venerdì 11 marzo 2011

Io, il tenente Colombo e le foto che mi inchiodano


Da bambino amavo il tenente Colombo per due motivi.
Il primo, che allora trovavo strabiliante, era il fatto che ti mostrava chiaramente all'inizio chi era il colpevole e, nonostante questo, tu lo seguivi fino alla fine per vedere come lui ne sarebbe arrivato a capo. Era sovversivo rispetto a tutti i gialli che leggevo o guardavo allora, dove il gioco, sembrava ovvio, si basava sul fatto che il colpevole era misterioso e poteva essere più di uno dei personaggi del racconto. E invece lì no. L'attrazione era lui, il tenente impermeabilizzato.
Il colpevole lo conoscevi già e tutte le volte che lo inquadravano lo guardavi, commiserandolo, e avresti voluto dirgli che non aveva speranza, che Colombo sembrava un po' fesso e lento di riflessi ma che alla fine l'avrebbe inchiodato senza pietà. Lui con calma finiva di interrogare il colpevole, usciva dalla porta e tu sapevi benissimo che due secondi dopo sarebbe tornato dentro a fare una piccola, ultima domanda. Quella decisiva.

Sì, ok, poi ho scoperto Hitchcock, la differenza tra suspense e sorpresa e tutte quelle cose lì, ma allora ero più ingenuo e Colombo mi sembrava un rivoluzionario.

Il secondo motivo era sua moglie. O meglio, gli aneddoti su sua moglie, perché lei non s'è mai vista. Mai. E' il non-personaggio più conosciuto della storia della televisione. Persino Kaiser Sose, alla fine, si scopre chi è. Ma la moglie di Colombo no. Però lui ne parla sempre, in continuazione, come un mantra.
Ogni tanto, e proprio per questo secondo motivo, mi rendo conto di sembrare un po' il tenente Colombo. In versione blogger e con la tutina da running al posto dell'impermeabile. Anch'io ho questo personaggio enigmatico alle spalle, fonte di episodi da raccontare e di ispirazioni varie, pluricitato in diversi post.
E' la Bionda.
Sì, una volta s'è vista, ma da lontanto (qui) e quella della foto potrebbe essere anche la sua stunt per le scene d'azione e di sport, chi lo sa. La sua identità, di fatto, rimane velata dietro a una fitta griglia di aneddoti.
Non è che faccia apposta a citarla così spesso. E non sono sotto la minaccia di ricatti di natura sessuale o alimentare, posso garantirlo. E' che spesso lei sbuca con naturalezza dai miei racconti. Alle volte io non c'entro proprio niente, come ieri sera.
Sono uscito a correre verso le 20.30, sul Naviglio, con altri pensieri per la testa.
Poi dopo nemmeno un chilometro mi imbatto in questo:

E mi arrendo. La citerò anche nel prossimo post, va bene.

2 commenti:

  1. Magari c'è qualcuno che tenta di farti impazzire. Tipo "The game" di Fincher

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  2. Ma io questo me l'ero perso! Fighissimo! :D

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