giovedì 2 febbraio 2012

La Mezza di San Valerio (già di San Gaudenzio)

Una mezza maratona dal sapore decisamente nostalgico.


Prologo
Un anno fa a San Gaudenzio conobbi per la prima volta Cristiano. Come ben sanno i lettori di Piovono Runners, conobbi Carletto pochi giorni prima, all'esame scritto da avvocato.

I due Podisti che Piovono avevano annunciato che avrebbero corso a San Gaudenzio. "Una mezza maratona il 23 gennaio, che strano." pensai. "Però, si incastra perfettamente nella tabella. E poi finalmente ho l'occasione di rincontrare Carletto, che non vedo dall'esame, e di conoscere Cristiano."

Fu così che mi aggregai all'allegra comitiva. Da quell'avventura uscirono tre post, due su Piovono Runners, a firma di Cristiano: http://piovonorunners.blogspot.com/2011/01/quattro-runners-una-domenica.html
e di Carletto: http://piovonorunners.blogspot.com/2011/01/dont-try-this-at-home.html
Uno su Milano-Londra, il blog che curavo all'epoca: http://milanolondra.blogspot.com/2011/01/clamoroso-san-gaudenzio.html

Il resto è storia di Piovono Runners.

Mi scuseranno i miei colleghi che piovono, ma è dal post di Milano-Londra che mi permetto di partire.

All'epoca raccontai della sfida con Gigi di Bergamo. E di come in realtà la mezza maratona non si tenesse a San Gaudenzio, ma a Casalbeltrame, in provincia di Novara.

Ancora mi stupisce la cosa. San Gaudenzio non è un paese. E' un vero e proprio santo. Patrono della diocesi di Novara. Sapete perché la mezza maratona di San Gaudenzio si chiama così? Perché San Gaudenzio si festeggia il 22 gennaio. Non sta scritto in nessun calendario dei santi, ma in Provincia di Novara sono convinti che sia così. E anche su Wikipedia. La mezza maratona l'anno scorso era il 23 gennaio, ci poteva anche stare che si chiamasse di San Gaudenzio.

Sapete quando si è tenuta quest'anno? Il 22 gennaio, giorno di San Gaudenzio? No, il 29 gennaio, giorno in cui si festeggia San Valerio, Vescovo di Treviri e protettore dei podisti fighi.

Ecco perché, d'ora innanzi, la mezza maratona che ho corso insieme ad altri amici, si chiamerà Mezza Maratona di San Valerio. Checché ne dicano gli organizzatori.

(nella foto: un devoto di San Valerio)

La Mezza di San Valerio
Gli organizzatori quest'anno hanno deciso
  1. che la mezza maratona di San Valerio si tenesse il giorno in cui si festeggia San Valerio (da cui il nome);
  2. che la mezza maratona di Casalbeltrame (altro nome della mezza maratona di San Valerio) non passasse da Casalbeltrame. Partenza e arrivo a Novara, passando per le perle della provincia novarese. Roba da invidiare il paesaggio della Stragelada.
La mattina comincia male ma si riprende in fretta. Sveglia alle 5.30, caffè e orzo pregermogliato, viaggio in macchina con Dario e Donata, fantastica coppia Marziana, e con Simona, fantastica Marziana.

Grazie all'inquinamento atmosferico, Milano non è toccata dalla neve. Novara sì. Appena scesi dalla macchina ci troviamo in mezzo a una pozza biancastra e umidiccia. No, non si trattava di Rocco Siffredi. Palta di neve in ogni dove.

Per fortuna non mi sono portato le scarpe per il cambio, avrei bagnato anche quelle.

Incontriamo gli altri Podisti da Marte e ci facciamo immortalare dal mitico Antonio Capasso.


Inizio a riscaldarmi con Massimo, detto il Bigno. E ce n'è davvero tanto, ma tanto tanto, bisogno. "A quanto la corri?". "Mah, voglio andare tranquillo, sto preparando una 100 km". "A beh".

(nella foto: al centro uno che prepara una 100km)
Ci asserragliamo stretti stretti alla partenza. Ma tanto stretti stretti, che fa freddo. Il classico sparo e partiamo.

