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giovedì 23 febbraio 2012

Appuntamento con la Storia - parte II

Questo post sostiene la campagna: Di corsa per la De Marchi. Se ti sei perso il lancio della campagna, ciufoli tuoi, questo è il link del lancio. Qui, per contribuire alla campagna.

Per chi si è perso la prima parte. Questo è il link con il chilometrico racconto dell'ultima Missione dei Marziani. [prima parte]

Qui un'immagine che riassume egregiamente l'evento:
(i Marziani sono matti come cavalli)
Mentirei se dicessi che arrivavo sereno all'appuntamento con la Romeo & Giulietta Half Marathon.
(nella foto: si badi, il sorriso prima della partenza è per la compagnia, non per lo stato d'animo. Si badi)
Spossatezza fisica e mentale presero il sopravvento nelle due settimane che precedettero la gara. Fui travolto da un loop mortifero di "stanchezza / niente corsa / nervosismo / ira / senso di colpa / stanchezza / niente corsa / nervosismo / ira / senso di colpa / stanchezza / niente corsa / nervosismo / ira / senso di colpa / stanchezza / niente corsa / Sanremo / ira / senso di colpa / stanchezza / niente corsa / nervosismo / ira / senso di colpa / stanchezza / niente corsa / nervosismo / ira / senso di colpa / stanchezza / niente corsa / nervosismo / ira / senso di colpa".

Tre allenamenti in due settimane, 40 km corsi, troppi pochi nelle gambe. Nessun allenamento sulle ripetute, dove trovo la spinta per finire la gara sull'ultimo tratto?

E' con questo spirito che mi presento a Verona sabato 18 febbraio 2012. Uno spirito, certo, rinfrancato dalla Missione marziana della mattinata. Ma anche uno spirito consapevole che il personale sulla mezza maratona non sarà realizzato.

Un anno prima, stesso giorno, scendevo dal treno con ben altre prospettive. Volevo scendere sotto 1 ora 27 minuti e 01 secondi. E c'ero riuscito. Anche troppo, 1 ora 23 minuti e 27 secondi.

Un anno prima ero meno allenato nel complesso, ma più in forma. Non avevo perso due settimane a innervosirmi inutilmente dietro a un corpo ingolfato. In più avevo la spinta di donazioni costanti per l'EEIBA sulla pagina di Justgiving. Quest'anno la pagina di Retedeldono sarebbe stata creata dopo la gara, la sera stessa.

Il giorno prima rinuncio a correre la Missione marziana per non affaticare le gambe. Il pomeriggio scendo dal treno che sono le 5. Cammino verso Piazza Bra, dove dovrei ritirare il pettorale. Arrivo a Piazza Bra, dove nei due anni precedenti avevo ritirato il pettorale.

Il pettorale non è lì. C'è l'arrivo della gara, transennato. Ma niente che faccia pensare che l'expo della Mezza di Verona sia in Piazza Bra. Santa Cristina, come vorrei aver guardato il sito internet della gara prima di partire! E adesso come faccio?

Per fortuna che esistono gli smart-phone con la connessione a internet!, penso. Purtroppo non ne ho uno. Il mio cellulare è però abbastanza smart da consentirmi di chiamare la donna-più-buona-del-mondo.

Pronto
Sì?
Sei davanti al computer?
No
Puoi andare collegarti a internet e controllare dove si trova quel c@#?o di expo dove posso ritirare quel fo*#?to pettorale? (ero molto nervoso, prima di partire avevo scoperto che Belen portava le mutande)

Tanta pazienza da parte della donna-più-buona-e-paziente-del-mondo dopo ed ecco trovato il posto dove si ritira il pettorale: il Palasport, dall'altra parte della città.

Torno rassegnato alla stazione dei treni. Lì vedo passarmi davanti l'autobus 13 che, a detta di google, mi avrebbe portato al Palasport. Lo rincorro. Lo perdo. Prendo il taxi.

5 minuti e 7 euri dopo eccomi al Palasport.

Qualcuno si chiederà: "perché un incipit così lungo e noioso? Non bastava parlare subito alla corsa?"

