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sabato 14 aprile 2012

Come preparare al meglio una maratona - P. 3 (Milano-Marte-Milano)

Buongiorno ragazze e ragazzi.

Bentornate e bentornati al corso su come preparare al meglio una maratona.

Il corso si compone di tre lezioni. Se avete perso la prima e la seconda lezione, potete rileggerne gli appunti qui e qui.

Ma passiamo, senza ulteriore indugio, a trattare l'argomento di oggi.

Fartlek


Dissipiamo subito ogni dubbio o possibile battuta infantile. Il fartlek non è una scorreggia. Il termine fartlek viene dallo svedese e vuol dire esattamente "Fartlek". Così almeno ci dice google translate: http://translate.google.it/#sv|it|fartlek

Wikipedia invece ci spiega che fartlek in svedese vuol dire "gioco di velocità". Prendiamo per buona quest'ultima traduzione che sennò tutto il senso di questo post scompare.

(Il fatto che google translate traduca "gioco di velocità" in "omgång hastighet" non facilita le cose)

Sempre secondo wikipedia (a questo punto ci si deve fidare per forza di lei) il fartlek fu inventato da un allenatore svedese. Lo scopo del fartlek è di stimolare il sistema aerobico e anaerobico: resistenza, e velocità. Nel fartlek l'atleta alterna tratti velocissimi a tratti veloci. Delle ripetute un po' più allegre insomma.

Forse la differenza più importante rispetto alle ripetute sta proprio nel recupero. Nelle ripetute il recupero può essere a un'andatura lenta. Nel fartlek il recupero deve essere a ritmo sostenuto.

Per capire meglio che cosa NON è il fartlek vi racconterò una storia.

Il 24 marzo 2012, un sabato mattina, un giovane podista che preparava la maratona di Milano del 15 aprile andò a Piazza Cairoli, Milano. Lì aveva saputo di un ritrovo di zuzzurelloni giocosi.
(nella foto: i zuzzurelloni giocosi)
Il giovane podista voleva esercitarsi con il fartlek. Tratto in inganno da wikipedia, e dal testosterone, pensò che il fartlek fosse un gioco che coinvolgeva avvenenti svedesi.
(nella foto: un podista gioca al dottore con la svedese. Questo NON è fartlek)
Nel sito dei zuzzurelloni giocosi (nel prosieguo "Podisti da Marte") il podista aveva letto che il tema del gioco era il pronto soccorso. Forse anche per potersi travestire a tema, i Podisti da Marte in quella occasione raccolsero 1500 euro per la Croce d'Oro Milano, che si occupa proprio di pronto soccorso medico.

Il podista scelse di travestirsi da paziente del pronto soccorso. D'altra parte, pensò, se ci sono infermiere svedesi, c'è bisogno di un malato. Indossò una camica bottom down - lui ODIA le camicie bottom down - ci spalmò su del concentrato di pomodoro, et voilà, pronto il travestimento.
scusate, ho sbagliato lato
(nella foto: il podista si inclina diagonalmente, pronto a scattare)
L'idea non poteva essere più sbagliata. Invece che infermiere, attrasse a sé matti e serial killer che cercarono in tutti i modi di procurargli altre ferite.
(nella foto: una matta cerca di scannarlo)
(nella foto: il serial killer indossa la mascherina perché il sangue lo impressiona)
Non solo. I Podisti da Marte correvano sì per le vie della città. Ma lo facevano distribuendo fiori, dispensando sorrisi e, peggio del peggio, fermandosi di tanto in tanto per ricomporre il gruppo.
(nella foto: tanta roba)
Niente agonismo. Un gioco di corsa, senza (tanta) velocità. Bambini, cani, bandiere. Certo non lo si può considerare un valido allenamento per la maratona di Milano. Men che meno lo si può considerare fartlek. Non fatevi ingannare dalle traduzioni di wikipedia. Il fartlek è ben altra cosa. Non basta che si giochi e che ci siano le gnocce. Ci vuole anche il sudore.

Cari discepoli, se volete impegnarvi seriamente in una corsa allenante, praticate il fartlek. Alternate corsa a ritmo velocità gara con corsa a ritmo corsa lenta o media, secondo i dettami dell'Albanesi.

Se volete divertirvi in compagnia, correndo, andate a uno di questi incontri che i Podisti da Marte organizzano una volta al mese. Il prossimo, dicono, sarà il 10 maggio alle 19.30. A Milano, perché Milano è la città dei Podisti da Marte.
[MILANO E' LA CITTA' DEI PODISTI DA MARTE]
Il podista della storia purtroppo non ci sarà. Il 2 di maggio partirà per Singapore, dove praticherà il fartlek coadiuvato dal cibo indiano di cui è ghiotto.

Però potete andarlo a salutare il 15 aprile 2012 all'arrivo della Maratona di Milano. La speranza è che arrivi entro le 12.20. Gli saranno servite tutte queste lezioni?

I supporters De Marchi si troveranno:
dalle ore 10 circa di fronte alla chiesa di San Babila muniti di palloncini e pon pon.
dalle ore 12 circa in Viale Papiniano, vicino alla fermata Metro Sant'Agostino.
dalle ore 12.30 circa in prossimità della porta dell'arrivo in Piazza Castello.

Per prendere parte al gruppone di sostenitori potete inviare un'email a info@fondazionedemarchi.it

Un caro saluto dal Vostro Professore. E' stato un piacere e un onore impartirvi codeste preziose lezioni.

Questa lezione è stata finanziata dalla campagna: Di corsa per la De Marchi. Quota 2300 è stata superata e il podista è molto contento. Gli obbiettivi di costringerlo a correre TUTTA la maratona con le orecchie di Topolino, e gli ultimi 95 metri a piedi scalzi, sono raggiunti. Ma se proprio avete 5 euro che vi avanzano, potete sostenere la De Marchi attraverso una donazione qui

mercoledì 2 febbraio 2011

Il buio oltre la porta

Ieri, mentre stavo andando a mangiare in pausa pranzo con i colleghi di Studio, mi è arrivata una di quelle chiamate che ti cambiano la giornata. In peggio.

La mattina ero andato a correre al Parco Sempione. Dovevo provare i nuovi acquisti.
Beh, si sono rivelati meravigliosi, il freddo percepito è stato abbattuto di quasi la metà. Credo proprio che comprerò un altro paio di magliette intime della Kipsta (Oramai, per me, mitica marca della Decathlon). Anche per andare a fare snowboard.
Arrivato al parco ho cercato inutilmente di rimanere al passo di Agnese e dei suoi scatti da un minuto con breve recupero sempre di un minuto (in gergo tecnico si chiamano fartlek). Parte della dignità era rimasta a terra, nei circa cinquanta metri e a crescere di distacco che mi dava ad ogni scatto. Ho conservato la poca avanzata grazie ad un'udienza alle ore nove, che mi ha "costretto" a tornare a casa prima.

Quindi casa, doccia, cravatta, metro, Tribunale. Prima udienza tutto bene. Rinvio breve al 20 ottobre 2014. Da un'aula all'altra, finisco in udienza con una collega. Conciliamo. Oramai si è fatta una certa, torniamo in Studio e andiamo a mangiare.

Arriviamo alla telefonata che trasforma.
Squilla il telefono. Ed è la portinaia. Mi dice che sono arrivati i tecnici della A2A. Le rispondo che non aspettavo nessun tecnico, "perchè sono lì?" chiedo. Per staccare la corrente, mi risponde.
Non è stato panico.Qualcosa di più simile a un buco nero.
Mi fiondo alla sala clienti della A2A in Francesco Sforza. Prendo il biglietto, alzo lo sguardo al tabellone. Tempo medio attesa 85 minuti. Dopo un'eternità parlo con un tizio. Pare che tra me e mia madre sia passata inosservata una bolletta di ottobre. Sotto silenzio è andato anche il primo sollecito di novembre e il sollecito di dicembre. Le altre bollette pagate (mistero).
Monviso a cattivo gioco (questa la capisce solo Cri, e anche io ho delle difficoltà, ero troppo ebbro ieri sera per ricordare), pago e chiedo come fare a ripristinare la corrente.
L'affabile impiegato mi assicura che non è stato staccato nulla (a saperlo non pagavo un cazzo!).

Il resto della giornata è noia e lavoro. Torno a casa, apro la porta, e... "clic".
Curioso che l'interruttore faccia lo stresso suono di una pistola che fa cilecca.
Perchè nel mio caso ha fatto cilecca anche l'interruttore. Ripenso all'impiegato e al suo sorriso caldo e sornione al tempo stesso Alla frase "di solito quando incontrano le portinaie non staccano nulla", e alla mia stupida ingenuità che gli ho anche creduto. Che fare? E che vuoi fare alle nove di sera? Ho utilizzato il flash del cellulare tipo torcia (il mondo delle App ha trovato impiego, finalmente) e brancolato per casa. Poi Kaputziner, birra e battutona sul Monviso a cattivo gioco.

Stamattina niente corsa. Posso anche farmi la barba dopo aver scaldato dell'acqua su un tegamino, ma la doccia post corsa non è proprio cosa da improvvisare. Verso le nove e mezza ottengo giustizia, riparte la caldaia, mi lavo mi cambio e arrivo in Studio.

Sipario