La Mezza di San Valerio apre la stagione di corsa su strada. Prima di questa non ci sono gare agonistiche nel nord ovest. Non stupisce quindi vedere 850 persone alla partenza, nonostante gelo e neve. Stupisce un po' di più la scena successiva allo sparo. Ci si aspetterebbe tapascioni infreddoliti che si riscaldano i primi due km. Assistiamo invece alla cavalcata degli gnu di releonesca memoria.

In questa cavalcata me ce infilo, e chiudo il primo km in 3'50''. Il secondo rallento, che l'obbiettivo era restare intorno a 4'05'' al km, finire la gara intorno a 1 ora e 26 minuti. Il terzo accelero, che chi se ne impippa dell'obbiettivo.

Saluto Bigno e mi aggrego a Cip e Ciop. Cip veste di giallo, ha l'aria di quello che la sa lunga. Ciop veste di bianco e nero, ha tanta aria dentro l'intestino. E le fa lunghe.

Dai discorsi di Cip e Ciop capisco che vanno a 4' al km dalla partenza. Due macchine. "Posso aggregarmi?" chiedo. "PROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOT" risponde Ciop. Tre macchine.

Dall'8° km parte un vento gelido in direzione contraria. Che fortuna, la neve cominciava a darmi fastidio. Contro ogni legge della fisica, della geografia, della Repubblica, il vento gelido contrario non ci abbandonerà più.

Il freddo al pancino, mio acerrimo nemico non mi dà tregua. La pizza della sera prima diventa più che un ricordo. Io e Ciop intoniamo i cori tipici delle valli orobiche: "PROOOOOOOOOOOOOT" "PRAAAAAAAAT" "PROPROPROROPROT" "PRAPROPRAPROPROT". Peccato che le selezioni per Sanremo siano già concluse.

Al 13° km, oltre al vento gelido, incontriamo il cavalcavia bastardo. Stringiamo i denti (e lo sfintere) e spingiamo sulle gambe. Chiuso il 13° km in 4 minuti e 2 secondi. Sfangata (quasi), ma lo sforzo disumano ci distrugge. 14° km in 4'05'', 15° km in 4'07''. Cip e Ciop si fermano, era programmato. "Prendiamo la bomba e ripartiamo" dice Ciop. Non mi fermo e, temendo l'atomica novarese, cerco di mettere quanti più chilometri possibili tra me e Ciop.

15°, 16° e 17° km tutti sopra i 4'05''. Al 17° km vorrei solo cedere e andare a dormire. Quand'ecco si avvicina il Saggio della Montagna.
SdM: "I tuoi amici ti hanno abbandonato."
V: "Mi raggiungeranno."
S: "Usa la forza."
V: "Scusi?"
S: "Tu che sei giovane (e preparato n.d.r.) va'. Usa la forza. Parti, parti adesso."
V: "Ma è presto!"
S: "Ce la puoi fare."
V: "Ma perché dovrei? Non posso accontentarmi di questo ritmo, peraltro già piuttosto sostenuto, considerate anche le condizioni climatiche avverse?"
S: "Questo dialogo immaginario sta durando troppo, mi sono limitato a dire "parti adesso, che manca poco" non farla tanto lunga."
V: "Mi scusi."

Parto e chiudo il 17° km in 4'03''. Vorrei fermarmi, vorrei quantomeno rallentare. Ma non voglio deludere il Saggio della Montagna. Voglio accelerare. Accelero. Supero l'Uomo dal Catarro Pesante. Evito il catarro dell'Uomo dal Catarro Pesante. 3'47'', 3'38'', 3'35''. Mi giro. Retrocorro...


... mi rigiro...


Esulto.

Tutte le foto si trovano qui.
1 ora 24 minuti 40 secondi.
[Cliccare per ingrandire. Classifica qui]
Secondo miglior tempo sulla Mezza Maratona. Poco dopo arrivano il Saggio della Montagna, e Cip e Ciop, che mi saluta a modo suo. L'anno scorso dovevo ringraziare Gigi di Bergamo. Quest'anno sono stati loro a ispirare la volata. Loro e il gorgonzola, ovviamente.

(nella foto: Dario aspetta l'arrivo di Donata. Insieme a un uomo felice)
Per la cronaca: quattro bicchieri di vin brulè, due piatti di polenta e gorgonzola, uno di risotto col gorgonzola (c'era troppa fila per il bis), biscotti e fette biscottate assortiti. Caffè. Non ci si fa mancare nulla, il giorno di San Valerio.

martedì 31 gennaio 2012

Alla ricerca dei tempi perduti

Come va?
Bene, grazie.

