mercoledì 22 febbraio 2012

Appuntamento con la Storia - parte I

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Mentirei se dicessi che arrivavo sereno all'appuntamento con la storia. Scusate, la Storia.
(nella foto: l'immagine di un uomo distrutto)
Domenica 19 febbraio 2012 avrei corso la mezza maratona di Verona. Gli organizzatori, in un impeto di creatività l'hanno chiamata Giulietta & Romeo Half Marathon (associazioni mentali: San Valentino, Verona, Shakespeare, Baci Perugina, mezza maratona).

Da ragazzo interpretai Romeo in una recita scolastica (altro che Di Caprio!), sono legato alla figura di quel giovane sfigato innamorato e capellone, che ero quando interpretavo Romeo. E poi Romeo si arrampicava sull'edera. Non come quella innamorata sfigata di Giulietta, che passava tutto il tempo sul balcone a lagnarsi delle rose, che fece venire un infarto al povero Romeo fingendosi morta, che ha ottenuto dalla storia una statua di bronzo dalla tetta consumata, il nome di un auto, e l'interpretazione di un'attrice che nessuno si ricorda perché tutti pensano che sia la Winslet a recitare insieme al Di Caprio in quel capolavoro da bimbiminkia che fu Romeo+Juliet. Grande rispetto, invece, per Romeo, er mejo der Colosseo. Per questo chiamerò la mezza maratona di Verona, Mezza di Verona. O al massimo la Romeo & Giulietta Half Marathon.

Ma in questo post non parlerò della Romeo & Giulietta Half Marathon. Se ne occuperà la seconda parte di "Appuntamento con la Storia".

Vi parlerò di quanto successe prima del 19 febbraio 2012. Sapete già ciò che successe a Santa Cristina. E se non lo sapete potete leggere questo chilometrico post http://piovonorunners.blogspot.com/2012/02/santa-cristina-che-frec.html, o questo essenziale riassunto: corsi 30 km in 2 ore e 43 su percorso collinare a -14° e 75% neve fresca.

Il risultato di quella esilarante impresa sono stati quattro giorni con i polpacci distrutti e due settimane con un piede dolorante. Dei 160 km che avrei dovuto correre nelle settimane successive ne corsi circa 40. Degli 11 allenamenti ne feci 3. Il modo migliore per approcciarsi alla Mezza di Verona. E per raggiungere il traguardo di scendere sotto le 3 ore alla maratona di Milano.

Ma in questo post non parlerò degli allenamenti mancati, dell'ira funesta e del freddo pungente. Parlerò di Storia.

E' sempre una giornata storica quando corrono i Marziani.
(nella foto: no, scusate, non credo ci siano perifrasi per descriverci. Nella foto: i Marziani)
E io ero molto triste. Come me lo erano tutti quelli che correvano e folleggiavano per Milano.

Il tema della Missione era "Prova d'orchestra". Si correva per La Strada, una onlus milanese che si occupa di adulti e minori in difficoltà, adolescenti a rischio, dispersione scolastica, tossicodipendenze, senza fissa dimora, minori vittime di maltrattamenti e abusi.

Dovevamo raccogliere 1500 euro per La Strada e divertirci. Purtroppo nessuno è riuscito a divertirsi.

Si correva per La Strada. Ma anche per i marciapiedi e dentro la Galleria Vittorio Emanuele. E il tono di questa "battuta" dovrebbe far capire quanto poco ci siamo divertiti. Tristezza.

Come sempre, la Missione è partita con giorni di anticipo. Non tutti sanno che esiste uno Zoccolo Duro marziano. Lo Zoccolo Duro è un animale, frutto di un'evoluzione darwinianisticamente precisa. Tra i tanti folli che corrono alle Missioni, se ne sono autonomamente selezionati di più folli che si occupano della preparazione dell'evento.
(Nella foto: la femmina dello Zoccolo Duro)
Io dovevo amaramente correre la Mezza di Verona. Sapevo in anticipo che non avrei potuto aiutare. E ciò, come potete immaginare, mi procurava ancora più dolore.

Con gioia (spersa nel mare di lacrime che è l'esistenza) ricevetti un appello last minute, venerdì sera, dal folle dei folli che folleggiano.
cari vicini di casa (o quasi), chi di voi può aiutarmi dopo cena per
tagliare/attaccare i fogli degli strumenti sui cartoni?
ieri ne ho distribuiti la metà, ma me ne restano UN BORDELLO

dopo cena?

un NO non crea problemi
Risposi subito di sì. Con dimesso entusiasmo. E dopo essere uscito dall'ufficio alle 21.17, avere mangiato velocemente in un ristorante cinese di Via Sarpi, mi presentai alle 22.39 sotto casa del vicino di casa. Roba che neanche Normalman.

Il mio compito fu di sagomare e far combaciare scatole di cartone e strumenti stampati su A0. Ecco un'immagine scattata all'1.30 di notte.
(nella foto: mestamente riflettevo "e chistu comu o 'ncasu"
trad. "come posso sagomare e far combaciare questo strumento grande quanto l'Africa")
In qualche modo finimmo. Alle 2. Il giorno dopo si folleggiò per La Strada (e per il marciapiede, etc.). Con mestizia, naturalmente.

Io non corsi con gli altri, per non affaticare le gambe prima della Mezza di Verona. Li seguii in bici. Seguire in bici una missione dei Podisti da Marte è comunque divertente. Non è come prendere parte alla follia. Però consente di respirare l'entusiasmo e la gioia di oltre 100 persone che ridono, corrono, camminano, saltano, ballano, dirigono orchestre, fanno le smorfie ai fotografi, suonano strumenti di cartone, corrono attorno ai giapponesi, scherzano coi russi.

Solo che io ero triste. E la tristezza è il raffreddore dell'anima. Come insegnano i bigliettini dei baci perugina scritti da Moccia.
(nella foto: al centro un uomo triste sulla sua bicicletta)
Non riuscii, pertanto, a gioire delle farfalle che svolazzavano soavi per Milano.
(nella foto: la prova che i Marziani non indossano le mutande) 
Né delle cinque volte che i Marziani si fermarono a suonare e a ballare, attirando spettatori dai cinque continenti.
Né quando si esibirono alla Scala.
(nella foto: un'orchestra magistralmente diretta)
Né quando si esibirono in Piazza Duomo.
(nella foto: tanta, tanta, tanta desolazione)
Né, infine, leggendo i racconti e guardando le foto della Missione sul sito dei Podisti Da Marte.
(nella foto:  un compagno di sventura)
Sì, insomma, non mi sono divertito per niente. Non lo spirito giusto, prima della Romeo & Giulietta Half Marathon. Mancando l'allegria, come potevo sperare di migliorare il tempo sulla mezza maratona?

L'allegria è il profumo della corsa, come direbbe Tonino Guerra. E io ero raffreddato.

[Fine della prima parte]

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