio. Non è vero, non ho visto di peggio. Ma è comunque tollerabile. Finché si corre tutto va bene. E la giornata è veramente bella. Fino all'arrivo.
Ritiro la medaglia celebrativa. Si avvicina una ragazza sorriso McDonald che mi consegna una bustina con quattro pezzetti di mela. Spalanco gli occhi. E chi mi conosce sa quanto riesco a spalancare gli occhi in queste circostanze.
"E il cibo?"
"Più avanti c'è un banchetto degli organizzatori"
Mi rassereno. E Miss Durban 2008 è salva. Per ora.
Vado al banchetto. Un signore riempie bicchieri di plastica di un liquido marrone. Bevo. Il tè era caldo. Due ore prima.
"E il cibo?"
"All'arrivo distribuiscono le mele"
Spalanco gli occhi.
Per fortuna (loro) c'è un bar dove mi "rifocillo" con un caffè e una brioche al cioccolato.
Sono stato generoso con il voto 4+. Ma non dipende da loro. Ho incontrato Pino dei Podisti da Marte e abbiamo avuto una piacevole chiacchierata. E la giornata era davvero bella. E poi si correva. E poi ha offerto lui il caffè e la brioche.


20 novembre 2011
Luogo: Casarile
Nome: Stragelada
Distanza: 19 km
Partecipanti: circa 3000
Meteo: non sono riuscito a capirlo, la nebbia mi obnubilava
Inizio: 8.20
Fine: 9.40
Ristoro dopo gara (in ordine di assunzione): gnocco alla romana con panna e gorgonzola, gateau di patate, fusilli al pomodoro e fagiolini, risotto di funghi, braciola di maiale, crostata alla nutella, biscotti vari, tè caldo.
Voto: 10+
Note:
Tapasciata.
Qualcuno potrebe pensare che il paesaggio sia il motivo per cui così tante persone partecipano all'evento: campi, campi, campi, un cimitero, campi, campi, un allevamento di maiali, un cimitero, campi, campi, una nutria morta in mezzo alla strada, campi, cavalcavia sull'A7 Milano-Genova, campi, un riccio morto in mezzo alla strada, campi. E invece no. Perché tutto questo bendidio è avvolto dalla nebbia più fitta. A fatica si vede la strada.
Di certo non si viene per il clima. Si chiama "Stragelada". E c'è un motivo per cui non è semplicemente "Gelada".
Si viene per la gente. Famiglie, tapascioni, podisti, runners. Si viene per il ristoro finale (vedi sopra). Si viene per il mezzo chilo di mortadella nel pacco gara. Si viene perché ci si diverte. E quando si corre ci si diverte sempre.
Unico dispiacere, Ruggiero doveva tornare a casa e non sono riucito a mangiare la torta.


Sabato

19 novembre 2011
Genova. L'avevo annunciato. C'ero.

Il treno dei Podisti da Marte partiva la mattina di sabato. A Genova c'è un mio caro amico dell'Università, Gabriele. Ci siamo conosciuti il primo anno. Io studiavo giurisprudenza. Lui studiava come diventare maestro da sci. E, vi stupirò, non lo faceva per poi provarci con le clienti. Aveva una genuina passione per lo sci. E' di Catania.

Dopo il primo anno si è trasferito a Genova. Gli veniva più comodo per sciare. Ed è diventato maestro di sci.

Parto venerdì e passiamo la serata insieme coi suoi amici. Giriamo per i labirintici vecchi carrugi, vediamo i monumenti di Genova (in primis, il bar frequentato da Ruby Rubacuori), ascoltiamo un suo amico che suonava blues, beviamo circa 5 litri di birra a testa.

Divago. Sabato, si cammina per le vie di Genova con i Marziani. Non si corre, si cammina. Un gesto di sensibilità dopo l'alluvione. Un po' mi dispiace. L'allegria non manca, la giornata è fantastica, ma quando corriamo è un'altra cosa.

Questa volta corriamo camminiamo per Terres des Hommes. Una onlus francese che si occupa di diritto all'infanzia. Portiamo le magliette gialle e nastriamo di giallo la città, per diffondere il messaggio della campagna "Io proteggo i bambini". Come segno tangibile, i soldi raccolti durante la giornata sono donati da Terres des Hommes e dai Marziani all'asilo di Chighizola, danneggiato dall'alluvione.

Quando ci vedono, i genovesi sono un po' ritrosi. Non si fidano. Gabriele prova a convincerli spiegando che è anche lui di Genova. Ma il suo accento non convince il passante, che fugge via senza il fiore marziano.

Non importa. La missione è compiuta. Genova conosce il cuore marziano. Abbiamo lasciato il segno, e un contributo per la ricostruzione dell'asilo di Chighizola. Che un nome più semplice potevano darglielo però.


venerdì 18 novembre 2011

Intervallo

Milano. 17 novembre 2011. Esco dall'ufficio con un pensiero fisso. Correre.

Si sta tornando a fare sul serio. Settimana scorsa 53 km. Questa settimana se ne corrono altri 50. Torna la voglia. Torna la fame di asfalto. Tornano soprattutto le cene in cui posso mangiare QUALSIASI cosa. QUALSIASI cosa.

E' una gioia immensa e voglio condividerla. Chiamo Carletto.

A Milano la temperatura è prossima allo zero. La nebbia entra nei polmoni e negli occhi. Scalpito per uscire, chi non scalpiterebbe?

