venerdì 11 marzo 2011

On the road again

"Ciao mi chiamo Carlo, e sono 6 giorni che non corro", intorno a me facce sorridenti e compiacenti, il Tutor mi dice "Bravo Carlo, hai fatto bene a dire tutto, siamo qua apposta per condividere le nostre esperienze".
Il posto è uno strano mix tra una clinica post futurista in cui tutto è studiato per ispirare calma e serenità, e gli stanzoni squallidi in cui si riunivano i gruppi di auto-aiuto di Fight Club. Quasi mi aspetto di vedere il Pinguino guida alzarsi e, sollevata una pinna, prendere la parola.
Poi mi sveglio.
Faccio una riflessione brevissima sul mio stato di salute mentale e decido che è meglio soprassedere. Segue altrettanto breve riflessione sullo stato di salute fisica. Perché se corpo e mente sono reciprocamente influenzati, allora la situazione è quantomeno compromessa. Meglio non soffermarsi.

Non ho sentito suonare la sveglia, e ne deduco che non sono ancora le sei e quaranta. Il display del cellulare me ne dà conferma. Le sei e trentanove. Trovo curiosa la capacità del nostro corpo di essere così inconsciamente preciso. Mentre tento di elaborare un pensiero più completo sul tema, inizia a vibrarmi in mano il cellulare e poi parte la sveglia. Abbandono il pensiero lì, a metà, e non lo riprendo più.

Comunque sia, stamattina era stata battezzata da tempo come quella del ritorno. E così è stato. Mi sono reso conto che era passato molto tempo dall'ultima corsa perché non trovavo le scarpe. Non so bene come mai, ma gli oggetti, in casa mia, occupano uno spazio più o meno visibile in modo direttamente proporzionale alla loro frequenza di utilizzo. Dopo sei giorni tendono a diventare sfondo omogeneo. Dopo qualche ricerca ho recuperato le scarpe e sono uscito.

Strana sensazione correre con la luce.
Il buio nasconde la città, la nebbia circoscrive il tuo campo di esistenza. Oggi, invece, la vista poteva spaziare libera per centinaia di metri senza ostacoli. E finalmente non faceva freddo, era ora. Da almeno tre settimane ero entrato in sofferenza da freddo. Non ce la facevo proprio più. La primavera sta bussando alle porte, e speriamo che varchi definitivamente l'uscio il prima possibile.

In conclusione una mezz'oretta in tutto per riprendere a correre, per l'ennesima volta, dopo l'ennesimo infortunio. E Roma, da miraggio che era diventata, torna ad essere un luogo reale, raggiungibile. Conquistabile.

Io, il tenente Colombo e le foto che mi inchiodano


Da bambino amavo il tenente Colombo per due motivi.
Il primo, che allora trovavo strabiliante, era il fatto che ti mostrava chiaramente all'inizio chi era il colpevole e, nonostante questo, tu lo seguivi fino alla fine per vedere come lui ne sarebbe arrivato a capo. Era sovversivo rispetto a tutti i gialli che leggevo o guardavo allora, dove il gioco, sembrava ovvio, si basava sul fatto che il colpevole era misterioso e poteva essere più di uno dei personaggi del racconto. E invece lì no. L'attrazione era lui, il tenente impermeabilizzato.
Il colpevole lo conoscevi già e tutte le volte che lo inquadravano lo guardavi, commiserandolo, e avresti voluto dirgli che non aveva speranza, che Colombo sembrava un po' fesso e lento di riflessi ma che alla fine l'avrebbe inchiodato senza pietà. Lui con calma finiva di interrogare il colpevole, usciva dalla porta e tu sapevi benissimo che due secondi dopo sarebbe tornato dentro a fare una piccola, ultima domanda. Quella decisiva.

Sì, ok, poi ho scoperto Hitchcock, la differenza tra suspense e sorpresa e tutte quelle cose lì, ma allora ero più ingenuo e Colombo mi sembrava un rivoluzionario.