Valerio: "ebbene, Qualcuno, no non bastava. La mia intenzione era di far provare ai lettori la frustrazione di chi ha rinunciato a correre la Missione per non affaticare le gambe la mattina ma ha camminato per 3 km la sera. Di chi ha preso uno scomodo regionale Milano-Verona per risparmiare e ha speso per il taxi quello che ha risparmiato non prendendo il comodo treno rapido. Grazie per la domanda, Qualcuno, mi consente di chiarire il perché di questo incipit così lungo e noioso."

Qualcuno: "aaah"

Il giorno della gara

La Mezza di Verona è una gara molto bella. Tosta ma con bei percorsi. Una discreta quantità di pubblico a fare il tifo lungo le strade. Tante persone alla partenza. E' una gara ben organizzata con pacemaker per tutte le distanze. I pacemaker sono quei tizi dell'organizzazione che corrono con un palloncino con scritto quanto ci impiegano a finire la gara. A Verona ci sono anche i pacemaker per chi vuole finire in 1 ora e 20. Fischia che pacemaker!, penso.

Arrivo tranquillo un'ora e mezza prima alla partenza. Incontro i compagni podisti del Gazzetta Runners Club. Incontro Ruggiero, quasi un habitué di questo blog.
(nella foto: oscure presenze sul Gazzetta Runners Club)
Ma l'incontro più importante della mattinata avviene in bagno. E' Andrea, strongman runner e trevigiano, conosciuto in quel di Weeze (Germania) nel lontano aprile 2010.

Andrea, come stai?
Ciao Valerio, veramente in questo momento starei urinando
Sì lo vedo, aspetta che mi unisco
...
Allora? Carico per la partenza?
Sul serio, non riusciamo a parlarne fuori dal bagno, ci stanno osservando tutti?
Ok
[poco dopo]
Allora? Carico per la partenza?
Sì, dai, abbastanza. Tu?
(rattristandomi) mah, sai, le solite cose, la morte e la vita non cambiano mai. Ero qui per correre il personale, ma poi un sacco di disgrazie, adesso ti racconto...
Guarda, tutto interessantissimo ma devo andare.... ma scusa, di che colore hai il pettorale?
Rosso, perché?
I rossi son quelli che partono in ultima fila. Ci sono 5 batterie, la prima è la gialla. La rossa è l'ultima.
Cooooooooooooooosaaaa?!!?!?!? E' stato bellissimo incontrarti. Ciao eh ciao.

Corro, scappo alla partenza. Cinque batterie la rossa è l'ultima. La gialla è la prima. Provo a infilarmi nella gialla, ma non mi lasciano passare.

Ma l'anno scorso ho fatto qui 1 ora 23 minuti e qualcosa, perché non mi fate entrare?
Mi dispiace, regolamento. Può farsi mettere un timbro sul pettorale dall'organizzazione.

Mancano 20 minuti alla partenza. Dove ciufolo trovo l'organizzazione?!? Chi è l'organizzazione ?!?!? Mi scapicollo al palazzetto dello sport, circa 700m dalla partenza. Trovo una ragazza dove distribuiscono i pettorali. Le spiego a 300 parole/secondo che non-posso-partire-in-fondo-c'ho-il-personale-da-fare-avevo-dichiarato-un-tempo-bassissimo-corso-a-verona-peraltro-proprio-qui-l'anno-scorso-in-questa-bellissima-gara-in-questa-bellissima-città-amo-giulietta-sul-serio-è-la-mia-macchina-preferita-...

La ragazza mi interrompe e dirotta su uno che c'ha lo sguardo da faccio-parte-dell'organizzazione. Sto per ripartire con il fiume di parole (tra noi). Mi interrompe a "non-posso-partire", traccia un cerchio sul mio pettorale con l'uniposca arancione e imprime sopra il timbro dell'organizzazione.

Sarà bastevole? Penso. Torno all'ingresso della gabbia gialla (e siamo già al 3° km di riscaldamento). Vedono il timbro arancione, borbottano "arancione, qui non c'è l'arancione". Ma si distraggono e sono già dentro.

Sono dentro! Sono giallo! Mi sposto sul lato opposto all'ingresso, dove c'è meno gente accalcata. Pettorali rossi, blu, verdi. Come mai? Mi volto e vedo due tizi con i pettorali blu scavalcare le transenne. Pettorali blu, penultimo blocco. Santa Cristina, che sfiga!, penso.

