sabato 23 luglio 2011

In the meanwhile

All the Italian readers of this blog are waiting. What? The second part of a journey culminated with a great victory!
It will be posted as soon as Carletto and I have enough time to write the post together.

In the meanwhile I'll post in English. I know, it's boring and I cannot write in English properly (this phrase is an example of the statement). But there's a personal reason for me to write in English this time. Which will be kept personal.

So, the running. After the victory of last Sunday I ran twice. I know it's not that much for people who were used to read or hear about my runs four/five times a week. But in this period of the year twice a week is a good average. Hot weather and work/study are not easy to combine with run. And the fact that I haven't planned a marathon yet doesn't help.
I really don't know how Carletto can run almost every day. No surprise that his perfect shape lead us to victory.

The reason of this post is not really running.

I've just spoken with Helle, a friend of mine who lives in Oslo. I called her right after I read the news. Specifically, this piece of news* and this piece of news*. And this piece of news (for non-Italian-readers these are an example of scaring journalism).

*You are allowed to change "news" with "shit".

Helle is a woman from another planet, called Norway. Although gasoline is much cheaper than in Italy, there are basically no cars on the streets of Oslo. A family with two children can live and go skiing without a car (and I met that family).

The first time I met Helle I was 4. They told me I didn't like her. I don't remember. When I met her again in February 2007, I was a little older at that time, I loved her. And her husband of course. And their beautiful daughter.

She lived next to a huge city park. And she was concerned that her daughter didn't have enough space to play outside. Or that she could be hit by a car. I might have counted two cars in that area, in six days.

When I called her, a few minutes ago, she said she was fine. She knew a girl who was in that island, though. And was quite shocked. The girl survived.

We talked about how beautiful Oslo is (well, I said that), and she gave me an understanding of the facts.

I cannot remember the exact words. Basically what she said, in less than a phrase, was this:
He was a lonely man. Without friends. Nothing will change.
I might have misunderstood. But this phrase, and the meaning I give to it, are the only reasons for I have written this post.

(in the picture: The Scream)


lunedì 18 luglio 2011

Marte-Milano - Prima Parte

Note:
Un post old-style. Di quelli lunghi e con tante foto. E con tante storie. Uno di quei post che non potete leggere in ufficio perché il capo vi sgama.
Vi abbiamo avvertito.

Legenda:
Valerio
Carlo
Un post anomalo, perché scritto a quattro mani. Sul computer di Carlo e con la mia password. Come scrivevo l'altra volta, è a casa di Carlo che i due Piovono Runners passeranno l'estate 2011. A studiare 6 materie di diritto in due mesi. E a godere incondizionatamente dell'aria condizionata di Carlo.


Solo studiare?
Ah! Ah! Ah! (ridono Cristiano e Nizza)


Chi ci crede? Una carica di adrenalina purissima in una casa condizionata dall'aria. I fumetti dei Fantastici 4 da cui trarre ispirazione. I due Piovono Runners sono pronti a grandi imprese.

SOLIDARIETA' e CAZZEGGIO

OPERAZIONE MARTE
Giovedì 14 luglio

Ho già parlato una volta dei Podisti da Marte. Qui e Qui.
Questa volta si correva per il Progetto Arca. L'obbiettivo era raccogliere 1500 euro per sistemare e rendere più accogliente la sala del Centro Notturno di  Milano di Progetto Arca Onlus, dove vengono accolti i senza fissa dimora.
L'ultima Missione estiva, partenza alle 19.30. Si correva nei luoghi della Milano da Aperitivo per portare il messaggio marziano.
Bar Bianco, Arco della Pace, Moscova. Immancabile giro in Galleria e Piazza Duomo. Il messaggio era nei fiori che distribuivamo. E questa volta era anche nelle coperte di pile.
Capisci che le persone sono motivate quando fanno a gara per portarsi le 30 coperte di pile a disposizione per tutti. A Milano. A luglio. Alle 19.30. Per 10 km.
Nei punti caldi dell'aperitivo milanese i 30 fortunati stendevano la coperta sull'asfalto e ci si sdraiavano sopra.
La voce di Fabrizio spiegava il messaggio: sensibilizzare alla condizione di chi non ha un tetto sopra la testa. Non solo durante una corsa, ovviamente.
Certo che se al posto del pile avessimo usato del cotone, non credo che quelli che bevevano il prosecco al Radetzki si sarebbero offesi.
Le coperte erano per pochi fortunati. Ma tutti potevano far fischiare l'uccello.