"Carlè, come stai?"
"Ben.." "vieni a correre?" lo interrompo
"..."
"..."
"OK!"

Vado a prenderlo sotto casa. Mi apre Filippo, il gatto più pacioso del mondo.

"Dove andiamo?" chiede Carletto
"Portami dove vuoi, conosci tu questa zona." E il resto di Milano, penso.

D'un tratto torniamo indietro di 4 mesi. Era il 14 luglio quando Carletto ci guidava per le strade di Milano verso la vittoria. Lo seguivo con ammirazione. Destra, sinistra, destra, sinistra, arrivati.

Non mi dice dove andiamo. C'è solo la nebbia intorno. Destra, sinistra, destra.

"Sai dove siamo?" Chiede.
Non ne ho la più pallida idea, penso.
"Non ne ho la più pallida idea." Rispondo.

Sinistra, destra, sinistra. Lui sa dove stiamo andando.

La Cattedrale. La Scala. Un muro di cemento armato alto 70 metri. Fende la nebbia, d'un tratto. Come sporgesse dal vuoto. Un brivido, e non è freddo. Una vampata di calore, e non sono i fagioli del pranzo.

E' lì. Davanti a noi. Coperto dalla nebbia. Lo Stadio. Il Meazza. San Siro. Lui. L'arena della Beneamata. Di tanto in tanto utilizzato anche da quegli altri.

Vorrei fermarmi. Aspettare l'alba. Aspettare lì e ammirare ogni istante di nebbia muoversi tra le possenti colonne di San Siro.
Fa troppo freddo per fermarsi. Ripartiamo.


"Allora, quand'è che scriviamo il pezzo sui post di CorriereGazzetta?"
"Presto, presto."


martedì 15 novembre 2011

12.11.11 Una giornata storica

Precisiamo. Una giornata storica per l'Italia e per il mondo.


(nella foto: la celebrazione subliminale della Gazzetta)

Una giornata storica. Lo sono tutte quelle in cui corrono i Podisti da Marte. Siamo partiti da Via Dante, perché in Piazza Castello montavano un palco. Per festeggiare cosa non si è capito.

Sabato 12 novembre 2011. L'appuntamento era alle 9, ma si parte alle 9.30. Per questo motivo sia io sia Carletto arriviamo trafelati alle 9.25. Carletto ha già indosso una delle sue maglie presudate. La prima corsa dopo un mese e mezzo. Il ritorno al fiatone, all'acido lattico e all'endorfina.

Per chi ancora non conoscesse i Podisti da Marte... quella è la porta. Sul serio, come fate a non conoscerli?!? Su Piovono Runners se n'è parlato più volte. Questi i post: http://piovonorunners.blogspot.com/search/label/Podisti da Marte

I racconti delle ultime missioni alle quali abbiamo partecipato sono qui e qui.

Dicevo. Arriviamo trafelati alle 9.25. Si correva per l'ICEI, l'Istituto Cooperazione Economica Internazionale. Eravamo inseriti in un progetto più ampio chiamato SerendipItalia. L'obbiettivo del progetto è di promuovere lo scambio culturale tra lo Sri Lanka e l'Italia e di sostenere lo sviluppo locale in Sri Lanka attraverso la creazione e la crescita di micro e piccole imprese. Il tutto coinvolgendo la comunità srilankese in Lombardia.

Sia chiaro, i Podisti da Marte corrono sempre per un motivo giusto. Mica sono dei minchioni qualsiasi.

Si correva vestiti da cuochi.

(photobombing con padella)

Entrambi i Piovono Runners presenti (Carletto e io, perché Cristiano e Nizza persistono a latitare!!) si erano travestiti benissimo.

Io mi ero travestito da single che torna a casa alle 21 dal lavoro e si prepara due uova strapazzate. Travestimento geniale per una serie di ragioni: non sono single; di solito non preparo uova strapazzate, ma all'occhio di bue o in camicia; non torno a casa alle 21 ma alle 22. Insomma, così travestito ero pressocché irriconoscibile. In più avevo con me frusta e padella. Una specie di Indiana Jones con le scarpe da corsa.

(nella foto: mentre mi accingo a frustare l'uovo)
Anche Carletto era travestito. Si era travestito da chef televisivo che corre per la prima volta dopo un mese e mezzo. Uno stile più sobrio si può dire. Niente grembiuli, niente padelle. Non avreste detto che fosse vestito da cuoco. Un travestimento doppio: un cuoco che non sembra un cuoco. Grandioso!!

(nella foto: il Gordon Ramsey della corsa)
Il copione è quello tipico delle missioni marziane. Si urla, si fischia, si corre, si salta. E si distribuiscono fiori.

(lo charme di Valerio: o ti pigli il fiore o ti padello)
Insolitamente non corriamo attorno a giapponesi. Che i marziani siano diventati troppo presenili?

Le prossime missioni si correranno a Genova il 19 aprile e a Milano il 15 dicembre. Sarò a Genova e riferirò. Per ragioni che i lettori di Piovono Runners conoscono non potrò correre a Milano. Ma confido in una piovente rappresentanza. Carletto, Cristiano, Nizza?

(nella foto: che spettacolo)

p.s.
Presto ci saranno novità. Ancora più presto un commento volante al post del giorno. E alla risposta del post del giorno.