Il tempo di considerare quanto è crudele la vita e POUM!! lo sparo della partenza.

Imposto il cronometro, punto i palloncini dei pacemaker da 1 ora e 20 e mi accodo. 1 ora e 20. Non riuscirò mai a finire in 1 ora e 20 minuti. Ne sono perfettamente consapevole. Adotto la tattica kamikaze che adottai in altre occasioni: seguo le lepri nella prima fase, mi lascio trascinare il più lontano possibile e poi assesto la marcia su un ritmo a me congeniale per gli ultimi chilometri. Esattamente il contrario di ciò che dovrebbe fare il buon podista (don't try this at home!).

Il primo chilometro passa in 3'40''. Fischia se vanno veloce!, penso. Il secondo chilometro scendono a 3'45''. Socc'!, penso. Così proseguono fino al 5° km. Poi decido di puntarli da un po' più lontano. Sempre più lontano finché scompaiono all'orizzonte.

Sono solo.

Sono solo in mezzo a sconosciuti. Ho il fiatone, tengo un ritmo tra i 3'50'' e i 3'55'' al km. Vedo capannelli di persone ai lati. In altre occasioni avrei urlato per incitarli. Non ho il fiato e sono solo al 9° km. Alzo il pugno quando tifano al nostro passaggio.

Sono solo.

Lo sforzo è più duro di quanto pensassi. Mi aggrappo a ogni pensiero positivo. L'organizzazione è stata davvero crudele questa volta. Tante curve, tanti ponti, tanti saliscendi. Le gambe bruciano per lo sforzo, è dal 1° km che sudo. Ogni rifornimento è un'occasione per svuotarmi addosso mezza bottiglietta d'acqua. L'altra mezza provo a berla ma non riesco a deglutire.

All'11° km ingollo il gel energetico che avevo portato dietro. Un po' di energia, grazie! Dall'11° al 18° km riesco a stare tra i 3'55 e i 4' al km.

Il 18° km è un'epifania. In altre gare questo era il momento in cui acceleravo. Qui ho a malapena la forza per non decelerare. Improvvisamente, però, comincio a stare bene. Per tutto il tempo avevo l'occhio fisso sul cronometro. Quando sei allenato puoi fregartene, il tempo buono arriva da sé. E' quando non sei allenato che devi tenerti sotto controllo. L'allenamento nella corsa, come in tutti gli sport, serve a controllare il fisico nei momenti di difficoltà, di tensione. Il 18° km. Mancano 3 km. Certo, devo stare attento a non mollare. Però sticazzi! (scusate il francesismo), son quasi arrivato. Manca poco. Godiamocela un poco sta spacchio di gara!!
chi è quel pettorale rosso in mezzo ai gialli?
hop
ma... ha un cerchio arancione in alto a destra!?!
hop
hop
HOP!
Il Ponte di Castelvecchio è una salita ripida sui sampietrini, al quale segue una discesa ripida sui sampietrini. In altre condizioni potrebbe distruggermi. In questo momento vedo il personale sulla mezza maratona davanti a me. Non guardo più l'orologio. Sento che tengo il ritmo giusto e questo mi basta.

19° km in 4'01''. Chissene, stiamo quasi arrivando. No one can stop us now.

20° km. Verso la fine, si vede l'arena. Davanti a me c'è un podista del G.P. Casalpusterlengo. Casalpusterlengo, universalmente nota per la nebbia, il teatro, ma soprattutto l'uscita dell'A4.

E' davanti a me ancora per poco. Poco prima di entrare nell'Arena lo supero.
(nella foto: gladiatori nell'Arena)
Poco dopo l'uscita dall'Arena mi supera.

Chissene, sto sotto il personale. Diamo un'occhiata all'orologio...
(nella foto: il Filippo dei podisti guarda la macchina che guarda me che guardo l'orologio)
1 ora 21 minuti e pochi secondi. Potrei scattare e arrivare sotto 1 ora e 22. Potrei rinunciare alla retrocorsa finale. Potrei rinunciare a salutare Zia Carmela che è venuta a vedermi all'arrivo.

VALEEEE!!!!

ZIA CARMELAAAA!!!

Devio per salutarla, scatto, mi giro, retrocorro, mi rigiro, finito!

