Non crediate che siamo fermi a goderci i nostri successi individuali.
Anzi, stiamo pianificando un'invasione di Milano senza precedenti. Piovono Runners schiererà quattro staffette sulla linea di partenza della staffetta, alla maratona di Milano del 15 aprile.
Due squadre correranno per la Fondazione Pupi e due per la Fondazione De Marchi. L'anno scorso c'era un'unica (ancorché gloriosa) squadra che correva per la Pupi, tanto per rendere l'idea di quanto ce stiamo ad allargà stavolta.
Piovono Runners 1 sarà la squadra capitanata da me e correrà ovviamente per la Fondazione Pupi. Schiera alcuni dei più grandi podisti italiani, esclusi da Londra 2012 solo perché le Olimpiadi le fanno ad agosto e noi avevamo già prenotato la casa ad Ibiza. Con le caparre non si scherza, in tempi di crisi.
In prima frazione ci sarà Luca, uno che fino a pochi mesi fa pensava che la corsa fosse una donna della Corsica, ma che ora si chiede basito perchè nessuno organizzi mai gare podistiche di mercoledì, per spezzare l'attesa tra una competizione del weekend e quella del fine settimana successivo. Nelle ultime due settimane ha infilato Maratona di Roma e Mezza alla Stramilano. Domenica prossima ha l'Iron Man alle Hawaii, ma dopo ha promesso che si concentrerà solo sulla staffetta.
In seconda base ci sarò io. Quest'anno ho limitato gli atti di nonnismo legittimamente previsti in virtù del mio ruolo di capitano. Certo, ho sfruttato l'entusiasmo di Luca per rifilargli la prima frazione, quella che implica la sveglia all'alba, la partenza da Rho e il maggior numero di km da correre, ma non mi si poteva chiedere di diventare buono tutto in una volta. L'anno scorso mi ero anche preso con violenza la terza frazione, la più bella come percorso e anche quella che, casualmente, parte davanti a casa mia in Porta Venezia. Quest'anno mi sono accontentato della seconda...
...e la terza l'ho ceduta a Riccardo, runner battezzato giusto ieri dalla Stramilano. Ha corso la sua prima mezza e pare sia arrivato vivo al traguardo, visto che oggi mi ha scritto. Secondo esordiente nella staffetta Piovono Runners, dopo Luca. Per chi ci segue con assiduità, è quel pazzo che ho beccato nella tundra dei Giardini di Via Palestro in una domenica d'inverno post nevicate apocalittiche, mentre correva con un passo più simile a quello di Carolina Kostner che a quello di un podista. Un grande, già solo per essere stato lì quel giorno.
Allo sprint finale, di diritto, Matteo. Matteo non ha mai corso una gara competitiva che sia una, ma su di lui gira già un'aneddotica podistica degna di Abele Bikila. Lo vedi sbucare alle Run 5.30 (così chiamate perchè si svolgono davvero alle 5.30 del mattino, eh..) arrivando diretto da una discoteca. Lo ascolti che fa il timido alla Stramilano, poi all'arrivo mi brucia e sprinta sverniciandomi. Lo senti l'anno scorso reclamare la quarta frazione della staffetta (è la più breve, per chi non lo sapesse), quasi a dire che più di così non può fare, e poi lo vedi portarla a termine con un tempo stratosferico, roba che ci abbiamo messo più noi a fare in metropolitana da Sant'Agostino a Cadorna che lui a correre quegli ultimi sette km.
Insomma, non potevamo che confermarlo. Noi facciamo la vita da mediani, a lui lasciamo l'onore di varcare il traguardo sputando sangue, muco e vodka tonic.
P.S. Nella settimana precedente la gara organizzeremo, insieme alla squadra Piovono Runners 4 capitanata da Carlo (Carlo, resuscita e presenta la tua squadra, daicazzo), un aperitivo per raccogliere fondi per la Fondazione Pupi, come l'anno scorso. Fu un successone e vi vogliamo di nuovo tutti lì. Potete vederci, toccarci e abusare moderatamente di noi.
A breve info più precise sull'evento.
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lunedì 26 marzo 2012
lunedì 28 marzo 2011
Io, Matteo e la Stramilano (ci sono le foto a dimostrarlo)
Mi sono avvicinato al weekend pieno di dubbi.
