sabato 30 luglio 2011

Marte Milano - Seconda Parte

Avevamo lasciato i nostri eroi su Marte. In missione per conto di Arca. Era giovedì 14 luglio, un caldo pomeriggio di luglio.
Avevamo anche anticipato qualcosa. Una vittoria. La Vittoria. Strapotere fisico e mentale. Ma di che parlavamo? Seguiteci e lo scoprirete.


IL PALCO DI CORNA

OPERAZIONE MILANO
Sabato 16 luglio

Strapotere fisico e mentale. Possiamo dirlo davvero. Con grande umiltà. Infatti abbiamo umiliato tutti. UAH! UAH! UAH!

Andiamo con ordine. Il nostro ordine. Possiamo permettercelo.

La Fine
Milano è lì, davanti a noi. Ai nostri piedi. I 6 checkpoint più la partenza si stagliano sotto il cielo che imbruna. Bicocca, la Collina dei Ciliegi.

Alle nostre spalle gli organizzatori allestiscono il banchetto per chi dovrà arrivare. "Siete troppo in anticipo". Sorridiamo. Lo sappiamo.

Tre ore prima
Milano, Darsena. Trecento persone fanno la fila per diventare Runner. I ragazzi di Critical City Upload distribuiscono le istruzioni. E due nastrini. Il nastrino blu è per i Runner. Il rosso è per gli infami. I Chaser, arcinemici dei Runner. Tutti possiamo diventare infami. Basta un attimo di distrazione e il Chaser ti tocca (tagga). Rabbia e frustrazione ti colgono. Cedi al Chaser il tuo nastrino da Runner e passi al lato oscuro della corsa. Una la meta finale, ma per raggiungerla il Runner deve percorrere sei tappe della conoscenza. Sei stazioni per la crescita interiore, da raggiungere pedibus calcantibus, correntibus o semplicemente in bus...

Vabbè, troppo complicato. All'inizio avevamo tutti un nastrino blu. Quando un Chaser ti toccava dovevi dargli il nastrino blu e indossare quello rosso. A quel punto diventavi Chaser e dovevi taggare i Runner.
Si poteva correre per tutto il percorso, come abbiamo fatto, o prendere i mezzi pubblici. Niente bici, taxi, macchine, teletrasporto e affini.
Bisognava passare per 6 checkpoint. A ogni checkpoint timbravano il foglio con la mappa e le istruzioni.

(nella foto: il nastrino blu e la mappa da timbrare)
Dicevamo. Trecento. Come Leonida e i suoi. Trecento eroi pronti al massacro.

Mentre attendiamo la partenza uno sciame di zanzare killer ci assale. Gli organizzatori avevano pensato anche a questo.

(nella foto: più Autan per tutti)
La Partenza
Darsena, ore 20. C'eravamo noi, Carletto e Valerio. E Ruggiero, già incontrato giovedì alla Missione Marziana. E poi c'erano gli altri Marziani, che correvano insieme.

(nella foto: vogliamo ricordarli così, prima del massacro)
Ci siamo trovati per caso, con Ruggiero. E abbiamo deciso di unire le forze e conquistare insieme la Vittoria. Ruggiero è un runner espertissimo. Due Ultra Trail del Monte Bianco e una Tor des Geant all'attivo. Più innumerevoli maratone e ultratrail. Nato e cresciuto a Milano. Il perfetto compagno d'avventura.

(nella foto: a sinistra, il trio del trionfo)

Primo Checkpoint
Dalla Darsena alla Biblioteca Parco Sempione.

Carletto fino a quel momento osservava. Tutti quei Runner agguerriti lo intimorivano. Ancora non sapeva che avrebbero mangiato la sua polvere.

Alla prima curva noi tre lasciamo la massa e ci dileguiamo per i vicoli di Milano. Carletto guida. Sinistra, destra, sinistra, dritto, sinistra, e così via. "Ma dove spacchio stiamo andando?" pensa Valerio. Carletto, dieci anni di Università Cattolica e di Biblioteca del Parco. Quelle strade erano nel suo DNA.

Sinistra, Via Meravigli. Ruggiero e Valerio capiscono finalmente dove si trovano. Seguono Carletto con un misto di ammirazione e paura.