1 ora 22 minuti e 10 secondi

Nuovo personale sulla mezza maratona.

Strappato coi denti. Ventuno chilometri corsi di testa e di cuore. Finiti. Esausto ricevo la copertina termica per evitare l'assideramento. Mi lancio sulla ragazza che la porge per abbracciarla. Esaurito lo slancio affettivo mi dirigo senza medio termine verso a) la borsa con i vestiti, e subito dopo b) il cibo.

"Scusi avete vin brulè?" Chiedo sicuro di ricevere risposta negativa. E' una mezza maratona con 4.000 iscritti questa, mica una tapasciata!, penso.
"E' in fondo al banc.."
Non sento la fine della frase. Ci sono già abbastanza elementi e ho un appuntamento con il fondo del bancone.

A servirmi è un simpatico polacco rubicondo. Prima versa del vin brulè al barbùn in fila, in barba ai precetti del sindaco Tosi. Inganno l'attesa ingurgitando panettone. Poi mi riempie il bicchiere da 500cl di vin brulè.

Basta? chiede sornione.

Non basterà. Un panettone e un altro boccalone di vin brulè dopo, incontro gli altri podisti GRC. Subito dopo anche Zia Carmela e Zio Moreno, contenti quanto me.

E' il momento di festeggiare. E' il momento di rilassare le membra. E' il momento di pranzare.
(nella foto: 1 ora 22 minuti e 10 secondi)
[FINE DELLA PUNTATA]

Questo post sostiene la campagna: Di corsa per la De Marchi. Che ti sia piaciuto o no, puoi fare una donazione cliccando sul link qui sotto e sostenere una buona causa

mercoledì 22 febbraio 2012

Appuntamento con la Storia - parte I

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Mentirei se dicessi che arrivavo sereno all'appuntamento con la storia. Scusate, la Storia.
(nella foto: l'immagine di un uomo distrutto)
Domenica 19 febbraio 2012 avrei corso la mezza maratona di Verona. Gli organizzatori, in un impeto di creatività l'hanno chiamata Giulietta & Romeo Half Marathon (associazioni mentali: San Valentino, Verona, Shakespeare, Baci Perugina, mezza maratona).

Da ragazzo interpretai Romeo in una recita scolastica (altro che Di Caprio!), sono legato alla figura di quel giovane sfigato innamorato e capellone, che ero quando interpretavo Romeo. E poi Romeo si arrampicava sull'edera. Non come quella innamorata sfigata di Giulietta, che passava tutto il tempo sul balcone a lagnarsi delle rose, che fece venire un infarto al povero Romeo fingendosi morta, che ha ottenuto dalla storia una statua di bronzo dalla tetta consumata, il nome di un auto, e l'interpretazione di un'attrice che nessuno si ricorda perché tutti pensano che sia la Winslet a recitare insieme al Di Caprio in quel capolavoro da bimbiminkia che fu Romeo+Juliet. Grande rispetto, invece, per Romeo, er mejo der Colosseo. Per questo chiamerò la mezza maratona di Verona, Mezza di Verona. O al massimo la Romeo & Giulietta Half Marathon.

Ma in questo post non parlerò della Romeo & Giulietta Half Marathon. Se ne occuperà la seconda parte di "Appuntamento con la Storia".

Vi parlerò di quanto successe prima del 19 febbraio 2012. Sapete già ciò che successe a Santa Cristina. E se non lo sapete potete leggere questo chilometrico post http://piovonorunners.blogspot.com/2012/02/santa-cristina-che-frec.html, o questo essenziale riassunto: corsi 30 km in 2 ore e 43 su percorso collinare a -14° e 75% neve fresca.

Il risultato di quella esilarante impresa sono stati quattro giorni con i polpacci distrutti e due settimane con un piede dolorante. Dei 160 km che avrei dovuto correre nelle settimane successive ne corsi circa 40. Degli 11 allenamenti ne feci 3. Il modo migliore per approcciarsi alla Mezza di Verona. E per raggiungere il traguardo di scendere sotto le 3 ore alla maratona di Milano.

Ma in questo post non parlerò degli allenamenti mancati, dell'ira funesta e del freddo pungente. Parlerò di Storia.