Mentre Nizza è in letargo (ma non preoccupatevi, bambini, presto tornerà a rubare i vostri cestini da picnic insieme a Bubu), Carlo studia le protesi di Pistorius come idea per tornare a correre e Valerio fende la neve della bassa novarese, io vado avanti nella preparazione della Maratona di Treviso.

Perchè il 4 marzo corro la seconda maratona della mia vita, ricordate? Ovvio che sì.

La seconda maratona è la più difficile nella vita di un artista, si sa. E io ho fatto di tutto per complicarmela ulteriormente. Sono finito invischiato in una tabella per gente seria, che prevedeva fino a sei allenamenti a settimana. Mi sono subito fatto lo sconto portandoli a quattro. Ad oggi, ad un mese dalla gara, posso dire che, se va bene, la media è stata di tre allenamenti e mezzo.
Molti degli allenamenti infrasettimanali prevedevano chilometraggi ingestibili per me. A Girolandia ingestibili significa superiori ai 14-15 km, quelli che non sono pigiabili in una pausa pranzo ma prevedono o di svegliarsi troppo presto la mattina o di trovare la voglia di farli la sera.
Questo ha comportato che non mi sono solo concesso sconti sul numero degli allenamenti, ma anche sulla loro durata.
Sconti, sconti, sconti. E' la crisi.

Per carità, sveglie alle 7 e uscite a <0 gradi non me ne sono fatte mancare (l'ultima oggi) e un paio di volte ho rischiato seriamente di rimanere chiuso dentro i Giardini di P.ta Venezia la sera. Insomma, non mi sono imborghesito del tutto, dai.
Sono reduce anche da tre domeniche di lunghi in cui ho infilato un 30, un 28 e un 32 con performance al chilometro che sono migliorate di volta in volta. La prossima domenica vorrei tentare un 35, traguardo mai raggiunto negli allenamenti che l'anno scorso mi hanno portato a Roma.
Ho quasi del tutto abbandonato il tapis roulant, preferendogli anche a dicembre e gennaio fredde corse lungo la Martesana, in pausa pranzo.
Ho scoperto che fare i 12 km al mattino è bellissimo, perchè al ritorno mi fermo a chiacchierare con mia sorella nell'area cani di Piazza Vetra, con il suo cane che mi guarda come fossi un eroe e mi omaggia a modo suo.
Ho esplorato parchi di Milano mai battuti, per variare gli scenari dei mie lunghissimi domenicali: Lambro, Forlanini, Parco Nord. Un'attenta disamina dei parchi milanesi meriterà un post apposito, prossimamente.
Ho ritrovato il piacere di correre dopo alcune settimane, a cavallo di Natale, in cui facevo fatica anche solo a mettere il naso fuori di casa. E ora aspetto i lunghissimi domenicali come una fatica fatta di puro piacere (rendo l'idea?). Quant'è bello il momento in cui il gps raggiunge la fatidica cifra che ti sei prefissato e finalmente rallenti e la soddisfazione ti scende dal cervello, alla gola, al cuore.
Domenica scorsa, per dire, al 29esimo chilometro passavo proprio davanti a Pattini&Marinoni in Solferino. Mi sono fermato, ho comprato un metro quadro di focaccia e ho fatto gli ultimi tre km con quel tesoro sotto il braccio. Sono valsi più di tutto il chilometraggio che li ha preceduti. Sono stati anche più lunghi dei primi ventinove. Vi garantisco che dopo  due ore e mezza di corsa, fare l'ultimo quarto d'ora con un pezzo di focaccia che ti aspetta sotto braccio è una tortura meravigliosa.
Allo scoccare del 32esimo ero ai miei soliti Giardini. Mi sono spiaggiato sulla prima panchina a disposizione e ho addentato quella focaccia come se non ci fosse un domani.
In quel momento, con il gelo attorno, la fatica dentro e la focaccia in mano, credo di aver afferrato quel concetto di Proust e della madelaine.

