Non c'erano aerei, i treni andavano a carbonella, i piroscafi cozzavano con gli iceberg, i cacciatori di teste non lavoravano per le multinazionali e allora, per scoprire le meraviglie del mondo, si leggeva un bel libro. E si arrivava a sapere tutto, sin nei minimi dettagli, di ciò che mai si era visto, né sperimentato, ma solo immaginato, o a voler essere gentili, studiato.
Grazie alla tivù questa specie di uomini dell'esperienza virtuale è sopravvissuta sino ai giorni nostri e si è evoluta, specializzandosi in diverse discipline.
Una delle discipline più praticata è quella dello sportivo in poltrona, cui, modestamente, appartengo da anni.
Non traggano in inganno le foto che mi ritraggono durante le corse, si tratta di rarissime eccezioni alla regola della poltrona.
Nel corso degli anni sono stato Biatleta, Pilota (sia di F1 che di Moto), Fondista, Millesiepista, Saltatore in Alto, e via dicendo. Durante quelle pantagrueliche scorpacciate di sport che sono le Olimpiadi, ho imparato a evitare le piaghe da decubito con spostamenti strategici calcolati al centesimo di secondo. So tutto del Curling, del Tiro dalla Fossa, distinguo un salto Toe-loop da un Axel.
E stasera, finalmente, dopo mesi di corsa, di freddo, di sudore, di dolori fisici, tornerò alla mia disciplina sportiva preferita. L'allenatore nel pallone.
Coppa del Re, Birra alla Spina, Amici e, soprattutto, Stinco e Patate.
E la corsa?
La corsa c'è ancora, ovviamente. Ma per oggi può aspettare.
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