Avevo dedicato la settimana post Maratona di Roma al relax, come preventivato. Solo una blanda seduta di cyclette, unica parentesi atletica di sette giorni dedicati, per il resto, a recuperare tutti i vizi di cui mi ero privato nella settimana pre gara. A quest'ultima attività mi sono dedicato con profitto e grandi risultati, in compenso.
Nel weekend bisognava ricominciare a correre, perchè la staffetta di Milano, con l'esordio della squadra dei Piovono Runners, è dietro l'angolo (10 aprile).
Il dubbio era tra la scelta di un allenamento solitario sul Naviglio e la partecipazione alla Stramilano, quella da 10 chilometri. Arrivato a sabato mattina non avevo ancora deciso nulla. Poi sentiti gli altri Piovono Runners e tastata la loro ferrea motivazione a partecipare alla gara del giorno dopo, mi ero deciso anch'io.
Appuntamento pomeridiano allo Stramilano Village in Duomo con Teo e Nizza. Il primo doveva solo ritirare il pettorale, il secondo, come me, doveva iscriversi.
E' proprio Nizza a chiamarmi mentre mi sto recando al luogo del ritrovo. Doccia fredda: i pettorali sono esauriti. Ci proviamo comunque, martelliamo i ragazzi al desk, studiamo le pieghe del regolamento, telefoniamo agli altri punti di iscrizione sparsi per la città. Niente da fare. Pare che una quantità mostruosa di milanesi abbia deciso di espiare i peccati della propria pigrizia proprio in quel weekend, partecipando alla Stramilano. 50.000 pettorali disponibili, 50.000 pettorali venduti.
Io, che fino a poche ore prima non volevo nemmeno partecipare, ci rimango malissimo, incasso gli sfottò di Matteo che agita al vento il suo prezioso pettorale e medito vendetta: partecipazione abusiva senza pettorale, narcotizzare Matteo e rubare il suo, gufare la pioggia, prendere la macchina e attraversare il percorso a tutta velocità facendo più vittime possibili.
Mando un messaggio a Carlo, già iscritto, per lamentarmi della situazione. Carlo è il re delle lamentazioni, un virtuoso dell'esclamazione "uff". Borbottare e imprecare con lui è un vero piacere. Capisce e condivide. E sbuffa con te, facendoti sentire compreso.
Carlo risponde. E' malato e non ha ritirato il pettorale. Come nel più classico dei mors tua vita mea si apre un nuovo mondo. Mi propongo di ritirargli io il pettorale e di farglielo avere alla sera se si riprende, altrimenti di utilizzarlo io al posto suo la mattina dopo. Accetta. Se sbuffa, come è probabile che abbia fatto nell'intimità del letto di casa sua, almeno non me lo fa pesare.
Come avrete capito dal titolo del post, Carlo non ce l'ha fatta. Io, di conseguenza, sì. Con un furto d'identità e di pettorale mi presento alle 8.15 del mattino di domenica in Piazza Duomo. Ci presentiamo, anzi.
Io e Matteo.
Matteo. I più attenti tra i lettori di Piovono Runners lo conoscono già. E' il quarto staffettista di Piovono Runners per la Maratona di Milano. Quello che ci porterà al trionfo del traguardo di Piazza Castello. E' anche quello che qui non ha mai scritto, ma che presto verrà costretto a farlo...
Chi non lo conoscesse deve solo aspettare pochi giorni. E' in arrivo il post di presentazione della squadra, che soddisferà tutte le vostre curiosità sui partecipanti. Vedrete...
Io intanto ve lo mostro. Ecco Matteo, ieri:
E questo sono io, travestito da Carlo:
In piazza c'è di tutto ed è il bello di una non competitiva di soli 10 km: bambini, sciure, gente che fuma (bellissimo vedere qualcuno vestito tutto preciso da corsa, con la sigaretta in bocca), triathleti nerboruti e depilati, anziani veramente anziani. Uno di questi ultimi ha chiesto a Matteo di scattargli una foto con pettorale, sotto il Duomo. Gli ha dato in mano una macchina fotografica da modernariato, con tanto di rullino e rotellina da girare, che Teo non si ricordava nemmeno tanto bene come funzionasse...
Soprattutto migliaia di persone in spirito da scampagnata, con zainetto e palloncino al seguito.
