mercoledì 2 febbraio 2011

Il buio oltre la porta

Ieri, mentre stavo andando a mangiare in pausa pranzo con i colleghi di Studio, mi è arrivata una di quelle chiamate che ti cambiano la giornata. In peggio.

La mattina ero andato a correre al Parco Sempione. Dovevo provare i nuovi acquisti.
Beh, si sono rivelati meravigliosi, il freddo percepito è stato abbattuto di quasi la metà. Credo proprio che comprerò un altro paio di magliette intime della Kipsta (Oramai, per me, mitica marca della Decathlon). Anche per andare a fare snowboard.
Arrivato al parco ho cercato inutilmente di rimanere al passo di Agnese e dei suoi scatti da un minuto con breve recupero sempre di un minuto (in gergo tecnico si chiamano fartlek). Parte della dignità era rimasta a terra, nei circa cinquanta metri e a crescere di distacco che mi dava ad ogni scatto. Ho conservato la poca avanzata grazie ad un'udienza alle ore nove, che mi ha "costretto" a tornare a casa prima.

Quindi casa, doccia, cravatta, metro, Tribunale. Prima udienza tutto bene. Rinvio breve al 20 ottobre 2014. Da un'aula all'altra, finisco in udienza con una collega. Conciliamo. Oramai si è fatta una certa, torniamo in Studio e andiamo a mangiare.

Arriviamo alla telefonata che trasforma.
Squilla il telefono. Ed è la portinaia. Mi dice che sono arrivati i tecnici della A2A. Le rispondo che non aspettavo nessun tecnico, "perchè sono lì?" chiedo. Per staccare la corrente, mi risponde.
Non è stato panico.Qualcosa di più simile a un buco nero.
Mi fiondo alla sala clienti della A2A in Francesco Sforza. Prendo il biglietto, alzo lo sguardo al tabellone. Tempo medio attesa 85 minuti. Dopo un'eternità parlo con un tizio. Pare che tra me e mia madre sia passata inosservata una bolletta di ottobre. Sotto silenzio è andato anche il primo sollecito di novembre e il sollecito di dicembre. Le altre bollette pagate (mistero).
Monviso a cattivo gioco (questa la capisce solo Cri, e anche io ho delle difficoltà, ero troppo ebbro ieri sera per ricordare), pago e chiedo come fare a ripristinare la corrente.
L'affabile impiegato mi assicura che non è stato staccato nulla (a saperlo non pagavo un cazzo!).

Il resto della giornata è noia e lavoro. Torno a casa, apro la porta, e... "clic".
Curioso che l'interruttore faccia lo stresso suono di una pistola che fa cilecca.
Perchè nel mio caso ha fatto cilecca anche l'interruttore. Ripenso all'impiegato e al suo sorriso caldo e sornione al tempo stesso Alla frase "di solito quando incontrano le portinaie non staccano nulla", e alla mia stupida ingenuità che gli ho anche creduto. Che fare? E che vuoi fare alle nove di sera? Ho utilizzato il flash del cellulare tipo torcia (il mondo delle App ha trovato impiego, finalmente) e brancolato per casa. Poi Kaputziner, birra e battutona sul Monviso a cattivo gioco.

Stamattina niente corsa. Posso anche farmi la barba dopo aver scaldato dell'acqua su un tegamino, ma la doccia post corsa non è proprio cosa da improvvisare. Verso le nove e mezza ottengo giustizia, riparte la caldaia, mi lavo mi cambio e arrivo in Studio.

Sipario

2 commenti:

  1. Comunque non ti conviene rinviare al 2014. Nel 2012 finisce il mondo.

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  2. Guile, la convenienza sta proprio qua. Fondo spese e poi niente lavoro.

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