Il secondo motivo era sua moglie. O meglio, gli aneddoti su sua moglie, perché lei non s'è mai vista. Mai. E' il non-personaggio più conosciuto della storia della televisione. Persino Kaiser Sose, alla fine, si scopre chi è. Ma la moglie di Colombo no. Però lui ne parla sempre, in continuazione, come un mantra.
Ogni tanto, e proprio per questo secondo motivo, mi rendo conto di sembrare un po' il tenente Colombo. In versione blogger e con la tutina da running al posto dell'impermeabile. Anch'io ho questo personaggio enigmatico alle spalle, fonte di episodi da raccontare e di ispirazioni varie, pluricitato in diversi post.
E' la Bionda.
Sì, una volta s'è vista, ma da lontanto (qui) e quella della foto potrebbe essere anche la sua stunt per le scene d'azione e di sport, chi lo sa. La sua identità, di fatto, rimane velata dietro a una fitta griglia di aneddoti.
Non è che faccia apposta a citarla così spesso. E non sono sotto la minaccia di ricatti di natura sessuale o alimentare, posso garantirlo. E' che spesso lei sbuca con naturalezza dai miei racconti. Alle volte io non c'entro proprio niente, come ieri sera.
Sono uscito a correre verso le 20.30, sul Naviglio, con altri pensieri per la testa.
Poi dopo nemmeno un chilometro mi imbatto in questo:

E mi arrendo. La citerò anche nel prossimo post, va bene.

giovedì 10 marzo 2011

Agli sgoccioli

Oramai siamo al 6 giorno senza corsa. Ne mancano 9 alla Maratona di Roma.

In fin dei conti è passata meno di una settimana dall'ultima sgambata, eppure mi sembra di essere fermo da un tempo molto più lungo. Il motivo principale credo sia legato al fatto che, da quasi tre settimane, non corro la domenica. E la domenica è giorno di lungo.

Praticamente l'allenamento più importante. Mi manca. E non posso più permettermi di recuperarlo. Niente lungo da 30 chilometri. Ne avrei dovuti fare almeno due.

La maratona è la prossima settimana, e come al solito arrivo impreparato. Tra tante cose la costante che da sempre mi accompagna si è ripresentata. Ecco a voi, signore e signori, vi presento: L'assoluta impreparazione!

Ciò mi ha indubbiamente dotato di buoni riflessi, ma ogni tanto sarebbe bello sapere di farcela in anticipo.
Come dicevo a Cri, le paure sono due: la prima è decedere durante la corsa, la seconda è decedere dopo la corsa. Lui mi ha suggerito di andare incontro al creatore sul traguardo. Per avere la maggior risonanza mediatica possibile. Metti caso che crolli sotto a un ponte, oppure in un punto poco panoramico. Chi ti vede? Nessuno.
Tenuto conto dei tempi di percorrenza, dunque, l'unico passaggio ancora presidiato da qualche media potrebbe essere solo il traguardo.
In ogni caso, purtroppo, il destino è segnato. Deve essere traguardo, e non si scappa.

Anche perché non è che se smetti di correre passa un tizio con un Kart e ti porta bello bello al traguardo. Sempre e comunque con le tue gambe ti devi muovere. E allora che fai, ti ritiri dopo 25 chilometri e ti fai il percorso a ritroso camminando? Sticazzi, c'è solo da andare avanti. E poche lamentele.

La sera prima si deve mangiare carboidrati. Beh, che c'è di meglio che un piatto di Cacio e pepe a Trastevere? Con un quartino di vino, poi, è la morte sua. Voglio dire, perché mortificarsi con i tortiglioni in bianco? Un po' di trasgressione ci vuole. Visto che sarà difficile trasgredire al precetto sull'astinenza, almeno quello sul cibo.


eh...

Cose da fare prima dei quaranta(due)

Un trentenne inizia a fare bilanci.
Un runner alla sua prima maratona, pure.

Il primo ha davanti lo spettro dei quaranta.
Al secondo va peggio, lo aspettano i quarantadue.

Se sei trentenne e runner e tra dieci giorni hai la tua prima maratona, la propensione a fare bilanci e piani d'azione diventa impellente. Inevitabile.