Proust vede l'esperienza epifanica come esperienza già ‘ideale’. L'idea o l'essenza dell'esperienza si dà nell'esperienza stessa. Non c'è una madeleine pura dietro la madeleine immersa nel tè caldo di Marcel. Quell'esperienza è già ideale, è già una briciola di tempo puro, una scheggia di eternità che salva la vita dalla sua transitorietà. Perché dietro la ricerca del Tempo perduto e gli infiniti errori, deformazioni, fraintendimenti di questa peripezia, si manifesta il volto di quella Verità che invano si cercherebbe avanti, prima di tutto, all'origine o a priori. (Wikipedia)


Buona corsa a tutti, amici di piovonorunners.

mercoledì 25 gennaio 2012

E mò che fo?

E adesso che si fa? Una domanda legittima, che mi posi dopo quello che successe domenica 15 gennaio 2012. 15 gennaio 2012, giorno della Missione RED NOSE.

(nella foto: 500 persone strette strette. 50 per la Questura)
Come sempre accade con le Missioni dei Podisti da Marte, tutto comincia ad accadere giorni prima. Tutto pianificato, tutto programmato. Professionisti seri.

Arriva un'email il cui contenuto si può sintetizzare in questo modo:
"Dobbiamo vestirci tutti di rosso, metteremo un naso da pagliaccio e gireremo per la città in cinque gruppi seguiti da pagliacci per realizzare flashmob e raccogliere almeno 2.000 euro per Theodora. Chi c'è?"

A chi non conosce i Marziani l'invito può suonare strano. 2.000 euro sono una cifra mica da ridere. E perché, qualcuno potrebbe pensare, la corsa è uno scherzo? Finire una gara 10km dopo aver subito un'operazione importante è un gioco? Arrivare in fondo a 42 km è divertente?

Sì. E i Marziani sono pronti a dimostrarlo.

Questa volta dovevamo tutti attrezzarci per rendere grande l'evento. L'obbiettivo era correre e camminare in 500, 5 gruppi da 100. Mi do da fare invitando tutti i potenziali podisti che mi vengono in mente, e che non hanno ancora partecipato a una Missione. Uno esce da un infortunio e non se la sente. Uno lavora. Uno giura che sarebbe venuto e cala il pacco (ed è uno che i lettori di Piovonorunners conoscono, ahimé). Due rispondono entusiasti che ci saranno ma non sentono la sveglia. Una ha un attacco intestinale la domenica mattina.

Insomma, come altre volte era successo, ci ritroviamo all'appuntamento io, Carletto e Ruggiero.

Carletto si presenta in jeans e piumino stile omino michelin di colore rosso. Le strade di Milano piangono la sua assenza, ma è meglio non sforzare la caviglia fragile. Carletto, il Van Basten di Piovono Runners, segue il gruppo in bici.

(nella foto: Carletto, in fondo, impegnato nella ola)
Ruggiero arriva alle 8.20. Aveva preso sul serio le parole del post precedente e si era presentato puntuale. Prima da una mano a gonfiare di elio i palloncini di Theodora (o di theodora i palloncini di Elio, non ricordo). Poi aiuta a realizzare le spille nere da indossare in memoria del vigile di Milano ucciso da un SUV. Poi aiuta a distribuire i kit del gruppo giallo. Poi, alla partenza, quando non resta più nessuno, aiuta a controllare la cassa, e a smontare e sistemare i banchetti. Poi quando ritorniamo dalla Missione, un'ora e mezza dopo, lo rivedo. "Ma Ruggi, dove sei stato?!?" "Eh, c'era da dare una mano". E' un mito Ruggiero.

(nella foto: Ruggiero presidia il banchetto dei gialli)
Io mi presento alle 8.40. Lo so, avevo scritto tra le 8 e le 8.30. E' che la bambina mi aveva vomitato in macchina. O le locuste. Insomma, mi dovevo preparare per bene.

(nella foto: occhiali, cappello, abbigliamento tecnico, manico di scopa, bandiera.
Credete che si possa sistemare tutto in un attimo?)
E poi è domenica, cribbio. Bisogna fare una colazione decente. E digerirla.

Arrivo alle 8.40 e sono tutti al lavoro come api. Mi cooptano subito nel gruppo dei gialli (c'erano cinque gruppi, ma quello dei gialli era decisamente il più figo) e do una mano anch'io a preparare le spille nere.

(nella foto: Marziani al lavoro)
Chi stava a Milano quel giorno forse ricorderà il freddo che c'era in città. Fucking frozen è l'espressione giusta per definirlo. Me la insegnarono in Irlanda tempo fa e non ho ancora trovato niente di più adatto.