E' sempre una giornata storica quando corrono i Marziani.
(nella foto: no, scusate, non credo ci siano perifrasi per descriverci. Nella foto: i Marziani)
E io ero molto triste. Come me lo erano tutti quelli che correvano e folleggiavano per Milano.

Il tema della Missione era "Prova d'orchestra". Si correva per La Strada, una onlus milanese che si occupa di adulti e minori in difficoltà, adolescenti a rischio, dispersione scolastica, tossicodipendenze, senza fissa dimora, minori vittime di maltrattamenti e abusi.

Dovevamo raccogliere 1500 euro per La Strada e divertirci. Purtroppo nessuno è riuscito a divertirsi.

Si correva per La Strada. Ma anche per i marciapiedi e dentro la Galleria Vittorio Emanuele. E il tono di questa "battuta" dovrebbe far capire quanto poco ci siamo divertiti. Tristezza.

Come sempre, la Missione è partita con giorni di anticipo. Non tutti sanno che esiste uno Zoccolo Duro marziano. Lo Zoccolo Duro è un animale, frutto di un'evoluzione darwinianisticamente precisa. Tra i tanti folli che corrono alle Missioni, se ne sono autonomamente selezionati di più folli che si occupano della preparazione dell'evento.
(Nella foto: la femmina dello Zoccolo Duro)
Io dovevo amaramente correre la Mezza di Verona. Sapevo in anticipo che non avrei potuto aiutare. E ciò, come potete immaginare, mi procurava ancora più dolore.

Con gioia (spersa nel mare di lacrime che è l'esistenza) ricevetti un appello last minute, venerdì sera, dal folle dei folli che folleggiano.
cari vicini di casa (o quasi), chi di voi può aiutarmi dopo cena per
tagliare/attaccare i fogli degli strumenti sui cartoni?
ieri ne ho distribuiti la metà, ma me ne restano UN BORDELLO

dopo cena?

un NO non crea problemi
Risposi subito di sì. Con dimesso entusiasmo. E dopo essere uscito dall'ufficio alle 21.17, avere mangiato velocemente in un ristorante cinese di Via Sarpi, mi presentai alle 22.39 sotto casa del vicino di casa. Roba che neanche Normalman.

Il mio compito fu di sagomare e far combaciare scatole di cartone e strumenti stampati su A0. Ecco un'immagine scattata all'1.30 di notte.
(nella foto: mestamente riflettevo "e chistu comu o 'ncasu"
trad. "come posso sagomare e far combaciare questo strumento grande quanto l'Africa")
In qualche modo finimmo. Alle 2. Il giorno dopo si folleggiò per La Strada (e per il marciapiede, etc.). Con mestizia, naturalmente.

Io non corsi con gli altri, per non affaticare le gambe prima della Mezza di Verona. Li seguii in bici. Seguire in bici una missione dei Podisti da Marte è comunque divertente. Non è come prendere parte alla follia. Però consente di respirare l'entusiasmo e la gioia di oltre 100 persone che ridono, corrono, camminano, saltano, ballano, dirigono orchestre, fanno le smorfie ai fotografi, suonano strumenti di cartone, corrono attorno ai giapponesi, scherzano coi russi.

Solo che io ero triste. E la tristezza è il raffreddore dell'anima. Come insegnano i bigliettini dei baci perugina scritti da Moccia.
(nella foto: al centro un uomo triste sulla sua bicicletta)
Non riuscii, pertanto, a gioire delle farfalle che svolazzavano soavi per Milano.
(nella foto: la prova che i Marziani non indossano le mutande) 
Né delle cinque volte che i Marziani si fermarono a suonare e a ballare, attirando spettatori dai cinque continenti.
Né quando si esibirono alla Scala.
(nella foto: un'orchestra magistralmente diretta)
Né quando si esibirono in Piazza Duomo.
(nella foto: tanta, tanta, tanta desolazione)
Né, infine, leggendo i racconti e guardando le foto della Missione sul sito dei Podisti Da Marte.
(nella foto:  un compagno di sventura)
Sì, insomma, non mi sono divertito per niente. Non lo spirito giusto, prima della Romeo & Giulietta Half Marathon. Mancando l'allegria, come potevo sperare di migliorare il tempo sulla mezza maratona?

L'allegria è il profumo della corsa, come direbbe Tonino Guerra. E io ero raffreddato.

[Fine della prima parte]

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