Arrivare alla partenza di una gara del genere dopo aver fatto una Maratona significa toccare con mano l'altro lato del running, quello fatto di cazzeggio, semplice voglia di esserci, divertimento puro, simpatica improvvisazione, pura voglia di tempo libero.
Ci sta, anche per ricordarsi di non prendersi troppo sul serio.
La partenza, devo dire, è scenografica, con centinaia di palloncini che salgono a macchiare di colore il grigio del cielo mattutino.
Matteo infila le cuffie e lentamente ci muoviamo. L'idea è di farla tranquilli, io come ripresa post Maratona e lui come prova generale in vista della staffetta. Un obiettivo piccolo piccolo però ce lo diamo, se no non ci divertiamo: chiudere il percorso sotto l'ora.
Fino a Porta Venezia nulla distingue questa domenica mattina da un normale sabato pomeriggio: un fiume di persone a passo di camminata attraversa Corso Vittorio e Corso Venezia, con la stessa flemma e la stessa velocità di chi il giorno prima faceva shopping.
La corsa inizia a essere degna del suo nome dall'imbocco della Cerchia dei Bastioni, quando gli spazi si aprono, la folla si dirada leggermente e il ritmo può salire. Io e Teo troviamo la nostra velocità, attorno ai 5'20''-5'30'' al km, che ci accompagnerà costante fino all'arrivo.
All'altezza della rotonda della Besana un automobilista isterico (devo dire l'unico del percorso, ad onore dei milanesi a quattro ruote) si becca il suo giusto fiume di fischi e simpatici sfottò da parte dei runenrs. Poco più avanti alcuni ragazzi tentano il saccheggio delle bottigliette d'acqua riservate ai nostri colleghi più seri, quelli della mezza maratona che sarebbe partita dopo di noi. Respinti con perdite dagli organizzatori, ma un piccolo bottino riescono a portarlo via.
Attraversiamo tutti i vialoni, alternando chiacchiere, silenzi e battute sui personaggi particolari che superiamo. Vediamo alcune tute acetate modello "Ora di ginnastica, 1992", introvabili altrove. Vediamo una signora corpulenta trasformarsi in una palla di neve e ruzzolare, perfettamente sferica, per alcuni metri dopo essere inciampata. Vediamo un ragazzino con il monopattino che sfreccia impertinente e si becca i cortesi ed invidiosi vaffanculo dei runners più stanchi.
Se Matteo ha sofferto, io non l'ho notato. Quando lo osservavo mi sembrava dignitosamente fresco, fisicamente a suo agio e moralmente carico. Ha tenuto il ritmo con scioltezza e senza problemi. L'ho osservato, visto che sarà l'uomo che ci rappresenterà al traguardo della staffetta: se quel giorno arrivasse al traguardo leccando l'asfalto o, peggio, in taxi, non sarebbe una cosa bella. Invece mi sembrava bello in forma.
Persino sulle curve gemelle alla fine di XX Settembre non ha battuto ciglio. Nemmeno dopo, quando io lo incitavo per aumentare il ritmo e riuscire a a stare sotto l'ora, come ci eravamo promessi.
E nemmeno alla fine. Anzi. Sfruttando l'imbottigliamento causato da alcune signore esaurite all'ingresso dell'Arena, Matteo ha dribblato, sprintato da vero runner e mi ha preceduto di un paio di secondi sul traguardo.
Bastardo.
Faceva l'amico, ma mi ha usato come lepre.
:-)
57 minuti e un pugno di secondi, il nostro onorevole risultato.
Eccoci, alla chiusura della nostra prima gara insieme:
E' stato bello. Bello correre spensierati, senza obiettivi, dopo il meraviglioso stress, ma pur sempre stress, della maratona di Roma. Bello improvvisare una partecipazione imprevista fino a 24 ore prima. Bello soprattutto correre con un amico come Teo, accompagnarlo al suo battesimo da runner, fare insieme tutta la gara e vederlo sprintare all'arrivo.
Grazie, Teo. Appuntamento a te, Nizza e Carlo tra due settimane, per la nostra prima, vera, impresa collettiva.
Domenica 10 aprile, Maratona di Milano a staffetta.
Save the date.