E sbuchiamo in Cairoli. Da lì entriamo lateralmente nel Parco. "Sai come arrivare al Checkpoint?" chiede Valerio. "Certo." risponde Carletto.

Due berberi si stagliano di fronte a noi. "Siete i primi".

(nella foto: il berbero)
Ci indicano dove timbrare il foglio. Timbriamo e scappiamo. Siamo primi e vogliamo restare tali.

Secondo Checkpoint
Dalla Biblioteca a Via Visconti.

Via Visconti. Mai sentita nominare. Le istruzioni dicono che è vicino a Corso Garibaldi.

Usciamo dal Parco e passiamo accanto all'Arena. Potremmo passare da Moscova. Ma è una fermata della metropolitana. Troppo pericoloso, è un punto dove i Chaser potrebbero tendere agguati.

Tagliamo per vie traverse e finiamo in Corso Garibaldi. Ogni passante si sente rivolgere la stessa domanda: "dove spacchio è Via Visconti?". Nessuno lo sa.

In qualche modo ci arriviamo lo stesso, potenza del destino.

La Pizia a guardia del Secondo Checkpoint (musa, baccante, sibilla, madre natura, non sappiamo) di bianco pitta ci pinge la fronte di rosso sangue.

(nella foto: a sinistra, la Pizia. A destra le tre vestali della Pizia: Grazia, Graziella e Grazie al Cazzo)
Diventiamo d'un colpo reietti per i babbani e riconoscibili dai Chaser.

"Siete i primi", dice la ragazza che corre attorno all'albero. Mentre ci annuncia la lieta notizia, vediamo accorrere altri Runner. Non così tanto primi, pensiamo.

Timbriamo e scappiamo.

Terzo Checkpoint - La caduta di Ruggi
Da Via Visconti a Via Paolo Sarpi 8.

Usciamo da Via Luchino Visconti (quel Visconti) e ripercorriamo la stessa via dell'andata. Carletto consiglia di attraversare subito. Ma allungheremmo e Ruggiero e Valerio vogliono risparmiare le forze per il resto del Viaggio. Il Termine della Notte è ancora lontano.

Via Legnano. Valerio e Ruggiero sono davanti. Carletto arranca a qualche metro di distanza. L'orgoglio è troppo per chiedere di rallentare.

"UAAAAAAAAAAAARRRRRRRGGGGGGHHHHHH!!!!!!"

"CHAASSEEEERRRR!!!!" urla Valerio, mentre con la coda dell'occhio vede un fulmine giallo sbucare da un cespuglio. E scatta.

Ruggiero è frastornato. Tentenna. Carletto è salvo.

Valerio si gira. Vede il compagno di avventura cadere. Gli occhi di chi sa che non potrà arrivare al Termine.

Il tempo della nostalgia dura poco. Ruggiero è adesso un Chaser. Appena indossato il nastrino rosso diventerà un infame taggatore.

Il loro compagno di avventura non c'è più. Carletto e Valerio lo sanno. E corrono come non avevano ancora corso.

Terzo Checkpoint - L'arrivo
Allunghiamo quanto basta per evitare altri Chaser. E arriviamo al Checkpoint.

"Siete i primi". Non ci stancheremo mai di sentircelo dire.

La procedura è lunga. E ne passa uno alla volta. Entra Valerio per primo. Rende omaggio alla Regina del checkpoint, che per ringraziarlo lo maledice, ed esprime un desiderio riparatore.

(nella foto: Pino, avvocato Marziano, rende omaggio alla Regina)
Carletto entra subito dopo, mentre Valerio si riposa e osserva. I Runner in fila per entrare dalla Regina aumentano. Non potremo aspettare tanto. Carletto ci mette un attimo a capirlo, rinuncia stoicamente al ristoro e incita Valerio.

"Sai come arrivare al Checkpoint?" chiede Valerio. "Certo." risponde Carletto.

(nella foto: i desideri vincenti. Per gli altri desideri: The Hub)
Quarto Checkpoint
Da Via Paolo Sarpi 8 al Cavalcavia Bussa, in fondo.

Usciamo da Via Sarpi timorosi. I Runner aumentano. E dove ci sono Runner ci sono Chaser. Attraversiamo lo slargo di Porta Volta esattamente in mezzo. Solo un pazzo suicida ci seguirebbe lungo questo percorso.

