mercoledì 23 febbraio 2011

Una crisi è tutt’altro che folle, è un eccesso di lucidità

Quando arriva una crisi riaffiorano

alcuni ricordi che credevo persi

cosa penso di me, cosa voglio da te,
dove sono, cosa sono e perché?

Non si tratta di un proverbio cinese. E neanche di una massima buddista. E ancor meno di una poesia di Neruda. Questi erano i Bluvertigo, tanti anni fa. Anticipatori di quello che oggi sarebbe successo ai nostri eroi. Parlano di crisi interiore, ma anche quasi fisica. Di una somatizzazione dei dubbi che assalgono la mente e che si riversano nei muscoli, nei legamenti, impendendo al corpo e al cervello di proseguire. Ma poi, poco dopo, si rispondevano da soli a quella domanda esistenziale:

sono come sono
sono cosa sono
sono come sono

Perché quasi tutto dipende dall’essere come si è. E non è diverso per quanto riguarda la decisione di correre. La voglia di competizione e quella di scaricare la tensione, il desiderio di rimanere in forma e quello di sentirsi bene, sono tutti pensieri personali che influenzano la scelta. Così come il voler condividere qualcosa di forte, nuovo, divertente e soddisfacente con un proprio amico.

Perché la corsa è allo stesso tempo solitaria e sociale. Forse è l’unico sport ad esserlo. Di base si corre da soli, anche quando si è in due o tre per la strada, perché dopo i primi chilometri non c’è certo la voglia di far grandi discorsi. Ma è un’esperienza che si condivide, anche quando si è da soli ad affrontarla, perché anche solo un cenno di saluto con la testa allo sconosciuto che arriva in direzione opposta fa sentire parte di qualcosa.

La corsa permette quindi di concentrarsi su se stessi, su ciò che circonda, su quel che è successo il giorno prima al lavoro… E, allo stesso tempo, improvvisamente catapulta nel limbo del sovrappensiero. Stato in cui ci si accorge di essere piombati solo quando torna la coscienza.

E qui, tornano in aiuto i Bluvertigo.

Sovrappensiero ti guardi vivere e ti incammini
puoi fare tante cose contemporaneamente

raggiungi alti livelli di concentrazione
[…]
sovrappensiero è arrivata una primavera
[…]
c'è almeno una strada che si fa sovrappensiero

[…]
tutte le ossessioni sovrappensiero


La corsa è dunque bella, realizzante, scatena pensieri, fa sì che con la mente si analizzino situazioni, sentimenti, fa tornare tutto più chiaro e fa in modo che ci si perda nell’immaginazione, fa sognare. Fa essere eroi, agli occhi degli altri.


E allora anche quando l’unica cosa che vi viene in mente, eroi, è “Iodio quando mi sento esasperato” (Bluvertigo, arimò), ricordatevi che state correndo per far felici voi stessi, ma anche tutti noi.

E se anche questo non basta, beh, rimane l’Assenzio.

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