Finite le spille devo trovare un'attività movimentata, che sennò mi iberno. "C'è da distribuire i kit della squadra gialla" (maglietta rossa di Theodora, braccialetto giallo, tre fiori). "Eccomi!" Rispondo.

Il compito è semplice: bisogna consegnare ai Marziani che arrivano il kit imbustato. Il Marziano che accetta il kit farà parte della squadra gialla. Un'attività tranquilla, sembrerebbe. Ma qui stiamo parlando di podisti. Tapascioni, amiconi ye ye, ma sempre podisti. Abbiamo le gare nel sangue. Ipercompetitivi siamo.

I cinque gruppi sguinzagliano ciascuno due/tre procacciatori di adepti. La sfida è aperta e forse si eccede nell'agonismo, come testimonia uno dei cooptati nei gialli.
"Appena sbuchiamo dalla metro di fianco alla Cattedrale gotica milanese veniamo “assaliti” da due marziani che ci reclutano di “forza” nel gruppo del 5 giallo!"
Qui il resto del racconto.

Non capisco di che si lamenta: 1) non l'ho neanche minacciato; 2) è finito nel gruppo più figo. Mah.

Finito il reclutamento sono già le 10.30 e ci tocca partire. Giriamo per il centro di Milano, realizziamo flashmob, corriamo, ci divertiamo.

4 fucsia (blah)
5 giallo (si vede che è il più figo)
L'altro 5, quello rosso (banale)
0 grigio (che tristezza)
2 azzurro (pff)
45502
il numero al quale mandare un sms per sostenere la Fondazione Theodora


N come Nicolò Savarino, il Vigile ucciso in Bovisa
- i Vigili Urbani sono nostri grandi amici
(dal manifesto dei Podisti da Marte)
Immaginate 500 persone che corrono libere per Milano. Vestite di rosso. Corrono per beneficenza, per cambiare l'attitudine dei milanesi nei confronti dei podisti. Corrono per divertirsi.

Immaginate di essere una di queste 500 persone. Voi come vi comportereste?







(Qui i link per leggere tutti i racconti e vedere tutte le foto.)

Ecco, dopo avere dormito 5 ore ed essersi svegliati alle 6.30 perché non si può rinunciare alla colazione della domenica. Ma neanche alla Missione!
Dopo avere utilizzato un manico di scopa a mo' di asta per la bandiera.
Dopo avere pinzato 150 spillette nere al freddo e al gelo.
Dopo avere costretto un povero padre di famiglia a iscriversi al gruppo dei gialli (me ne sarà eternamente grato).
Dopo avere folleggiato per 7 chilometri per le strade di Milano.
Dopo avere preso parte alla raccolta di 3.105,50 euro per la Fondazione Theodora.
Dopo avere inviato un sms al 45505 (c'è tempo fino al 29 gennaio).

Adesso che cosa faccio?

Semplice: corro. Mi alleno. Preparo la Maratona di Milano.

Resoconto 3° settimana 16.1.12 - 22.1.12
Programma 4° settimana 23.1.12 - 29.1.12
C'è qualcuno che vuole aiutarmi a farlo?


venerdì 13 gennaio 2012

Di Rosso Vestiti

Cerco sempre di dedicare un post alle Missioni dei Podisti da Marte. Di solito scrivo dopo che c'è stata la missione. Prima metto solo qualche avviso qua e là nei post che la precedono e pubblico link nella mia pagina fb (da questa missione anche nella pagina twitter).

Questa volta no! Urge un post dedicato alla missione prima che la missione accada. Bisogna fare proselitismi. Proselitiamo!

La missione di questa volta è dedicata alla Fondazione Theodora. Theodora si occupa di formare i Dottori del Sorriso, professionisti della risata che assistono i bambini negli ospedali. E siccome questo è un blog di professionisti (dell'amore), mi sembra il minimo che si corra per loro alla prossima Missione marziana.

Di solito le Missioni si caratterizzano per la corsa leggera, l'allegro cazzeggio e qualche piccolo flash mob più o meno improvvisato. Questa volta il flash mob sarà l'evento principale. Quindi è essenziale essere in tanti. Ci saranno cinque gruppi (fucsia, giallo, rosso, grigio, azzurro) che si muoveranno lungo lo stesso percorso, a debita distanza, per le vie del centro di Milano, per poi riunirsi in Piazza Duomo e formare il numero 45502. 45502 è il numero al quale inviare un sms per sostenere la Fondazione Theodora. Doveva servire anche per votare al Grande Fratello ma Endemol non ha concesso i diritti.