E' bello scrivere un post a 4 mani. Soprattutto se a scrivere sono le altre due mani, e non le tue. Lo sforzo di essere simpatico, ma anche giustamente serio, lo ha già fatto Valerio; io posso permettermi di non uscire dal personaggio dello studente studioso che studia.
Ma chi ci crede? (ah, il bello di essere quello che pubblica il post)

(nella foto: la papera col fischietto di Progetto Arca)

Tra i senza fissa dimora c'eravamo anche Carlo e io.

Io non solo ho steso la coperta di pile, ma ho anche fatto fischiare a più non posso l'uccello. Non avevo mai corso insieme con i marziani, ma Valerio è riuscito a convincermi facilmente. Dopo sei mesi di dolce e cocciuta insistenza. "Ah ma corri! allora devi venire a fare una missione". "Carlo, domani c'è una missione!". "Ma lo sai che giovedì sera c'è la missione?". "Sabato mattina c'è una missione bellissima, ti aspetto!". Questo giro è arrivato a casa mia la mattina alle otto. In pantaloncini e maglietta. Studia con me, sa dove sono in qualsiasi momento. Anche a volere, e non volevo, non avrei potuto mancare la missione.

(nella foto: a destra, i due Piovono Runners mentre studiano diritto processuale civile)

Non mi ricordo quante missioni ho corso. Eppure mi emoziono ancora come la prima volta. Avevo letto da qualche parte di questi strani Podisti da Marte e avevo deciso di andarli a vedere.
Non conoscevo nessuno. Mi sono fatto il mio giro di 10 km con loro e sono tornato a casa. Portandomi dentro il fuoco marziano.
Col tempo questa fiamma l'ho provata a passare ad altri. Giovanni, Morea, Ruggiero (tenete a mente questo nome), la ragazza-più-invidiata-dell'universo, per citarne alcuni. Quel fuoco non si è mai spento. E mi ha accompagnato nel suo viaggio da Milano a Londra.
Lavoro permettendo non mi perdo una missione. Ed esibisco quando posso la mia bella maglietta gialla.
E adesso: l'emozione della prima volta di Carlo.

Non conoscevo nessuno, avevo un maglietta blu elettrico, pre-sudata. A un certo punto ho visto che distribuivano delle cose blu. Ho pensato bene di prenderne una. La coperta di pile. Ottima per scivolare sul sudore, distribuendolo uniformente, e tenere caldi i muscoli. Due cose che, a Luglio, a Milano, sono fondamentali.
Poi è diventato tutto casino, fiori e risate.
La corsa marziana è un momento di discreta anarchia, in cui i vigili vengono abbracciati e un sorriso fa davvero passare tutto. La corsa è un centinaio di cretini che fanno baldoria senza esagerare. La corsa marziana è un momento di ludica serietà, è un ossimoro continuo.

(nella foto: in basso a destra, il clochard Valerio, con la coperta blu e gli occhiali da sole, mostra l'uccello all'obbiettivo)


Certo che la faccia che ho quassotto, tutto sembra sprigionare tranne che fuoco sacro, ma quella ho. Specialmente davanti a un buffet.

(Nella foto: Carlo nella parte di un clochard davanti a un buffet)

Che dire più ? Forse solo che mi sono divertito tanto e che ho trovato un modo in più per fare lo stupido. Regalare fiori alle pulzelle dà sempre grande soddisfazione e genera gran sorrisi. Anche l'uccello fischiatore. Non sono abbastanza addentro la sociologia per trattarne in modo completo. Ma credo che ci sia dietro qualcosa di Freudiano. Uccello. Fischiatore. Uccello.

Io latito. Carlo compare sfuggente ai minuti 0'40'', 1'05'' e 1'53''. Ma vi consiglio di guardare tutto il filmato. Mai perdersi le gnocche marziane, quando se ne ha l'occasione.

Un ultimo pensiero prima di chiudere. La procedura civile è una cagata pazzesca. Ah no, non era questo. Sabato sera, insieme a Valerio abbiamo corso e vinto "Viaggio al Termine della Notte". Un urban game per le strade della città che riecheggia un po' guardie e ladri. Tra inseguimenti mozzafiato e agguati micidiali, siamo sopravvissuti grazie a strapotere fisico ed intellettivo. Ma questo è il racconto della prossima puntata. Oggi è l'uccello che fischia.

Nella prossima puntata:
VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE