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domenica 16 ottobre 2011

Costipation

Costipato. E' una parola che ho sempre desiderato usare in un post. Finalmente ne ho l'occasione.

Sono stato parecchio costipato nelle due settimane successive al fattaccio. E' inutile illudersi. Il maratoneta è un essere capace di correre indefesso oltre il limite umano. Ma sempre uomo rimane. Con le sue passioni, le sue pulsioni e le sue necessità.

E così, da maratoneta stanco, sono stato sopraffatto dallo sconforto. Ho smesso di correre. E mi sono costipato. Oddio, non ho proprio smesso di correre. Diciamo che di 50 km programmati per la prima e per la seconda settimana ne ho corsi rispettivamente 10 e 22. Ma con quanta fatica!!

Non so se sia stata la costipazione a impedirmi di correre o la mancanza di corsa a costiparmi. Una cosa è certa, per quanti tentativi facessi, non mi riusciva né l'una né l'altra cosa.

(ATTENZIONE: l'esposizione prolungata a questo video provoca costipazione)

Che cosa c'entra la costipazione con la corsa? Ho sempre cercato di vivere la corsa con armonia. E non ci può essere armonia se c'è costipazione. E' una legge fisica. Un corpo costipato tende ad andare verso il basso mentre le gambe lo spingono in avanti. Il grafico può chiarire meglio il concetto.

(il grafico mostra come il miglioramento delle prestazioni dipende dallo scarico)

La Deejay Ten. Quello è stato il momento di maggiore carico. Il tempo finale è stato implacabile: 44 minuti e 38 secondi. Quasi 4 minuti in più dell'anno scorso. Un dramma.

(nella foto: tiro in dentro la panza per nascondere la costipazione)
Il sabato successivo ero alla Salomon City Trail Milano. Una settimana dopo la Deejay Ten. Una settimana sofferta. La cocente delusione rischiava di trascinarmi nel baratro dove sarebbe dovuto andare ciò che mi costipava. Uno scatto d'orgoglio, tante fibre e la magnesia san pellegrino hanno compiuto il miracolo. 5 km di saliscendi in 20 minuti e 48 secondi. 4'15'' al km. Niente in paragone a qualche mese fa, quando macinavo chilometri sotto i 4' al km. Ma che soddisfazione!!

(Non più costipato, il corpo sembra salire da solo. Sembra)
Una soddisfazione pari solo alla bontà del ristoro a fine gara. Una fetta di gorgonzola sovrastata di polenta. Alle 10.30 del mattino.

"Due porzioni garçon!"
"Ecco monsieur, ma non si costipa con tutta questa polenta?"
"Non più. Non più."

Tutto fila liscio la settimana seguente. Lunedì 21 km corsi a Trento, dove mi trovavo per lavoro. 4'55'' al km di media. Mercoledì a Milano, dove mi trovo per vivere e correre. 10 km a 4'50'' al km. Giovedì partita di calcio a otto all'idroscalo, dove mi trovavo per giocare a calcio a otto.

Ciliegina sulla mostarda, domenica 16 ottobre 2011, la mezza maratona di Cremona.

Festeggio l'arrivo tranquillo in 1 ora 32 minuti e 26. Senza (troppo) affanno, che domenica prossima c'è la Maratona di Venezia.

Comunque abbastanza veloce da superare Gianni Morandi, che ha chiuso in 1 ora 47 minuti e 55 secondi.

Ebbro di gioia, festeggio come un vero Piovono Runner sa fare. Nel seguente rigoroso ordine ingurgito: due banane; una fetta di crostata; due porzioni di formaggio, salame, pane e mostarda. Una passeggiata digestiva per arrivare alla trattoria. Poi si riparte: frittata come amuse bouche; risotto con funghi porcini e petto d'oca; dolce.

Costipato?
Non più. Non più.

mercoledì 2 febbraio 2011

Alla rinfusa

Temo sempre il momento in cui decido di comprare qualcosa di veramente tecnico che riguarda le mie piccole distrazioni. Non riesco mai a capire se è l'evoluzione in passione dei miei hobbies, oppure il punto di massima altezza del mio interesse.
Così è stato quando ho comprato la tavola da snow la prima volta. Oppure quando ho acquistato l'abbonamento per la palestra anni fa. Lo stesso sentimento di lieve ansia mi è venuto anche quando ho comprato, a metà giugno dello scorso anno, il GPS.
Tra l'altro l'acquisto rivela quanto dilettantistico e poco meditato sia il mio approccio a qualsiasi cosa.
Non ho comprato, prima, le scarpe nuove, le magliette tecniche, o cose che potessero migliorare fisicamente la mia corsa. Sono passato direttamente all'oggetto dei desideri più figo, ma anche quello meno facile da riciclare se passa lo slancio.
Poi, a metà settembre, poco prima della Mezza Maratona di Monza, ho comprato tre magliettine tecniche.
Praticamente ho passato l'estate a infradiciare inutilmente magliette di cotone, ma in compenso sapevo esattamente quanti chilometri correvo e in quanti minuti completavo ogni chilometro. Poi, a settembre, ho comprato le magliette. Il primo oggetto veramente utile.
Ma il motivo è stato che non volevo correre la mezza maratona con l'aspetto del primo pirla che passa.
Corsa la mezza maratona sono passato all'acquisto delle scarpe da running nuove, da lì sono passato al gilerino smanicato semiimpermeabile per quando piove, e ai pantaloncini ultraderenti corti. Poi ho smesso di correre. Sino a fine dicembre.
Adesso ho riiniziato a correre da un mese.
Ho già acquistato due magliette tecniche per il freddo, dei pantaloncini aderenti che arrivano sotto il ginocchio, chili di creme e pomate, una fascia per le orecchie, e sono stato tentato da dei guantini veramente fighissimi.
Nel frattempo un'altra mezza maratona è finita alle spalle.
Ora ho puntato delle calze studiate apposta per il running.
Ogni tanto mi chiedo se non continuo a correre per sentirmi legittimato a fare questi acquisti. Per indossare, senza sentirmi un cretino, tutte questi oggettini tecnologicamente avanzati, studiati apposta per chi pratica a discreto livello uno sport.
Che, poi, discreto è un parolone. Più che altro arranco. Eppure ieri sera con Cristiano ci scambiavamo compiaciuti le nostre sensazioni muscolari per confrontare i reciproci progressi.
E se Cristiano avesse deciso di praticare lo sci di fondo? O la pelota? Ecco, la pelota mi ha sempre affascinato. Quella sorta di protesi ricurva che usano per lanciare la palla, prima o poi, la voglio provare.
Tra sabato e domenica devo piazzare un lungo di almeno una 20na di chilometri. Mi è stato proposto di andare a correre la Mezza Maratona delle due Perle. Tra Santa Margherita e Portofino.
Ci sto pensando.