Di lì in poi seguono altri simpatici tratti di corsa e flash mob. Ma non voglio rovinare la sorpresa.

L'appuntamento è domenica 15 dicembre 2012 alle ore 9.45 alla Galleria del Corso.
Le istruzioni si trovano qui: http://www.podistidamarte.it/?p=1029
Qui si trova il punto esatto in cui ci si incontra: http://maps.google.it/maps?q=galleria+del+corso+milano&hl=it&ll=45.465082,9.195728&spn=0.008533,0.021136&hnear=Galleria+del+Corso,+20122+Milano,+Lombardia&gl=it&sqi=2&t=h&z=16&vpsrc=6&iwloc=A

Io sarò lì dalle 8 a dare una mano e a godermi lo spettacolo della preparazione di una Missione.

Il dress code della missione è il rosso, come il naso dei clown. Verrà consegnata ai partecipanti una maglietta rossa da indossare, però sarebbe meglio avere già con sé l'abbigliamento adeguato.

Per questo mi sono attrezzato adeguatamente:

Spero che lo facciate anche voi.

lunedì 9 gennaio 2012

"E viva i pomi!"

Sempre e viva, nevero.

(nel video: un marziano al minuto 00:31)

Il 6 gennaio non è solo la festa della Befana. Da 38 anni è anche la festa della Ciaspolada in Val di Non. Circa 6.000 persone tra bambini e adulti affrontano con le ciaspole un percorso di 6 km e qualcosa in mezzo alla valle delle mele. Mele=pomi, per i trentini e gli accademici della Treccani. C'è chi corre per 6 km. Chi cammina per 6 km. Chi si fa trascinare sul bob per 6 km (tendenzialmente bambini piccoli). L'importante è che si abbia tutti le ciaspole, le racchette che si attaccano ai piedi per non affondare sulla neve.

Per chi non lo sapesse, il sottoscritto ha vissuto ben 5 anni in Trentino, a studiare le leggi d'Italia. Che studiate dall'estero si imparano meglio. Ebbene, in 5 anni non avevo mai corso la Ciaspolada. Non sapevo neanche che esistesse, a dirla tutta. In realtà non ero neanche stato in Val di Non.

Fino al 31 dicembre non sapevo se sarei riuscito effettivamente a iscrivermi e partecipare. Tutto dipendeva da quanti giorni sarei riuscito a restare in Trentino. Di sicuro il 31 dicembre ero a Trento, come scritto nel post di fine anno. Poi bisognava trovare il modo di arrivare all'Epifania. Mentre gli allenatori di calcio superstiti erano contenti di aver mangiato il panettone, io dovevo fare in modo di mangiare lo Zelten*.
*Dolce tipico trentino. Non c'entra nulla con l'Epifania, ma mi piaceva il parallelo. Che poi potevo anche inventarmi che era il dolce preferito dalle Befane di Dro, tanto chi legge che ne sa?

Il modo di mangiare lo zelten lo trovai grazie a Roberto. Roberto è un carissimo amico di Rovereto, che vive a Villa Lagarina e lavora a Trento. Roberto ha una compagna, Chiara, e una giovane figlia, Nina (la bimba più bella del mondo). Ma soprattutto ha una casa a Fai della Paganella, nota località sciistica.

Domenica 1 gennaio 2012.
"Ciao Roberto! Come stai? Da quanto tempo che non ci vediamo, eh?"
"Scusa non ho il tuo numero, chi sei?"
"Ma come chi sono?! Valerio, il tuo carissimo amico!"
"Valerio, Valerio, Valerio... quello con tanti capelli?"
"Esatto, però adesso li tengo in un cassetto. Senti, mi trovo a Trento per il capodanno. Tu hai ancora una casa a Fai della Paganella?"
"Sì, la casa costruita dalla mia famiglia in anni di lavoro e sacrifici. Perché?"
"Ma niente, così, chiedevo. Posso passare a prendere un caffé? Come sta la piccola Giovanna?"
"Nina, ma veramente stavamo per andare a letto."
"Perfetto! Apri sono sotto casa tua."

