sabato 12 febbraio 2011

Non sarebbe bello riprendere Berlino...

...non sarebbe strano prenderla senza eroi? Pensavo a questa canzone degli Afterhours ieri sera quando alla fine di una giornata abbastanza stancante e con alle spalle la festa e gli svariati gin tonic della notte prima, ho infilato il mio completo da running e sono sceso nel buio berlinese per (ri)prendermi Berlino in un modo in cui non l'avevo mai presa nelle mie tre precedenti visite: di corsa.
In una serata senza eroi, mi sono gustato il mio piccolo atto antieroico: un arrivo frontale e un passaggio scattante sotto la porta di Brandeburgo, che non entrera' nella Storia, ma nella mia storiella si'. E forse anche nelle foto di qualche ritardatario giapponese che era ancora li', che anzi forse aveva aspettato proprio quell'ora tarda per scattare una foto della Porta senza turisti e che al suo ritorno nel Sol Levante scoprira' che gli ho rovinato l'istante fotografico perfetto, con quel riflesso fastidiosissimo che il suo flash avra' prodotto sulle mie scarpe fluo.
Potevo almeno alzare le braccia, li'sotto la porta. Gli avrei regalato un tocco di epica da ricordare.

Ieri ho riapprezzato una delle cose che mi hanno fatto e mi fanno amare la corsa. La corsa, fondamentalmente e' un paio di scarpe. Un paio di scarpe e ottieni il passpartout per andare ovunque. Non hai bisogno di sci, mazze, attrezzature, campi predisposti per quel determinato sport. Io le infilo in valigia e me le porto ovunque da un anno a questa parte. Mi hanno fatto compagnia in Sicilia, in California, in Francia e adesso a Berlino.
Ti permettono di godere di un diverso punto di vista sul luogo in cui ti trovi. Non dico che sia migliore o peggiore di quello che ottieni camminando, in taxi o su un bus aperto. E' una cosa in piu'. Ti fa sentire inserito nel contesto, per come la vedo io. Si puo' vivere bene anche senza, beninteso. Pero' io non riesco piu' a farne a meno.
Costeggiare il Tiegarten, attraversare la Porta di Brandeburgo, bersi tutto l'Unter den Linden (il vialone monumentale di Berlino Est, per intenderci), attraversare la Sprea e arrivare in Alexander Platz. Poi tornare indietro attraverso il quartiere di Mitte, passare accanto ai ruderi del Muro e dietro il checkpoint Charlie e arrivare infine a Potsdamer Platz.
Quelle strade le avevo battute tante volte, con in testa pensieri di lavoro, di cinema da raggiungere, di ristoranti da scovare, di hotel in cui tornare. La maggior parte delle volte piu' occupato a maledire il freddo e a soffiarmi il naso che a guardare cosa avevo intorno.
Ieri, sottile come un spermatozoo dark, ero libero.
Da ieri Berlino e' un po piu' mia.
Per riprenderla non servono eroi, avevano ragione gli Afterhours.
Bastano un paio di scarpe.

1 commento:

  1. Gran bel post.
    Peccato che il link alla canzone non si apre automaticamente in un'altra scheda.

    RispondiElimina