Oppure un Chaser.

Carletto lo nota con la coda dell'occhio. Lo tiene sotto tiro. Il Chaser cammina indifferente. Superato lo slargo accelera. Un urlo di Carletto e partiamo.

Era distante 10 metri. Dopo 5 secondi i metri sono 20. Si ferma. Impreca. Inveisce. Inculati Chaser!!

Sinistra, destra. Breve salita. Arrivati. Valerio non ci crede, saranno passati 2 minuti dall'incontro con il Chaser. Carletto è sicuro. E all'orizzonte vediamo il quarto Checkpoint.

Ci accolgono due ceffi con maschere antigas e bastoni sfollagenti. Fanno i duri, forse non sanno chi hanno davanti. Ci sbagliamo, lo sanno: "siete i primi".

Ci sottopongono a una serie di prove da bulletti. Ma c'è una ricompensa. Uno alla volta entriamo nella tenda medica dove ci accolgono il poliziotto e l'infermiera. Una delle due, veramente figa.

(nella foto: a destra, l'altra)
Sorbiamo la medicina dell'infermiera, brutta quasi quanto lei, timbriamo e partiamo. Solo allora, dopo circa 10 minuti, vediamo comparire gli altri Runner.

Quinto Checkpoint
Dal Cavalcavia Bussa al Maciachini Center.

"Sai come arrivare al Checkpoint?" chiede Valerio. "Certo." risponde Carletto.

Questa volta la strada è più lunga. E più tortuosa. Immaginiamo che vi siate già scassati i cabasisi a sufficienza. E manca ancora parecchia strada. Diciamo che in qualche modo arriviamo.

Le distanze si allungano e noi continuiamo a correre indefessi. L'aumentare dei chilometri, lo strapotere fisico, e la perfetta conoscenza della topografia milanese di Carletto creano il baratro alle nostre spalle.

Alla fermata MM Maciachini chiediamo indicazioni a un passante. Reattivo come Snoop Dog dopo tre giorni ad Amsterdam. "Sai dov'è il Maciachini Center?" "eeehhh, (pausa) no.". E ci fissa, come un pesce lesso elettroshockato. Imperterriti chiediamo: "Sai dov'è Via Imbonati?" "eeehhh, (pausa) no.".

"Grazie (al cazzo) lo stesso".

100 metri più avanti troviamo Via Imbonati. Altri 50 metri e siamo a quello che potrebbe essere il Maciachini Center. Un palazzo appena costruito, del quale non avremmo certo sentito la mancanza.

Cerchiamo quello che potrebbe essere il Quinto Checkpoint. Una coppia di peruviani o un barbone col carrello? Osserviamo meglio, il barbone ha le Converse nuove di pacca e i pantaloni con macchie regolari e posticce.

Ma la certezza l'abbiamo quando rifiuta l'elemosina dei peruviani. E offre loro uno spritz.

(nella foto: il barbone coi Ray Ban)
"Siete i primi".

Avevamo corso tanto questa volta. Il rischio che qualcuno ci avesse superati era remoto, ma possibile. Grazie Barbùn!

Rifiutiamo gli alcolici, superiamo la difficile prova di buttare la spazzatura del clochard, timbriamo e partiamo.

Siamo i primi.

Sesto Checkpoint
Da Maciachini Center a Sottopassaggio di Via delle Tofane.

"Sai come arrivare al Checkpoint?" chiede Valerio. "Certo." risponde Carletto.

L'ultimo prima dell'arrivo. Sarà pieno di Chaser. Prendiamo i vicoli più insoliti.

Il sudore e il rosso della Pizia sembrano sgorgare insieme dalla nostra fronte. I passanti ci fissano intimoriti. Una madre, abbraccia i figli e chiede se abbiamo bisogno di cure mediche.

"Non si preoccupi Signora, siamo dei Runner che dobbiamo raggiungere i checkpoint scappando dai Chaser che ci potrebbero taggare".

Stringe i figli ancora più forte. Immaginiamo il sollievo nel vederci correre dritti per la nostra strada. Lontani dai suoi pargoli.

Troviamo la Marti, tanto cara a Cristiano, tanto invisa alla Bionda.

Troviamo anche le pantegane della Marti. E lì accanto, protetto dal fuoco, il sesto Checkpoint.