Avevo dedicato la settimana post Maratona di Roma al relax, come preventivato. Solo una blanda seduta di cyclette, unica parentesi atletica di sette giorni dedicati, per il resto, a recuperare tutti i vizi di cui mi ero privato nella settimana pre gara. A quest'ultima attività mi sono dedicato con profitto e grandi risultati, in compenso.
Nel weekend bisognava ricominciare a correre, perchè la staffetta di Milano, con l'esordio della squadra dei Piovono Runners, è dietro l'angolo (10 aprile).
Il dubbio era tra la scelta di un allenamento solitario sul Naviglio e la partecipazione alla Stramilano, quella da 10 chilometri. Arrivato a sabato mattina non avevo ancora deciso nulla. Poi sentiti gli altri Piovono Runners e tastata la loro ferrea motivazione a partecipare alla gara del giorno dopo, mi ero deciso anch'io.
Appuntamento pomeridiano allo Stramilano Village in Duomo con Teo e Nizza. Il primo doveva solo ritirare il pettorale, il secondo, come me, doveva iscriversi.
E' proprio Nizza a chiamarmi mentre mi sto recando al luogo del ritrovo. Doccia fredda: i pettorali sono esauriti. Ci proviamo comunque, martelliamo i ragazzi al desk, studiamo le pieghe del regolamento, telefoniamo agli altri punti di iscrizione sparsi per la città. Niente da fare. Pare che una quantità mostruosa di milanesi abbia deciso di espiare i peccati della propria pigrizia proprio in quel weekend, partecipando alla Stramilano. 50.000 pettorali disponibili, 50.000 pettorali venduti.
Io, che fino a poche ore prima non volevo nemmeno partecipare, ci rimango malissimo, incasso gli sfottò di Matteo che agita al vento il suo prezioso pettorale e medito vendetta: partecipazione abusiva senza pettorale, narcotizzare Matteo e rubare il suo, gufare la pioggia, prendere la macchina e attraversare il percorso a tutta velocità facendo più vittime possibili.
Mando un messaggio a Carlo, già iscritto, per lamentarmi della situazione. Carlo è il re delle lamentazioni, un virtuoso dell'esclamazione "uff". Borbottare e imprecare con lui è un vero piacere. Capisce e condivide. E sbuffa con te, facendoti sentire compreso.
Carlo risponde. E' malato e non ha ritirato il pettorale. Come nel più classico dei mors tua vita mea si apre un nuovo mondo. Mi propongo di ritirargli io il pettorale e di farglielo avere alla sera se si riprende, altrimenti di utilizzarlo io al posto suo la mattina dopo. Accetta. Se sbuffa, come è probabile che abbia fatto nell'intimità del letto di casa sua, almeno non me lo fa pesare.
Come avrete capito dal titolo del post, Carlo non ce l'ha fatta. Io, di conseguenza, sì. Con un furto d'identità e di pettorale mi presento alle 8.15 del mattino di domenica in Piazza Duomo. Ci presentiamo, anzi.
Io e Matteo.
Matteo. I più attenti tra i lettori di Piovono Runners lo conoscono già. E' il quarto staffettista di Piovono Runners per la Maratona di Milano. Quello che ci porterà al trionfo del traguardo di Piazza Castello. E' anche quello che qui non ha mai scritto, ma che presto verrà costretto a farlo...
Chi non lo conoscesse deve solo aspettare pochi giorni. E' in arrivo il post di presentazione della squadra, che soddisferà tutte le vostre curiosità sui partecipanti. Vedrete...
Io intanto ve lo mostro. Ecco Matteo, ieri:
E questo sono io, travestito da Carlo:
In piazza c'è di tutto ed è il bello di una non competitiva di soli 10 km: bambini, sciure, gente che fuma (bellissimo vedere qualcuno vestito tutto preciso da corsa, con la sigaretta in bocca), triathleti nerboruti e depilati, anziani veramente anziani. Uno di questi ultimi ha chiesto a Matteo di scattargli una foto con pettorale, sotto il Duomo. Gli ha dato in mano una macchina fotografica da modernariato, con tanto di rullino e rotellina da girare, che Teo non si ricordava nemmeno tanto bene come funzionasse...
Soprattutto migliaia di persone in spirito da scampagnata, con zainetto e palloncino al seguito.
Arrivare alla partenza di una gara del genere dopo aver fatto una Maratona significa toccare con mano l'altro lato del running, quello fatto di cazzeggio, semplice voglia di esserci, divertimento puro, simpatica improvvisazione, pura voglia di tempo libero.
