lunedì 31 gennaio 2011

L'amaro risveglio

Lunedì 7 febbraio ore 10:20.
Ci penso da questa mattina. Da quando ho chiamato, e una segretaria perfetta (cortese e professionale. Quel tanto di cortesia che evita l'antipatia, quel tanto di professionalità che tiene la distanza) mi ha liquidato in meno di un minuto, con questa frase "Lunedì 7 febbraio ore 10:20, per Lei va bene?".
L'appuntamento è fissato, il verdetto temuto, ma non c'è altra soluzione.

La prendo larga.
Venerdì mattina, verso la fine dell'allenamento, ho avuto di nuovo dolore al ginocchio sinistro. Nel resto della giornata, però, a parte del leggero fastidio, non ho avuto alcun problema. Salivo e scendevo le scale tranquillamente, camminavo senza alcun dolore; insomma, tutto a posto e il ginocchio in apparente miglioramento.
La sera, mentre buttavo giù un buon sorso di miracoloso amaro alle erbe, mi sono impiastricciato di pomata e sono andato a nanna. Il risveglio del sabato mattina non ha portato grosse nuove. Nessuna nuova, buone nuove, si dice. E così mi sono organizzato per la domenica.

Sono andato a fare un po' di acquisti compulsivi: pantaloncini sotto al ginocchio per il freddo, maglietta fluo con inserti tecnici e bande a traspirazione differenziata, gel all'Arnica al 30%, maglietta strafica nera ultraderente con inserti anatomici, e anche un paio di quelle robe gelatinose al gusto arancia che servono a pompare carboidrati durante la corsa.
Il ginocchio, in tutto ciò, ogni tanto mandava segnali, ma nulla di preoccupante. Solo verso sera, con la stanchezza della giornata addosso, è ridiventato fastidioso. Ma la soluzione oramai è bell'e pronta. Antico amaro alle erbe e pomata.

Domenica mattina alle ore sette aspettavo con impazienza due compagni di avventura. Carichiamo tavole, sci, zaini e, fatte due battute sulla bottiglia di Cabernet che si può sempre trovare nella portiera della mia macchina, partiamo alla volta di Madesimo. Lasciamo Milano sotto la neve, arriviamo sulla neve sotto un gran Sole. All'una mega piatto di pizzoccheri. Metà della Valtellina, metà della Valchiavenna. La libidine suprema, da soli valgono la levataccia.
All'improvviso, verso le tre e mezza, qualcosa inizia a tirare là sotto. Mi spiace davvero, ma non è un doppio senso; è il ginocchio che inizia a farsi sentire. Non è dolore e vado avanti fino a fine giornata. Solito rito voodoo e, arrivato a casa, ingollo amaro e mi spalmo di crema.

Peccato che non abbia funzionato granché. Oggi le scale le faccio male, il ginocchio non sopporta le sollecitazioni e stamattina, mentre andavo in Tribunale, era dolente. Sono sicuro che domani non farà più male, ma la Maratona non perdona. Così ho preso la decisione di chiamare un ortopedico. E la sua professionale segretaria mi ha fissato l'appuntamento.

Dita incrociate

p.s. Domani mattina, comunque, vado a fare corsetta.

3 commenti:

  1. Nella portiera la bottiglia non c'è più, ne è rimasta solo una nella portiera dietro...prossima volta...se ci sarà ancora...
    Marco

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  2. Il problema della cura è che guarito il ginocchio inizierà la cirrosi :)

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