Ho appena finito di leggere il resoconto semiserio della prima gara ufficiale di Piovono Runners ed è con un sentimento di ammirazione e invidia che vi faccio i miei complimenti.
Come accennato nell’ultimo scritto, sabato avrei dovuto andare a correre con mio fratello, ma alla fine è stato spostato il tutto a domenica. Non nascondo di essere stato ben lieto nel assecondare la sua richiesta. In primis perché venerdì sera ero davvero stanco. Si concludeva la mia prima settimana di allenamento in cui in sette giorni, con cadenza di un giorno si e uno no, ho corsicchiato. Certo con sessioni che non hanno mai superato i 25 minuti, ma da zero a venticinque il passo è enorme. Secondo perchè, come sapete lei mi consigliava la domenica, e siccome il monito aveva ricominciato a riecheggiarmi nelle orecchie e visto quello che mi è successo lunedì scorso, mi sentivo più tranquillo nel sapere che nessuna entità soprannaturale mi avrebbe punito per la mia stupida spocchia. Di conseguenza ho accolto questo cambio di programma come quando da piccolo riuscivo a convincere i miei genitori a farmi stare a casa da scuola il giorno seguente. Felice come una pasqua.
Lo so, un vero runner non dovrebbe mai desiderare di paccare un allenamento, ma io non lo sono ancora, non ero nemmeno un vero aspirante prima di domenica e quindi penso mi sia concesso avere ancora una doppia personalità, però per cercare di concludere al meglio la metamorfosi ho acquistato la biografia di un uomo che ha fatto suo il motto “mens sana in corpore sano”. Ho comprato la biografia di Keith Richards.
A parte gli scherzi vi giuro che mi è proprio servito quel giorno in più.
Domenica mattina quindi come un vero runner sono sgattaiolato fuori di casa, ma non alle 6 del mattino, e anche io ho cercato di non svegliare Fede, ma non ci sono riuscito (scusa amore).Ve l’ho detto che non lo sono ancora.
Comunque erano le 10 del mattino, il sole era alto e in effetti la giornata era qualcosa di pazzesco, almeno fino a quando rimiravo il cielo azzurro e limpido da dentro casa.
Fuori c’erano 2 gradi.
Certo a confronto delle temperature da gulag siberiano dove stavano correndo i nostri moschettieri, io ero alle Barbados, ma vi assicuro che il primo impatto non è stato proprio piacevole, nonostante mi fossi munito di tutto quello che è necessario per correre all’aperto a gennaio.
Ed ecco il momento che stavate bramando, la descrizione della mia mise. Subito voglio precisare che si tratta di indumenti tecnici che agli occhi profani di alcuni di voi suoneranno ridicoli e buffi, ma invece sono tutt’altro, anzi sono anche molto belli e da uomini veri!
(Il paragrafo seguente va letto con la voce di Fantozzi, come quando descrive il suo abbigliamento e quello di Filini durante la loro partita di tennis nella nebbia…)
Sopra ho abbinato una maglietta a maniche lunghe con interno in pile leggero, nera con sottili inserti arancioni stile Tron. Sempre sopra avevo una maglietta con la zip a maniche lunghe verde acido fosforescente, più spessa da usare come felpa, anche se aveva un decimo del peso e teneva quattro volte tanto il calore. Ai piedi le mie fidate asics e poi, dulcis in fundo, i pantaloni da corsa aderenti che belli belli non sono, ma essendo felpatini all’interno alla fine tengono un gran caldo, se ti muovi ovviamente. Ah dimenticavo che al collo avevo un collo di pile, mentre non avevo nulla come cappello o come guanti. Per la testa poco male ma per le mani, all’inizio ho molto invidiato i guanti a mio fratello, e ho solo potuto accontentarmi di allungare le maniche della maglietta nera e infilare i pollici negli appositi buchi così da coprirle parzialmente.
Avendo deciso di correre nella mia zona, le opzioni erano due, o correre zona S.Siro-Lotto-Ippodromo o andare a correre al Monte stella, o come viene più appropriatamente chiamata Collinetta di S.Siro.
Ho optato per la seconda, anche perché è un must, e quindi ho pensato fosse il posto ideale per la mia iniziazione.
Per chi non è mai stato alla Collinetta di S.Siro, si tratta di un piccolo promontorio che è stato costruito con i detriti causati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e le piste dove correre, girano tutte attorno alla collinetta e si arrampicano anche sopra, creando una spirale.
Iniziamo quindi il nostro riscaldamento, un paio di minuti di camminata, in cui gli spiego che ho un allenamento stabilito, e che dobbiamo avere un passo che ci permetta di chiacchierare perché è così che consigliano, e partiamo. Come vi avevo raccontato, l’ultima volta, le caviglie ad ogni appoggio mi facevano male, sembrava come si incassassero ad ogni appoggio, e invece domenica nulla, fresco come una rosa. Mi sentivo le gambe leggere, tonico, e nonostante stessimo chiacchierando, non avevamo un passo poi così lento. Tutto merito di quel benedetto giorno in più.
Tutta questa sicumera ha fatto sì che dopo qualche metro in scioltezza decidessimo di assaltare la spirale.
Da zero fino alla prima curva ho tenuto benissimo, poi alla seconda curva le gambe leggere sono diventate decisamente più pesanti, fino a diventare come di colla attaccate all’asfalto, con il cuore a mille. Proprio in quel momento ci passa una tizia che ho pensato essere il frutto del mio cervello in debito di ossigeno. E non perché fosse una visione celestiale, ma perché un momento prima c’era e un momento dopo era svanita, e soprattutto perché aveva la stessa capigliatura della Principessa Leila di Guerre Stellari. La seduta ha proseguito con me che stavo zitto, muto, totalmente sprovvisto del dono della parola, che solo in sporadici momenti di pochi secondi riacquistavo, per poi tornare nel mio mutismo
Sul finire in un momento di apnea, quando oramai l’allenamento era diventato un “si corre fino a scoppiare”, mio fratello cercò di spronarmi a raggiungere la fontanella tanto agognata facendomi notare che ci stava superando la Principessa Leila e lì capii che non ero diventato matto.
Ora però posso considerarmi un aspirante runner! Speravo di essere più prestante ma va bene così, ho avuto il mio battesimo della strada, ho provato l’ebrezza di correre e macinare davvero chilometri e questo mi basta. Per migliorare c’è tempo.
No no non mi sono dimenticato, ve l’avevo promessa ed eccola la foto, mi rimetto al pubblico ludibrio ma conscio del fatto che noi veri uomini runner è così che affrontiamo il freddo che gli altri invece fuggono al calduccio a casa. J
Ultimo ma non per importanza, voglio ringraziare Cristiano e Carlo per avermi concesso l’onore di essere nominato ufficialmente collaboratore di Piovono Runners e avere così il mio nome in alto a sinistra.
Wow!
Grazie.
Sei bellissimo, ogni altro commento sarebbe superfluo davanti a un uomo cosi Super Fluo.
RispondiEliminaQuesta era pessima, scusa.
Oh mio dio, quanto si bell!
RispondiEliminache bello hiihihihihi ;-)
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