Ecco la mia lista di cose da fare prima dei quaranta...due:
  • Ho corso tanto e in tutte le condizioni. La settimana prossima mi riposo. Tra oggi e domenica infilo un 13 km e un 16km. Poi da lunedì sgambetto, mi rilasso e faccio idromassaggi. La quiete prima della tempesta...
  • Sabato sono stato in un negozio da running e ho visto un paio di calze da corsa da 20 euro. Non pensavo potessero esistere calze da 20 euro. A parte da Gallo. Hanno fasce speciali, rinforzi in materiali sconosciuti e sistemi di compressione del piede in punti che pure Ken Shiro rimarrebbe un po'così, basito. Penso di DOVERLE avere. Non so perché. Forse perché temo che i miei piedi meritino un dono prima dello sforzo finale che chiederò loro di fare, come un bambino a cui si promette un regalo prima di una vaccinazione.
  • La stessa motivazione compulsiva all'acquisto (prendi il regalo, Girolino, e dimenticati del resto) mi spinge verso una specie di gel, visto nello stesso negozio, che ti spalmi sulle gambe prima della gara. Non so quanto serva, alla fine. Probabilmente unge e basta. E attira le zanzare. Magari però abbronza. Mi sa che lo voglio, in ogni caso. Ho sempre visto i runners seri spalmarsi roba. Deve essere una faccenda anche simbolica, tipo i guerrieri quando si pittavano la faccia prima della battaglia. Adesso lo voglio fare anch'io.
  • Settimana prossima niente sigarette, niente alcool, niente follie alimentari, niente ses...sì, stocazzo. In qualche modo la tensione andrà alleggerita con attività diversive...
  • Stampa il voucher dell'hotel, stampa i biglietti aerei, fai il check-in online, stampa la lettera di conferma dell'iscrizione, portati una copia del certificato medico
  • Scegli la maglietta giusta, scegli quella di ricambio, scegli quella di riserva, scegli quella a maniche lunghe se fa freddo, scegli anche quell'altra, quella lì, se mai ci ripensassi.
  • Decidi: pastiglie o gel? Qualcosa con cui alimentarmi in gara devo averlo. Il gel è più efficace, "riempie" di più, ma quando lo ingollo mi restituisce dei conati che mi squassano. Poi passa, ma non è bello. Le pastiglie sono più buone e meno invasive, ma rilasciano meno energia, o almeno questa è la mia impressione. Un piatto di agnolotti al sugo d'arrosto sarebbe l'ideale, ma masticarli correndo non è pratico. Potrei frullarli in una borraccia, poi legarmi la borraccia al cappellino e infilarci una cannuccia che la colleghi alla mia bocca. Ci penserò.
  • Ricordati il gps, pianifica il percorso con la Bionda così da incrociarla due o tre volte lungo il percorso, baciarla e farti fare le foto che poi pubblicherai qui. Ricordati i pantaloncini stretti, quelli più larghi e quelli lunghi, non si sa mai. Ricordati la fascia dei fratelli Zurlo. Scherzavo.
  • Ricordati soprattutto le calze da 20 euro, che se le compri sei un po' pirla, ma se le compri e in più le lasci a casa, sei un vero coglione.
Altri suggerimenti?

mercoledì 9 marzo 2011

Piov(e) o no, runners?

Come al culmine di una mano di poker, di quelle tese, oggi ho spizzato lentamente e rabbrividendo le prime previsioni meteo su Roma, relative al giorno della gara.
Le tre carte che avevo in mano - meteo.it, ilmeteo.it e 3bmeteo.com - mi hanno dato tris.
Ma c'è poco da esultare.
Tris di pioggia.

Vero, le previsioni a 10 giorni non sono esattamente affidabili come i treni giapponesi. Somigliano più a un Intercity Milano-Reggio Calabria.
Però, cazzo.
Il prospetto delle gare che ho corso nella mia vita, cinque e tutte nell'ultimo anno, è impietoso: 1 vittoria (sole, Mezza di San Gaudenzio), 2 pareggi (Cielo grigio piombo alla Mezza di Milano e di Asti) e 2 sconfitte (diluvio alla Mezza di Cremona e alla Milano-Pavia). Se le avessi corse tutte in Bangladesh nella stagione dei monsoni, probabilmente avrei avuto maggior fortuna.

Poi uno dice dice (e maledice) e magari alla fine scopre che quel tris di pioggia è in realtà un tris d'assi. Potrebbe infatti essere l'elemento decisivo per rompere il delicato e incerto equilibrio tra me e i keniani.
Perché vi chiedo così, a bruciapelo, da navigati scommettitori sportivi: in un contesto di condizioni climatiche avverse e acquitrinose, meglio puntare sul keniano che è abituato a resistere ai 40° dell'altopiano o sul podista padano che ha macinato chilometri e chilometri sotto la pioggia, durante quattro mesi di allenamento in un inverno che persino in Irlanda ci sfottono?
E se in più - e qui vi regalo una dritta davvero risolutiva per orientare la vostra scelta - questo tipo corre sotto l'egida dei PIOVONO runners?

A me sembra tutto scritto nel destino, a chiare lettere. E pure sottotitolato in swahili, così lo capiscono anche loro.

