mercoledì 21 dicembre 2011

Saldi anticipati (e foto nitidissime)


Sono tornato da otto giorni di Maldive con la seguente eredità:
  • una media di 10 quadratini 4 cm x 4 cm di focaccia mangiati ogni giorno al buffet del resort. Ed era solo il companatico dei piatti principali, sia chiaro
  • un giro alla palestra del resort, ma solo per vedere dov'era. Mai entrato.
  • cinque giri di corsa dell'atollo, prudentemente divisi in due tranche, due il primo giorno, tre il terzo. Poi basta. Un giro dell'atollo richiedeva mediamente 4-5 minuti di corsa, tanto per restituire l'idea dello sforzo. E io correvo con le scarpette in plastica anti corallo, per dimostrare tutta la mia serietà.
  • Alcune sinuose escursioni di nuoto tra i banchi corallini, a molestare pesci annoiati con l'efficente zelo dello snorkelista piemontese (per avere un'idea di che effetto dirompente ha il mare sulla nostra psiche di gente di terra, ascoltare con attenzione Genova per Noi, di Paolo Conte).
  • Per lavorare anche psicologicamente sulla mie motivazioni di runner, abbiamo guardato con la Bionda una stagione e mezza di Mad Men sul portatile, capolavoro seriale nel quale, per chi non lo sapesse, la pressoché unica attività dei protagonisti è servirsi da bere uno scotch alle dieci del mattino e finire il primo pacchetto di sigarette entro mezzogiorno.
  • Sono sceso dall'aereo a Malpensa affrontando i -5 e l'escursione termica di 35 gradi rispetto al luogo da cui era partito indossando solo un golfino leggero. La giacca l'avevo sbattuta schifato in valigia, incapace di affrontare l'idea di tenerla in mano o in vita mentre aspettavo l'idrovolante sulla spiaggia dell'atollo. Meglio il gelo all'uscita dall'aereo che un anticipo del vestiario che mi perseguiterà almeno fino a marzo.
Insomma tutti comportamenti votati alla rigorosa osservanza della deontologia sportiva.

Ma il demone del running non ci ha messo molto a ricomparire sulla mia spalla sinistra. Rientro in casa con valigie alle 21 di lunedì 19 dicembre. Esco di casa vestito di tutto punto da runner alle 7.15 del mattino dopo.
Buio, gelo e vuoto a farmi compagnia. Un'inspiegabile ritrovata motivazione a farmi da supporto. L'ipod nelle orecchie, che uso raramente, perchè stavolta ho bisogno di compagnia. Colonna sonora, il podcast de La Zanzara. Scopro che mi mancavano un po', Cruciani e Parenzo.
Stretching ai Giardini di Porta Venezia, le giostre spente che occupano metà Parco e sembrano uno di quei luna park fantasma da teen horror americano. Qualche essere umano alle prese con la propria deambulazione forzata. Nostalgie di piumoni che li inseguono come scie.
Oggi la tabella dice 10 km a ritmo progressivo. Che significa metà percorso a ritmo gara più dieci secondi, un quarto a ritmo gara, l'ultimo quarto a ritmo gara meno dieci secondi. E' una roba che serve a non addormentarsi, credo. Soprattutto in mattine come queste.
Per i 10 km ho un percorso classico, criceticamente rassicurante. Inizia con un giro e mezzo dei Giardini, prosegue imboccando Via Moscova fino all'Arena.
Lì mi infilo nel Parco e afferro un po' del Senso di uscire a correre a quest'ora. Eccolo:




 L'alba sul Castello è stupenda. Le foto fanno schifo.
Però rendono l'idea: non siamo del tutto coglioni noi runners che usciamo a quest'ora. Oddio, sani di mente del tutto no, ma il premio per la nostra follia sono piccole meraviglie come questa, istanti brevissimi di bellezza in una città che di lì a mezzora ricomincerà ad essere grigia e arrabbiata come sempre.
Riprendo la marcia, attraverso il cortile del Castello in una sua rara dimensione desertica e degiapponesizzata, finisco il giro del Parco e torno verso casa.
Un po' meno infelice di essere tornato a queste latitudini.

E ora i saldi.
Temo che questa sarà una settimana di sconti.
Sconti sui km.
Non mi illudo per la mia grande ripartenza di ieri, anzi temo che questa sarà una settimana grigissima per me e la mia tabella. Prevedo clamorose riduzioni di chilometraggio rispetto ai piani che prevederebbero ripetute 10x1000, un progressivo di 18km e un lungo di 28. Il tutto entro domenica, scartando cene di Natale, aperitivi di Natale, pranzi di Natale e regali di Natale.
Mission impossible.
Quindi saldi.

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