lunedì 21 febbraio 2011

Senza passare dal Via!

Ho pescato la carta Imprevisti.

Domenica scorsa ho corso 25 chilometri, poi in settimana ho corso di nuovo mercoledì, dopo due giorni di riposo, ho programmato un'uscita breve venerdì mattina, una mezza maratona per questa domenica, e poi altri due allenamenti infrasettimanali prima del lungo da 30 chilometri per la prossima domenica.

Un tabella ottima, direi, con l'obbiettivo di tornare a correre mediamente un chilometro ogni 5 minuti. Fisicamente stavo tornando a sentirmi bene. Gambe toniche. Leggere ed elastiche per almeno una dozzina di chilometri. E poi, soprattutto, stavo ritrovando la gioia equina di lasciar correre senza preoccupazioni le gambe e sentirle andare e andare e andare. Tutte le volte che mi succede penso ai cavalli, alle loro possenti zampe, alla forza prepotente e continua che sanno esprimere.
Il sorriso che si allarga mentre sudi, la felicità del corpo che si muove, la libertà di correre senza preoccupazioni e senza condizionamenti.

E poi peschi lei: "Mentre felice corri per Parco Sempione, all'improvviso l'adduttore della gamba destra salta e inizi a zoppicare. Finisci direttamente a letto convalescente senza passare dal Via!"

Il ritorno mesto verso casa. Con pensieri cumulonembiformi intorno al capo. La paura di essermi fatto male. La speranza che non sia nulla di che. La voglia di portare a termine l'impresa con Cristiano. Le tante gare già immaginate e ora a rischio.
Forse ho le gambe deboli. Fino a un certo punto mi seguono, poi cedono. Era già successo dopo la Mezza di Monza, a settembre. Stavo iniziando a spingere, a tentare di abbassare i tempi al chilometro a livelli interessanti e... TRACK! polpaccio destro fuori uso per un mese e mezzo.

Spero, anzi, sento che questo infortunio è meno grave. Però tre giorni di riposo non sono bastati. E domani non andrò sicuramente a correre. Chissà. Spero di riprendere gli allenamenti entro fine settimana. Ma è un nuovo ritardo che si accumula.

Ho ripreso i cerottoni, quelli che autoaderiscono a loro stessi. Non zoppico, ma scendere le scale fa contrarre dolorosamente i muscoli e a fine giornata sono decisamente rigido.
Ho tanta, tanta voglia di correre che rimane chiusa, inespressa. Tensione che si accumula e non sfoga.

Maledette gambe che non vogliono seguirmi. Maledetti pensieri che vogliono ciò che non posso.

Fino al prossimo lancio di dadi

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