Ci sta, anche per ricordarsi di non prendersi troppo sul serio.
La partenza, devo dire, è scenografica, con centinaia di palloncini che salgono a macchiare di colore il grigio del cielo mattutino.
Matteo infila le cuffie e lentamente ci muoviamo. L'idea è di farla tranquilli, io come ripresa post Maratona e lui come prova generale in vista della staffetta. Un obiettivo piccolo piccolo però ce lo diamo, se no non ci divertiamo: chiudere il percorso sotto l'ora.
Fino a Porta Venezia nulla distingue questa domenica mattina da un normale sabato pomeriggio: un fiume di persone a passo di camminata attraversa Corso Vittorio e Corso Venezia, con la stessa flemma e la stessa velocità di chi il giorno prima faceva shopping.
La corsa inizia a essere degna del suo nome dall'imbocco della Cerchia dei Bastioni, quando gli spazi si aprono, la folla si dirada leggermente e il ritmo può salire. Io e Teo troviamo la nostra velocità, attorno ai 5'20''-5'30'' al km, che ci accompagnerà costante fino all'arrivo.
All'altezza della rotonda della Besana un automobilista isterico (devo dire l'unico del percorso, ad onore dei milanesi a quattro ruote) si becca il suo giusto fiume di fischi e simpatici sfottò da parte dei runenrs. Poco più avanti alcuni ragazzi tentano il saccheggio delle bottigliette d'acqua riservate ai nostri colleghi più seri, quelli della mezza maratona che sarebbe partita dopo di noi. Respinti con perdite dagli organizzatori, ma un piccolo bottino riescono a portarlo via.
Attraversiamo tutti i vialoni, alternando chiacchiere, silenzi e battute sui personaggi particolari che superiamo. Vediamo alcune tute acetate modello "Ora di ginnastica, 1992", introvabili altrove. Vediamo una signora corpulenta trasformarsi in una palla di neve e ruzzolare, perfettamente sferica, per alcuni metri dopo essere inciampata. Vediamo un ragazzino con il monopattino che sfreccia impertinente e si becca i cortesi ed invidiosi vaffanculo dei runners più stanchi.
Se Matteo ha sofferto, io non l'ho notato. Quando lo osservavo mi sembrava dignitosamente fresco, fisicamente a suo agio e moralmente carico. Ha tenuto il ritmo con scioltezza e senza problemi. L'ho osservato, visto che sarà l'uomo che ci rappresenterà al traguardo della staffetta: se quel giorno arrivasse al traguardo leccando l'asfalto o, peggio, in taxi, non sarebbe una cosa bella. Invece mi sembrava bello in forma.
Persino sulle curve gemelle alla fine di XX Settembre non ha battuto ciglio. Nemmeno dopo, quando io lo incitavo per aumentare il ritmo e riuscire a a stare sotto l'ora, come ci eravamo promessi.
E nemmeno alla fine. Anzi. Sfruttando l'imbottigliamento causato da alcune signore esaurite all'ingresso dell'Arena, Matteo ha dribblato, sprintato da vero runner e mi ha preceduto di un paio di secondi sul traguardo.
Bastardo.
Faceva l'amico, ma mi ha usato come lepre.
:-)
57 minuti e un pugno di secondi, il nostro onorevole risultato.
Eccoci, alla chiusura della nostra prima gara insieme:
E' stato bello. Bello correre spensierati, senza obiettivi, dopo il meraviglioso stress, ma pur sempre stress, della maratona di Roma. Bello improvvisare una partecipazione imprevista fino a 24 ore prima. Bello soprattutto correre con un amico come Teo, accompagnarlo al suo battesimo da runner, fare insieme tutta la gara e vederlo sprintare all'arrivo.
Grazie, Teo. Appuntamento a te, Nizza e Carlo tra due settimane, per la nostra prima, vera, impresa collettiva.
Domenica 10 aprile, Maratona di Milano a staffetta.
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martedì 1 marzo 2011
"Ehi, Piovonorunners!!" -capitolo tre-
[continua da qui...]
[e da qui...]
Constatata la crisi e stabilite le regole, ho rimesso le scarpe da corsa e ho affrontato la mia tredicesima settimana di allenamento in vista di Roma.
