lunedì 28 febbraio 2011

"Ehi, Piovonorunners!!" -capitolo uno-

Con il weekend appena trascorso si è chiusa la mia tredicesima settimana d'allenamento in vista della Maratona di Roma, la prima dopo la domenica nera della Crisi. E' stata una settimana diversa, in effetti.
Prima i miei muscoli si muovevano come spensierati trader londinesi a cavallo del Millennio: rombavano su potenti fuoriserie acquistate con soldi fatti grazie a misteriosi derivati, che a loro volta si appoggiavano su arditi mutui immobiliari, sottoscritti e rifinanziati da obese famiglie del Wisconsin. Spinto dal loro immotivato ottimismo verso prospettive di crescita infinita, aumentavo i chilometri delle mie uscite e riducevo il periodo refrattario tra un orgasmo podistico e l'altro. Mi sentivo un incrocio tra Bernie Madoff e John Holmes. Invincibile.
Poi è arrivata la settimana di Berlino. L'obeso capofamiglia del Wisconsin s'è ammalato. Non è andato a lavorare e di conseguenza ha iniziato ad avere difficoltà a pagare il mutuo. Il muscolo trader per un po' non se n'è accorto: sgasava prepotente nelle sere berlinesi, flashava la notte con le sue scarpe fluo e correva spensierato.
La bolla è scoppiata davvero la domenica successiva, alla fine della dodicesima settimana della tabella. Durante il lungo ho avvertito la prima vera stanchezza dall'inizio del mio allenamento per la Maratona. File interminabili di fibre muscolari abbandonavano le scrivanie all'interno del mio corpo, portandosi via scatole di cartone piene di effetti personali e di motivazioni a correre. Al posto della loro presenza - tonica, reattiva e ottimistica - ho iniziato ad avvertire la presenza dell'obeso del Wisconsin, con le sue fibre adipose e pigre. L'ho sentito che rideva.
"Non lo sapevi che tutta la crescita vertiginosa della tua economia podistica, alla fine, sedeva sul mio divano comprato a rate da Wal Mart, eh? Adesso loro, le baldanzose scariche ottimistiche che ti spingevano, se ne sono andate. Io rimango, immobile. Adesso devi parlare direttamente con me. Adesso devi pagarlo tu, il mio mutuo".

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