"Siete i primi". Dicono due fanciulle terrorizzate dai ratti, mentre trangugiano pizza. "Anche troppo primi".

Dicono qualche cosa sul futuro del mondo e di Milano. Narrazioni così interessanti da scivolarci addosso insieme al sudore. Ciò che invece non scivola sono quelle cazzo di zanzare.

Ci spruzzano un inutile liquido antizanzare sottomarca e ci sottopongono alla prova più insulsa che mente umana potesse pensare: costruire il Ponte di Leonardo, senza istruzioni, utilizzando tutti i bastoni modulari a disposizione.

Come possono due eroi tutto muscoli realizzare in dieci minuti il ponte che quel genio di Leonardo ha impiegato anni a progettare?

Valerio brandisce un bastone e guarda Carletto. Carletto intuisce e ne brandisce un altro. I Runner perfetti si esibiscono in uno spettacolo unico al mondo. Perfetta sintesi tra il Fantozzi campeggiatore e la scimmia di 2001 Odissea nello Spazio (si consiglia la visione in contemporanea).

Mossi a pietà, i crudeli guardiani del Checkpoint ci spiegano il metodo di costruzione. 2 minuti di imprecazioni dopo il Ponte di Leonardo è pronto. "Who's your daddy Leo?"

(nella foto: Carletto sfoggia un pezzo della sua collezione di maglie presudate)
Timbriamo e partiamo.

L'arrivo
Dal Sottopassaggio di Via delle Tofane alla Collina dei Ciliegi.

"Sai come arrivare al Termine della Notte?" chiede Valerio. "Certo." risponde Carletto.

Usciamo dalla Marti. Valerio ha paura. Il ricordo di Ruggiero, catturato dal Chaser a un metro da lui è ancora vivido. Chiede a Carletto di inoltrarsi in vicoli ancora più sconosciuti. E Carletto, paziente, lo guida verso la meta, facendoglielo credere.

C'era solo la strada principale a portarci al Termine del Viaggio della Notte. Via Emilio De Marchi. I vicoli avrebbero allungato troppo il percorso, e potevano essere più facile rifugio di Chaser.

Una sola via avrebbe voluto evitare Carletto: Via Guido Venosta. Ma come indica bene Google Maps, era l'unica strada percorribile. Sovrastata dalla Collina dei Ciliegi, Via Venosta era il rifugio ideale dei Chaser. Esposta. Illuminata. Tante macchine e cespugli dove nascondersi.

I nostri occhi sono, se possibile, ancora più spalancati e attenti di prima. Ogni macchina, muretto e incrocio di Via De Marchi viene esplorato a distanza di sicurezza.

Man mano che avanziamo Via De Marchi si stringe, e i vicoli dove eventualmente fuggire scompaiono.

Arriviamo al passaggio obbligato del cavalcavia. In cima scorgiamo una figura oscura. Pantaloncini e maglietta nera. Il deserto intorno a noi. Che ci fa un personaggio così insolito in quel luogo? A quell'ora?

Ci da le spalle. Andiamo sul fronte opposto della strada. Lo fissiamo mentre piano piano lo approcciamo. Quando siamo nel suo raggio visivo acceleriamo.

Gli diamo 50 metri. Ci voltiamo. L'oscuro personaggio si ferma alla fermata dell'autobus. Ci guarda come se venissimo da Marte. E aveva ragione, direzione Milano.

Via Guido Venosta. E' di fronte a noi. Entriamo, finalmente. Camminiamo, occhi e orecchie tesi a captare ogni movimento davanti a noi.

La strada è deserta. Sollievo. Circospetto. Un rumore.

Carletto è il primo a sentirlo. Dietro di noi un Chaser vestito di nero è scattato. Ci separano 5 metri. E questa volta sembra essere veloce. Sembra.

Partiamo all'unisono, 10 metri dopo sentiamo un po' più lontano "Cazzo se correte veloce ragazzi". Non è ancora il tempo dell'autocompiacimento. Corriamo ancora più forte, fino all'incrocio di Viale Sarca. A destra è zona franca, il Chaser non può seguirci. A sinistra siamo potenziale carne da macello.

Carletto conosce la strada e volta a destra. Ma non ha il tempo di avvertire Valerio, che segue il cuore a sinistra. Mannaggia a Susanna Tamaro.