Martedì erano previste ripetute 5x1200 a 4'20'' al km. Dopo essere stato mezza giornata a letto con il mal di testa (doppiamente fortunello visto che quel giorno ero a casa in ferie), mi sono ugualmente agghindato da runner, sono sceso al parco sotto casa e le ho portate a termine. Con molta fatica e con recuperi mooooolto lenti tra una ripetuta e l'altra, ma ce l'ho fatta.
Giovedì 8km easy a 4'55' al km, fatti in scioltezza sul tapiro urlante, guardando Studio Sport e Futurama.
Nel weekend era nascosta la vera sfida, un lunghissimo da 32 km. L'ho affrontato applicando alla lettera le regole 1 (non pensare nemmeno a saltarlo, Cristiano), 3 (niente Naviglio Grande, si cambia rotta) e 4 (controllo delle condizioni meteo), come da manuale esposto nel capitolo due di questo racconto.
Grazie alla regola 4 ho scoperto che il tempo sarebbe decisamente cambiato tra sabato e domenica. Il primo giorno sole, il secondo pioggia. Per la prima volta ho quindi abbandonato il Settimo Giorno, quello creato da Dio per ridere della Juve e per correre i lunghi, e anticipo il mio allenamento al sabato.
Ho anche fatto il bravo e la sera prima, venerdì, non sono uscito. Sabato mattina mi reco con la Bionda a Blondiwood per il consueto monitoraggio settimanale dei lavori nella casa nuova, poi mi spoglio per la prima volta in quella casa (peccato, lei è rimasta vestita: non è stato esattamente come avevo sognato il mio denudamento inaugurale del nuovo appartamento) e indosso la mia seconda pelle da runner per iniziare la mia corsa da lì.
Comincio, in maniera inedita dai Giardini di Via Palestro. Lì incontro Matteo, stilosissimo e carico, mentre setta l'ipod e gli ultimi dettagli d'abbigliamento prima di iniziare i suoi giri. Saluto rapido, frugale ma solenne, poi ognuno dritto per la sua sfida. Non lo incrocerò più, anche perchè dopo un altro giro e mezzo del Parco esco diretto altrove. Però incontrare un altro Piovono Runner così, per caso, mentre si allena, è fantastico. Carica. E' la conferma della regola numero 7...
Uscito dai Giardini imbocco via Moscova, diretto al Parco Sempione. Qui si svolge l'episodio che dà il titolo al post. Sono all'altezza di Via Solferino quando sento un colpo di clacson, in una via che fino ad allora mi si era mostrata tranquilla e poco trafficata. La prima sensazione è il fastidio. Dopo il clacson arriva il grido, come il tuono dopo il lampo: "Ehi Piovonorunners!!". La seconda sensazione è lo stupore. Giro il collo e vedo sfrecciare in motorino Lodo, amico, compagno di calcetti e non solo, fin dai tempi dell'università. E anche lettore di Piovono Runners. La terza sensazione è la gioia. E anche un filo di autocompiacimento, ammettiamolo. Il mio primo riconoscimento pubblico e inaspettato da parte di una persona che ci legge. Carica, anche questo. Ed è la conferma della regola numero 6...
Thanx Loud, il titolo di questo triplo post è per te.
Arrivo al Parco. Qui, dopo due incontri a sorpresa, attendo quello programmato, con Carlo. Faccio un paio di giri del Parco perchè sono in anticipo, poi lo incontro, accompagnato da un'amica runner e ci mettiamo a correre insieme. L'ostacolo più difficile, a parte il trovare un ritmo comune con cui procedere in tre, è il mega luna park istallato nel parco, vicino al Castello. Schivare i marmocchi, i cani e i passeggini trasforma l'allenamento in una specie di addestramento militare.
Soprattutto, è l'inizio della fine della mia concentrazione. Siamo alle 13 e a circa 20-22 km percorsi. Ho commesso un errore: ho fatto colazione troppo presto. Le pastiglie Enervit aiutano, ma non riempiono esattamente lo stomaco. Non ho altro con cui alimentarmi e nemmeno soldi con me con cui comprare qualcosa. Il lunapark, chissenefrega della giostre e dei marmocchi, ha un unico vero problema: ribolle di odori di cibo. Salamelle, gelati, caramelle, zucchero filato. Tutti questi effluvi iniziano a intrufolarsi nelle mie narici ad ogni passaggio e a campeggiare nel mio cervello, allestendo banchetti immaginari che monopolizzano i miei neuroni.