Mi sono quindi dapprima imbucato a casa di Roberto, Chiara e Nina a Villa Lagarina. Dappoi siamo andati a Fai della Paganella a correre, sciare e mangiare lo zelten della nonna di Nina. Quindi, io e Roberto abbiamo corso la Ciaspolada.

Una gara fantastica, un tifo stupendo, caldissimo, pieno di brio. Quello della maratona di New York. Dicono. In Val di Non sono un po' più chiusi. Forse il freddo, forse il raccolto delle mele non era andato come sperato. Forse che sono irrimediabilmente nonesi (chiedo scusa agli amici nonesi che leggono il blog. Adoro le Melinda).

Fatto sta che c'è voluto dell'impegno per suscitare il tifo. Più del solito quantomeno. Avevo con me la bandiera marziana, che scalderebbe anche i cuori dei bergamaschi. All'inizio l'ho integrata con un semplice "yuhuuuu", ma non è bastato. Poi ho aggiunto "forza col tifo, capre!!", ma non ha sortito l'effetto sperato. E' stato al 2° km che mi è venuta l'illuminazione. Come non pensarci prima?!

"E viva i pomi!!"

Un tripudio! Oddio, non esageriamo. Un bipudio!!

La gara è stata in effetti fantastica. Partenza a Romeno e arrivo a Fondo. Di solito assumo orzo pregermogliato tre ore prima della partenza, per essere sicuro di digerire tutto. Questa volta mi sono pappato due fette di panettone due ore prima. Arrivati alla partenza c'era un banchetto degli Alpini, ho fatto la sola cosa saggia che potevo fare: "un bicchiere di vin brulè, grazie". Con questo carico ragguardevole, e con la bandiera marziana, ho affrontato la gara. Nelle salite si sentiva più il panettone che il vin brulè. E si sentivano i 13 km corsi il giorno prima a Fai. All'arrivo a Fondo è stato tutto vin brulè. Saluto ad Alessandro, milano-trentino con casa a Fondo, incitamento alla folla, scatto con le ciaspole, retrorunning, caduta all'indietro (il retrorunning non è fatto per le ciaspole), e taglio del traguardo. Foto con la befana e via a bere altro vin brulè degli alpini (crea dipendenza).

(con Alessandro, mostriamo orgogliosi la Bandiera)
(con Roberto, sorridenti, prima della partenza. Ancora non sa che gli ho finito il panettone)
(nella foto: la Bandiera sventola anche in salita!)
(nella foto: ultimi 50 metri)
E' stata dura lasciare la piccola Nina. Purtroppo il dovere mi chiamava a Milano. Tante corse mi aspettano, tanti allenamenti. La missione dei Podisti da Marte di domenica prossima.

E poi Nina ha solo un anno e tre mesi, e il modello Arcore non va più di moda nel 2012.

giovedì 5 gennaio 2012

Correre a Natale

25 dicembre, ore 21.Nell'ora più sedentaria e satolla del giorno più sedentario e satollo dell'anno esco di casa, ammantato di nero e strisce fluo per cercare un miraggio: l'esterno, la solitudine, il movimento.
Reduce da un pranzo di due ore, un sonno profondissimo di tre e un'eliminazione epurativa delle scorie di pacchi e piatti, regali e bicchieri che sbucavano da ogni angolo della casa.
Avvertivo forte il bisogno di cambiare punto di vista. Di sentirmi altrove.

La corsa ha realizzato il mio desiderio. Mi ha ovattato dal Natale, mi ha portato a fendere strade sornione e stanche, mi ha regalato la compagnia di pensieri solitari e bisbiglianti che altrove non sarei riuscito a sentire.
Non c'era nessuno in giro. Ma nessuno davvero. Nessuno al punto che credo di non aver visto nemmeno un proprietario di cane con animale al seguito.
Forse a Natale i cani pisciano sull'abete, in casa, mentre i padroni si avventano con la determinazione intorpidita degli zombi sugli avanzi del pranzo.

Ho corso i 14 km più stralunati, sovversivi e splendidamente tristi dell'anno.
Mi sono fermato una volta sola, sul primo dei ponticelli pedonali del Naviglio Grande, perchè quell'attimo imponeva di essere guardato da fermo e fotografato negli occhi per sempre. Non un anima viva, nè davanti nè dietro di me, nè su una sponda nè sull'altra.
Ho respirato, ho soffiato fuori un pensiero e sono ripartito.