mercoledì 26 gennaio 2011

La pomata e l'amaro

Domenica sera avevo poche forze per fare qualsiasi cosa. Eppure un calciobalilla e qualche bicchiere di Amaro alle Erbe mi hanno ridato le forze. La composizione del liquore è sconosciuta, poiché priva di etichetta si presentava la bottiglia, ma la sua porca figura l'ha fatta. E, soprattutto, deve contenere un qualche principio attivo che elimina il dolore. Andrebbe fatto analizzare da una qualche equipe medico-scientifica. Magari si scopre che un'erba negletta che cresce sul Naviglio ha poteri medicamentosi straordinari. O che l'alcool mi fa bene.

Lunedì mattina ho impiegato circa 10 minuti a scendere i quattro scalini che da casa mia conducono al cortile interno del condominio in cui vivo. Ogni passettino era accompagnato da una simpatica fitta di dolore alle ginocchia. Mi sono trascinato fino in Farmacia e ho acquistato: cerottoni medicati al cortisone, pomata all'Arnica, confezione formato famiglia di Tachipirina, confezione jumbo (come la misura dei popcorn al cinema) di Moment, pomata riscaldante.
Il cerottone al cortisone è autoadesivo. Nel senso che autoaderisce a se stesso nel giro di pochi istanti, consumando tutta la potenza adesiva che ha e rendendo inutile qualsiasi tentativo di applicarlo alla zona interessata. Il fatto che la zona interessata sia moderatamente pelosa non aiuta. Ho sbrogliato la delicatissima questione girando dello scotch intorno.
Che tutto ciò si sia risolto nel cerottone che, maligno, usciva da sotto l'orlo dei pantaloni mentre parlavo con un collega, è aspetto del tutto marginale.

La terapia d'urto ha previsto abbondanti massaggi alle articolazioni con le varie pomate a seconda dei momenti della giornata, regolare applicazione degli infidi cerottoni, una Tachipirina tutte le sere, e le bombe proteiche di Cristiano tutte le mattine. E il Moment? Il Moment non c'entra una beata mazza, ma quel giorno avevo mal di testa.

Martedì riuscivo a deambulare con discreta efficacia da una stanza all'altra dello Studio. I gradini delle scale mi davano ancora qualche problema, ma la terapia stava funzionando. Più o meno verso le sette di ieri sera ho fatto la prova scalino. Sono riuscito sia a salire sia a scendere le scale senza troppi tentennamenti. Ho quindi deciso di cavalcare l'onda e programmato che questa mattina avrei corso di nuovo.

Ore sette meno dieci sono uscito di casa. Sono passato sotto casa della collega Runner in erba, e insieme siamo andati a fare il giro dell'Ippodromo. Ero un po' tanto preoccupato di tutti i segnali che mi mandavano le gambe, ma alla fine sette chilometri sono finiti alle spalle. E adesso cammino ancora!
Se stasera supero di nuovo la prova scale, domani mattina vado a fare un giro al Monte Stella con Agnese. Agnese è una Runner che ha corso svariate competizioni e che,  impietosita dai miei racconti, ha magnanimamente acconsentito a perdere del tempo per fare qualche allenamento con me.

La scelta del giorno, giovedì, rivela professionalità. Come Nizza ha ben spiegato, per allenarsi 3 volte a settimana e mettere il lungo la domenica, i giorni migliori in settimana sono martedì e giovedì. Due giorni di riposo prima del lungo e un giorno di riposo tra un allenamento e l'altro. Efficace e razionale divisione del tempo

Da solo non ci sarei mai arrivato.

3 commenti:

  1. Charlie, devi fare le RIPETUTE!!! Non fare sempre finta di niente.
    :-)

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  2. Ma l'altro giorno mi hai detto che devo fare resistenza sulla distanza! Aiuto, non so più che fare! :)

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