Imploro i miei due compagni di corsa di uscire da lì e loro gentilmente mi accompagnano. Prendiamo la pista ciclabile di via XX Settembre e la seguiamo andando verso la Fiera Vecchia. Mi rendo conto però che ormai è troppo tardi. Sono distratto da qualsiasi negozio di alimentari, anche per animali. Merda, il sabato sono TUTTI aperti, TUTTI mi richiamano come sirene con i loro aromi, TUTTI evocano mondi pantagruelici di cibi prelibati. Gelaterie, rosticcerie, supermercati, bar, ristoranti, paninoteche, panetterie, pasticcerie. Sono ovunque, come i Vietkong. Mi tendono agguati olfattivi e visivi da ogni angolo di strada.
Niente da fare, sono in preda ad un'ossessione da cibo. Fatico a rimanere concentrato. Il gps al mio polso sembra rallentare e dilatare il tempo che mi separa dalla fine dell'allenamento. Mi concentro sulla meta, ma della meta vedo solo la cucina, il frigo di casa mia e il bottino di reliquie alimentari che esso nasconde.
A un certo punto saluto Carlo e le nostre strade si dividono. Sono a 27 km, ma la mia forza di volontà è già seduta a tavola. Decido che si sono verificate le condizioni sufficienti per applicare la regola 2 del piano anti crisi (si può occasionalmente accorciare il percorso in casi di estrema emergenza). Mi dirigo verso casa. Oltretutto sono le due passate e alle tre c'è da assistere a un momento epocale: il punto più basso della Storia del Torino F.C.: la sfida in trasferta sul campo del Portogruaro. Portogruche? Direte voi. Ecco, esatto. Avete capito perchè parlo di punto più basso della Storia. Imperdibile, devo essere pronto ad assistere a una sfida che spero sarà unica e irripetibile.
Cibo, Toro, Bionda. Tre stimoli irresistibili mi attirano come poli magnetici verso casa.
Faccio due conti, con la parte di cervello ancora lucida: una settimana fa ero in crisi dopo 24 km. Ho deciso di affrontarla di petto, sono risalito subito in sella e ho fatto tutti i miei allenamenti della settimana, nonostante tosse e mal di testa persistenti. Oggi, cioè sabato, sono già a 28 e li ho fatti bene. Posso concedermi uno sconto?
Sì, posso concedermi uno sconto.
Varco la porta di casa al 29esimo chilometro.
Entro, saluto la Bionda con un grugnito e mangio, nell'ordine: due fette di fontina, quattro biscotti con lo yoghurt, una fetta di brie, quattro o cinque grissini, un paio di fette di salame. Poi pranzo.
Poi ricomincio a parlare.
P.S. Portogruaro-Torino 0-1. eccheccazzo.
FINE
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lunedì 28 febbraio 2011
"Ehi, Piovonorunners!!" -capitolo due-
[continua da qui]
Ci ritroviamo quindi io, indebitato con il ciccione, il ciccione, indebitato con i miei muscoli, e ancora quattro settimane per arrivare alla Maratona.
Si elabora una veloce ma efficace manovra d'emergenza. Ecco le sette regole del piano anti crisi:
- Mai saltare un allenamento
- In caso di stanchezza è lecito ridurre leggermente la distanza prevista dalla Tabella per quell'allenamento, ma la decisione va presa solo in corso d'opera e mai pianificata prima.
- Variare i percorsi d'allenamento. Tutti gli stimoli, anche quelli paesaggistici, possono essere fondamentali quando la volontà sta scemando, come in questi giorni.
- Monitorare le condizioni meteo. Se fino a qualche settimana fa uscivo volentieri, anzi più volentieri, con tsunami d'acqua o gelate lapponi, adesso avverto il bisogno di un abbraccio meteorologico più confortevole. Se nel giorno x è previsto mezzo raggio di sole e nel giorno y una spolverata di nubi con vago rischio pioggia, si esce nel giorno x a costo di sballare la tabella.
- Si può, occasionalmente, tirare fuori dalla naftalina e riutilizzare l'ipod. Da quando mi ero convinto di essere penetrato in una cerchia di runners più evoluti e seri, infatti, avevo messo da parte l'accompagnamento musicale alla corsa. In tempi di Crisi però, mai disprezzare il doping emotivo di una playlist fatta bene. Ed io ne ho una che spacca...