Piove, runners. Tocca vincere.



martedì 8 marzo 2011

(agro)dolce far niente

Bene.
Sono 4 giorni che non corro. Che la mattina mi rotolo nel letto abbozzolandomi tra le coperte. Che non affronto freddo, vento, umidità od intemperie. Che se proprio non riesco a riaddormentarmi, allungo un braccio, afferro un libro e inizio, placido e sereno, a leggere. Poi, flemmatico, preparo il the. Aspetto beato che sia pronto, lo verso in una tazza, e mi dirigo leggiadro verso l'amata vasca da bagno.

Finite le abluzioni, qualcosa ai bordi della coscienza si agita, sfarfalla, e mi ricordo di prendere i miorilassanti. Poi applico il cerottone di antinfiammatori ed esco. Visto che non ho corso, non sono nemmeno di corsa (che gioco di parole strepitoso. Mioddio! da ammazzarsi dalle risate neh?), e ho ancora tempo per decidere dove fare colazione.Ogni giorno è una brioche diversa, sto sperimentando. Ecchissenefrega che i dolci sfasano l'assimilazione degli zuccheri.

Ho approfittato dell'inerzia per vagare nel mondo dei Blog, nel quale sono entrato senza mai averne letto uno. Non di abitudine, perlomeno. Ed anzi trovandoli piuttosto noiosi.
La prima indagine riguarda da vicino PiovonoRunners. Molti mi hanno chiesto se ci eravamo ispirati a Piovono Polpette, o a Piovono Rane.
Il primo, ho scoperto, è un film di animazione che non ho mai visto e di cui non sento particolare la mancanza, ma il secondo. pare, è IL BLOG. Forse uno dei primi, sicuramente uno dei più letti. Non so da dove Giglioli abbia tratta la sua ispirazione. Però so da dove arriva il nome di questo Blog.
Avete mai visto il film Magnolia? A parte uno strepitoso Tom Cruise maestro di vita, a un certo punto succede questo:
Piovono Rane.
L'allitterazione e l'assonanza erano sirene troppo forti per poter opporre anche solo una parvenza di resistenza, fanculo ai tappi di cera e abbiamo seguito la fatale attrazione dando così il nome al Blog. Onore a Cristiano che ci ha pensato per primo, mentre io ancora annaspavo su vaghe e languide idee che sapevano di lontani ricordi liceali, tra nomi latini e sostantivi greci.

Continuando a vagare nei meandri della rete, sono incappato in questo: Settore. A me dell'Inter non frega rigorosamente nulla, tranne che quando perde i Derby col Milan e/o viene sbattuta fuori dalla Champions da squadre coi nomi improbabili. Ma a questo Blog sono arrivato per il tramite di Valerio, che con il suo Milano-Londra ha dato, a suo modo, uno sprone in più per la creazione di questo.

Sempre tramite Valerio ho scoperto alcuni altri Blog. Tra cui brilla sicuramente Come essere il mio cane. Ne ho letto per qualche tempo i post, poi ne ho parlato con un'amica. Che subito mi ha detto che si tratta di un blog anomalo; il cui autore scrive un post ogni tanto. Come gli gira. Post che vengono poi letti da centinaia di appassionati e fan sfegatati nel giro di poche ore.
Questa stessa amica mi ha poi confessato di avere un suo blog, di cui ho divorato racconti e storie nel giro di poche ore. Segature. Un'altalena continua di affreschi e istantanee della sua vita, a volte divertenti, a volte un po' meno, ma sempre lucida. Anche troppo. Sono approdato, infine, su In coma è meglio. Racconti, aneddoti, storie più o meno fantastiche, più o meno irreali. Altri, anche molto belli, ne ho visti e visitati, ma per oggi può bastare.

A parte vagare per blog altrui, in questi giorni vado a fare ciclette la sera. Una ventina di minuti tranquilli e senza troppe pretese. La gamba sta migliorando, ma reagisce ancora dolorosamente ad alcuni movimenti. Non sono un medico, ma credo sia un segnale piuttosto chiaro di non ancora avvenuta guarigione. Nel frattempo vivo tra impiastri e pasticche che dovrebbero accelerare la ripresa. Sto seriamente cercando un modo di barare, e arrivare in fondo alla Maratona senza fare fatica, ma è più difficile di quel che uno potrebbe pensare di primo acchito. Si accettano suggerimenti.

Ricordatevi, in ogni caso, che fino alla Milano City Marathon a staffetta ci sono Quattro Piovono Runners che corrono per la Fondazione Pupi.Non è un blog, ma cliccateci sopra lo stesso.

Ricordo anche che sono ancora in palio i Tortelli di Zucca con ricetta originale della Nonna e Lambrusco per chi indovinerà il tempo che impiegherò a portare a termine l'impresa.