venerdì 4 marzo 2011

L'importanza del vello d'oro

Ieri.
Giovedí 3 marzo.
Ho appena finito di correre.
Nonostante la data farebbe pensare alla primavera, ieri sera non c'erano rondini che volavano in cielo. C'era solo una pioggerellina quasi inpercettibile, se hai un cappellino o un qualsiasi materiale impermeabile, ma se stai correndo non é proprio un sollievo. Per fortuna sopra avevo su il mio fantastico k-way che avevo acquistato per proteggermi dai monsoni malesiani dell'estate scorsa. Monsoni che si sono palesati solamente l'ultimo giorno mentre io e Fede andavamo con zaino in spalla all'aeroporto. Non vi dico quanti bioparco c’erano sul tragitto, ma questa un altra storia.
Sotto vi chiederete? Sento la sospance che cresce dentro di voi.
Sotto i consueti pantaloni da mega-etero che trattengono il caldo delle gambe, ma che sono anche efficientissimi nel trattenere la pioggerellina.
Ma il problema, il vero problema, la microscopica crepa che dopo 40 minuti ha creato la falla nella mia temperatura corporea, é stato quello che c'era sopra il sopra. Forse dovrei dire quello che non c'era sopra il sopra. Oddio mi sto perdendo, vabbè dal collo in su.
Chi mi conosce o cmq ha visto la foto, io sono quello che è contraddistinto da una capigliatura da super sayan. Insomma il rasato dei tre. E questo, se é in effetti una figata con i climi miti, non si addice molto a una corsa sotto una pioggerellina con tre gradi e mezzo.
Il punto della situazione è che normalmente correndo ci si scalda per il movimento e quindi si riesce a contrastare il freddo circostante. Ma a tre gradi e mezzo, sotto gli sputacchi di quelle rondini che ti aspetti di vedere sfrecciare in cielo e che invece stanno rintanate perché fa troppo freddo e ti guardano si sbieco come a dire “poveretto quello…”, l’assenza totale di una qualche imbottitura o copertura per il mio cuoio, ahimè, non più capelluto si rende necessaria e sacrosanta.
E quando le orecchie erano ormai un ricordo, e la testa pulsava per il freddo, ho deciso che il tributo a lei si poteva considerare saldato e che se non volevo diventare un nuovo Farouk, poteva bastare.
Mentre scrivo queste righe mi viene in mente che solo mio fratello può comprendere a pieno le emozioni provate, perché gli altri tre miei amichetti di corsa sono abbondantemente capello muniti e, forse, danno per scontato l’importanza del vello d’oro, che in queste serate è indiscutibile

2 commenti:

  1. La fascia dei fratelli Zurlo è tua, se vuoi.

    RispondiElimina
  2. Due fasce dei fratelli Zurlo. Ti do anche la mia.
    Così copri bene tutto il mappamondo.

    RispondiElimina