lunedì 7 febbraio 2011

Teleologismi

"Allora, mi dica sig. Soncini. Lo scopo... qual'è?". Pausa. "Lei cosa vuole. Guarire o correre la Maratona?".

Il soggetto che mi pone la domanda è un ortopedico. Uno piuttosto bravo, ci troviamo all'interno di uno studio associato, specializzato in ortopedia e riabilitazione, all'inizio di via Visconti di Modrone.
Ha l'aspetto giovanile, un po' trasognato, i capelli brizzolati ed è magro e in forma. Sembra anche simpatico e mi guarda con affettuosa indulgenza.

Mi ha appena diagnosticato una "tiltatura delle rotule...cioè.. un inclinazione". Cioè...Posta come neutra, ovvero zero, la normale inclinazione delle rotule, rispetto a tale neutro piano di riferimento le mie rotule sono leggermente inclinate, ruotate. Di quanto non si sa. Potrebbero essere due millimetri, potrebbero essere due centimetri. Ovviamente, per sapere con certezza quanto inclinate, ci vogliono degli esami, e per avere i risultati arriviamo ai primi di marzo.
E la Maratona di Roma, guarda caso, è proprio il 20 di marzo.

Dunque, è solo questione di scopi. Correre la Maratona o camminare ancora a 50 anni? Non sono proprio questi i termini in cui mi è stata messa la questione, ma le due immagini che si contrappongono nella mia mente sono le seguenti.

La prima.
Ho le braccia sollevate al cielo. Il sole filtra attraverso delle aperture semicircolari poste a una ventina di metri d'altezza. Davanti a me un semicerchio rosso in plastica gonfiabile e un cronometro che segna il tempo. C'è anche Cri, mi guarda sorridendo e mi incita a percorrere gli ultimi metri.
Perché ce l'abbiamo fatta. L'abbiamo corsa tutta la maledetta. Abbiamo conquistato Roma e la città ci festeggia.
Siamo dei maratoneti.

La seconda.
Sono seduto su un divano. Uno a caso. Le note caratteristiche sono che è polveroso e la luce filtra attraverso i buchi di una tapparella semi abbassata. Davanti a me ho una televisione accesa e sulla mensola che la sovrasta c'è un inutile premio ricordo di una cazzo di gara che ho voluto fare a tutti i costi.
Sarebbe anche una bella giornata, ma senza cartilagine non si cammina tanto bene.
Meglio rimanere seduti

"Correre la Maratona!"
L'affettuoso ortopedico annuisce e sorride. Mi confessa che "sa, a novembre, ho corso la mia Prima". Anche lui aveva dolori dappertutto e si è fatto di Aulin durante la Maratona. Non sapendolo, risponde a uno dei quesiti che mi ero posto negli ultimi giorni.
"Prendere una o più bustina di Aulin mentre si corre una Maratona è un comportamento letale?"
Lui testimonia di no, molto bene.

Sono strane le associazioni di idee e le immagini che certi episodi, certe frasi, riescono a scatenare. L'affettuoso ortopedico (se fosse un giornalista, sarebbe Severgnini), riesce a riportarmi alla memoria un tizio in canotta. La canotta è nera, traforata in modo da far intravedere la pelle. Ovviamente, davanti al petto villoso oscilla arrogante una croce d'oro.
Fa caldo e di fronte a lui siamo in tre. Con me ci sono Cristiano e Federico. Il luogo in cui ci troviamo: Ibiza. Il tipo che ci sta davanti: quello a cui abbiamo regalato un sacco di soldi per avere biglietti e dritte sulle discoteche. Non riesco a ricordare il nome.
Ma ricordo la domanda che, a noi che gli chiedevamo dove ci fosse la musica migliore, ci rivolse per farci capire che se lui diceva Space, allora doveva essere Space.
"Scusatemi. Ma fatemi capire una cosa. Ma voi tre...vi scopate la musica o vi scopate la figa?".

A volte non c'è possibilità di scelta. A volte è lo scopo che decide tutto, che dà la destinazione finale e decide al posto tuo.

E lo scopo è Roma

3 commenti:

  1. Meglio una maratona oggi o dieci domani?

    RispondiElimina
  2. Prima di Berlino facevo impacchi di argilla quasi tutti i giorni. Di notte mettevo il cerottone Voltadol.
    Forza Carletto, fino all'arrivo!!

    RispondiElimina
  3. Argilla? Non sapevo... dove la compro?
    Ultimamente vivo impiastricciato di PC28, una nuova sostanze impiastricciante non mi dispiacerebbe :)

    RispondiElimina