- Valorizzare, oltre al doping musicale, il doping sociale. Di solito funziona tantissimo con il sesso. La regola del doping sociale è che ogni nuova conquista è un racconto che puoi confezionare e mostrare ai tuoi amici. E questo ti motiva. Raccontare un'impresa, si sa, è metà, o quasi, del piacere di portarla a termine. Le mie conquiste adesso sono Roma ed ogni singolo passo, leggasi allenamento, che porti laggiù. Il bar dove vantarmi delle mie imprese è questo blog. Non posso rinunciarvi. Corro, mentre lo faccio penso che la mia fatica sta producendo materia grezza che andrà lavorata in un racconto da postare e questo basta per ammorbidire un po'lo sforzo.
- Ascolta gli altri: hai creato un piccolo ensemble di mostri intorno a te. Carlo ogni mese perde la funzionalità di un arto inferiore, ma nonostante questo continua a correre. La scienza non si spiega come faccia. Nizza attraversa stati influenzali lunghi due settimane, virulenti come epidemie di vaiolo al porto di Marsiglia nell'700, ma poi si rialza dal letto e ricomincia a correre. Anche qui gli scienziati brancolano nel buio. Matteo, il vecchio custode della scuola, ha ripreso davvero. Mentre corre suda vodka tonic, lamenta dolori sparsi, ma è stato avvistato, da fonti affidabili tra cui...me, a qualsiasi ora del giorno e della sera nei Giardini di Via Palestro. Non per abbordare le giovani mamme nella zona giostre, come avrebbe fatto fino a qualche anno fa, ma per correre davvero. Qui la scienza proprio non c'entra niente, questa conversione ha più a che fare con qualcosa di mistico.. :-) . Davanti a tutto questo la Crisi deve sparire e le motivazioni devono ripartire.
Fissati questi paletti, ho affrontato la tredicesima settimana d'allenamento. Nel prossimo capitolo vi racconterò come è andata.
P.S. Nel terzo capitolo spiego anche il perché del titolo "Ehi, Piovonorunners!!".
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martedì 8 febbraio 2011
La nuova sfida di Piovono Runners
Prima ce n'era uno e correva da solo.
Poi ne è arrivato un altro, ha cominciato e gli è piaciuto di brutto. Il primo e il secondo insieme hanno dato vita a un blog.
In realtà s'è trattato di un parto gemellare: insieme al blog è nato il terzo runner.
Three is a party, dicevano Andy Warhol e Camilla. Ma non sono ancora una squadra.
Serviva un quarto. Il quarto nasconde una di quelle storie tipicamente cinematografiche. Quelle storie in cui scopri che il vecchio custode della scuola era in realtà un campione, che aveva mollato alle soglie del professionismo per un qualche caso avverso della vita e aveva riposto in soffitta il suo sport e i suoi sogni. Tre ragazzi scoprono per caso la sua storia, vanno da lui, lo pregano di tornare per trascinarli alla vittoria. Lui rifiuta, non vuole riaprire vecchie ferite. Ma qualcosa nel suo cuore s'è riaperto, ormai. Non sono le ferite, ma l'adrenalina della sfida, quel vecchio sapore che lo faceva sentire vivo. I tre insistono, senza di lui non possono farcela. Il quarto tentenna ancora un po'. Si fa lusingare. Sa che deve tornare. E' il momento del comeback. Accetta. Si rimette le scarpe da corsa.
Il primo si chiama Cristiano Girola.
Il secondo è Carlo Soncini.
Il terzo è conosciuto come Nizza. Il nome vero è una mera questione di burocrazia che poco conta.
Il quarto, che poi era davvero il primo di noi che aveva cominciato a correre, all'anagrafe risulta come Matteo Coppola.
Insieme, adesso è ufficiale, correranno la staffetta alla Milano City Marathon, domenica 10 aprile.
Presto vi racconteremo molti altri dettagli di questa futura impresa, alcuni anche davvero importanti. I quattro, infatti, hanno scelto di correre la staffetta per la ONLUS Fondazione Pupi, per dare un senso più completo alla loro impresa.
E al comeback del vecchio custode della scuola...
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