Valerio si ferma. Sa che dovrà raggiungere Carletto o sarà perduto. Dall'altra parte della strada lo osserva il Chaser. Carletto si ferma e suda freddo. Osserva la scena.

Valerio finta in direzione opposta e corre verso il suo compagno di Viaggio. Il Chaser non molla e cerca di raggiungere la preda prima che questa raggiunga la zona franca.

Non importa che tu sia Chaser o Runner, se hai contro un Podista da Marte, col ciufolo che lo batti.

Valerio e Carlo si ricongiungono. Il Chaser, sportivamente fa i complimenti indicandoci un paese dove dovremmo andare. La Collina dei Ciliegi è sopra di noi, ma come arrivarci?

Zona franca, abbiamo finalmente tutto il tempo per pensarci. Quando vediamo un altro Chaser camminare verso di noi. Lo riconosciamo subito, è l'infame che aveva taggato Ruggiero.

Siamo sicuri di essere sicuri, ma la vista di quel Chaser fa aumentare il battito cardiaco. Ci guarda beffardo. Alla debita distanza chiediamo come arrivare in cima. Sorride e sta zitto. Ci sarà un motivo se gli organizzatori l'hanno fatto Chaser da subito.

Quand'ecco arrivare il furgoncino bianco degli organizzatori. Ci vedono, si fermano, spalancano gli occhi. Ci indicano la scalinata di fronte. "Siete arrivati, da qui a su è tutta zona franca".

Salutiamo il Chaser con estrema cortesia e saliamo. Verso l'Olimpo. Uno, due, tre scalini alla volta. Poi di nuovo uno alla volta, ché c'abbiamo anche un'età.

Finisce la scalinata, a destra la breve salita che porta alla meta. Una figura alta e magra si avvicina sorridente. E' Fabrizio, il Capitano dei Podisti da Marte. "Ero sicuro che ce l'avreste fatta".

Arriviamo al banchetto. Gli organizzatori non hanno troppo tempo da dedicarci, stanno allestendo l'arrivo per i Runner vincitori.

Mostriamo il nastrino blu. Ci guardano, guardano Fabrizio che annuisce sornione. Ci registrano come vincitori parimerito.

Poi Carletto chiede una sigaretta e una birra.

Epilogo
Il resto è storia. Sono le 22.16. I secondi arriveranno un'ora dopo.

(Valerio Scollo, Carlo Sconcini e gli altri Runner superstiti. Da notare che il Viaggio Terminava a mezzanotte)
Nel frattempo mangiamo un panino e beviamo birra. Arriva la Pizia con le graziose Grazie. E arrivano mandrie di Chaser. Ex-Runner trasformati in infami. Sentiamo narrare racconti spaventosi, di un Chaser cattivissimo chiamato Ruggiero. Implacabile, si fermava solo catturata la preda.

E così il trio è di nuovo riunito, 3 ore dopo, per la premiazione finale.

(nella foto: Carletto, Valerio, Ruggiero, i Palchi di Corna e i 16 scalpi di Ruggiero)

Altre foto Qui e Qui.

3 commenti:

  1. Mitici, leggere il vostro post mi ha fatto rivivere quella fqantastica e divertentissima notte; io ero insieme agli altri marziani e sono stato taggato in viale monza.
    Avere 48 e guicare a guardia e ladri in un parco giochi grande come una città non ha prez9zo.....

    Gianluca Tommasini (quello con la maglietta blu sudata ed i pantaloni bianchi nella foto.

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  2. Eheheheh...
    Bravi bravi bravi, anche il solo rileggere il vostro racconto mi ha fatto tornare a quella grandiosa serata!
    E, diamine, eravate veloci anche alla fine.

    Firmato: l'infame giallo taggatore di Ruggiero e che vi ha corso dietro anche alla fine, che tanto ormai eravate salvi, ma già che c'era voleva darvi ancora un po' di insicurezza :p

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  3. @Gianluca: come Carletto, anche tu con la maglietta presudata. Ma è una moda?

    @MaxDibe: Argh! Ci hai taggato anche qui!!
    Ho visto che lavori al San Carmine di Rovereto. Grandioso, è grazie a loro se posso correre ancora. Salutami il reparto di ortopedia, se ci passi. :o)

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