martedì 3 maggio 2011

Running away the hangover

Correre fa bene. Questo si sa da sempre. Ma correre fa anche bere e a noi fa bere alcolici. Che ci troviamo a Milano, o a Londra, la solfa non cambia.

La sera prima della maratona di Roma due birre. Quella prima della maratona di Milano, alle tre del mattino, contemplavo il fondo del quarto vodka-lemon. Lunedì mattina di Pasquetta, sul lungomare di San Sostene, smaltivo l'alcool delle feste.

Questa domenica, quella appena passata, ero reduce da un addio al nubilato (sì, nubilato! e stranamente, vista la decisa avvenenza, non uscivo nudo dalla torta a fine cena. un vero peccato, mi dicono).

Il rientro era avvenuto alle sei del mattino (la festeggiata già dispersa alcune ore prima), zigzagando da un muro all'altro per non cadere a terra, per riuscire a fermarmi e per cambiare direzione.

Alle nove e un quarto ero già sveglio. Occhio pallato, fronte sudata, stomaco forza otto. Di riprendere a dormire non se ne parlava proprio.
In borsa, però, sapevo che c'erano loro, le scarpe. E così, senza piegarmi troppo per allacciarle, sono uscito al sole e alla brezza marina di Santa Margherita Ligure.

I primi passi non sono stati molto decisi, ma piano piano il ritmo si è fatto più stabile, il fiato regolare, e ho iniziato a godermi la corsa sulla litoranea che collega Santa a Portofino, e che non esito a definire una delle più belle fatte finora.

Da un lato le onde del mare che si infrangono sulla scogliera, dall'altro il monte di Portofino, ammantato di alberi. Il sole alto, ma non troppo. La brezza di mare che mantiene la temperatura sempre delicata. Arrivo a Paraggi e mi sento bene, carico di energia positiva e proseguo fino a Portofino. 

Al ritorno, mentre passo affianco al Covo, mi ricordo improvvisamente che, a un certo punto della serata, ho cantato (e ballato!) a squarciagola questa canzone


Tronfio raddrizzo le spalle, sollevo ben alto il capo e ritorno in albergo

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