lunedì 14 febbraio 2011

Tracciabilità

"Ma dove li corri 25 chilometri in città?"
Questa è una delle domande che, ogni volta che parlo di corsa (ossia quasi sempre), mi sento rivolgere più spesso.
Ne nasce solitamente un breve dibattito, in cui ognuno dei partecipanti dice la propria su Tapiri, parchi, piste, centri sportivi.
Ognuno ha la propria opinione e le proprie preferenze. Ed è giusto che sia così.
La mia risposta è sempre la stessa. Preferisco correre in libertà per le strade della città e scegliermi ogni volta il percorso che voglio fare, seguendo l'istinto e il desiderio del momento.
Milano è la mia città. Ho girato per le sue strade in tutti i modi possibili. In bici, in Vespa, in auto, a piedi, con i mezzi pubblici, in ambulanza, in skateboard, mano nella mano. Adesso la giro correndo.
Alcuni passaggi sono più o meno fissi, altri cambiano a seconda della giornata. Il motivo per cui scelgo una strada piuttosto che un'altra può essere molto banale, come un semaforo rosso, oppure più personale, come il desiderio di rivedere un posto in cui si accumulano ricordi.

In ogni caso, ecco come possono apparire 25 chilometri a Milano:


Questa simpatica immagine può essere ingrandita cliccandoci sopra, e si aprirà in una comoda nuova scheda :)



Ieri giornata speciale, ho deciso di partecipare, sia pur per pochi minuti, alla manifestazione delle sciarpe bianche, e dunque ecco spiegata la deviazione verso il Castello. Per pochi istanti mi sono immesso nel flusso di persone che si dirigeva a piazza Castello e che arrivava da ovunque. Giunto alla piazza ho poi deviato verso il Duomo, risalendo la corrente dei manifestanti.
Ciascuno, come detto, è libero di pensarla come vuole, ma "se non ora, quando?"

sabato 12 febbraio 2011

Non sarebbe bello riprendere Berlino...

...non sarebbe strano prenderla senza eroi? Pensavo a questa canzone degli Afterhours ieri sera quando alla fine di una giornata abbastanza stancante e con alle spalle la festa e gli svariati gin tonic della notte prima, ho infilato il mio completo da running e sono sceso nel buio berlinese per (ri)prendermi Berlino in un modo in cui non l'avevo mai presa nelle mie tre precedenti visite: di corsa.
In una serata senza eroi, mi sono gustato il mio piccolo atto antieroico: un arrivo frontale e un passaggio scattante sotto la porta di Brandeburgo, che non entrera' nella Storia, ma nella mia storiella si'. E forse anche nelle foto di qualche ritardatario giapponese che era ancora li', che anzi forse aveva aspettato proprio quell'ora tarda per scattare una foto della Porta senza turisti e che al suo ritorno nel Sol Levante scoprira' che gli ho rovinato l'istante fotografico perfetto, con quel riflesso fastidiosissimo che il suo flash avra' prodotto sulle mie scarpe fluo.
Potevo almeno alzare le braccia, li'sotto la porta. Gli avrei regalato un tocco di epica da ricordare.

Ieri ho riapprezzato una delle cose che mi hanno fatto e mi fanno amare la corsa. La corsa, fondamentalmente e' un paio di scarpe. Un paio di scarpe e ottieni il passpartout per andare ovunque. Non hai bisogno di sci, mazze, attrezzature, campi predisposti per quel determinato sport. Io le infilo in valigia e me le porto ovunque da un anno a questa parte. Mi hanno fatto compagnia in Sicilia, in California, in Francia e adesso a Berlino.
Ti permettono di godere di un diverso punto di vista sul luogo in cui ti trovi. Non dico che sia migliore o peggiore di quello che ottieni camminando, in taxi o su un bus aperto. E' una cosa in piu'. Ti fa sentire inserito nel contesto, per come la vedo io. Si puo' vivere bene anche senza, beninteso. Pero' io non riesco piu' a farne a meno.
Costeggiare il Tiegarten, attraversare la Porta di Brandeburgo, bersi tutto l'Unter den Linden (il vialone monumentale di Berlino Est, per intenderci), attraversare la Sprea e arrivare in Alexander Platz. Poi tornare indietro attraverso il quartiere di Mitte, passare accanto ai ruderi del Muro e dietro il checkpoint Charlie e arrivare infine a Potsdamer Platz.
Quelle strade le avevo battute tante volte, con in testa pensieri di lavoro, di cinema da raggiungere, di ristoranti da scovare, di hotel in cui tornare. La maggior parte delle volte piu' occupato a maledire il freddo e a soffiarmi il naso che a guardare cosa avevo intorno.
Ieri, sottile come un spermatozoo dark, ero libero.
Da ieri Berlino e' un po piu' mia.
Per riprenderla non servono eroi, avevano ragione gli Afterhours.
Bastano un paio di scarpe.

venerdì 11 febbraio 2011

Appunti di viaggio /2

Qualche tempo fa, la nostra lettrice mi scriveva di trovare fastidioso il fatto che i link si aprissero nella stessa pagina, e non in una nuova scheda.
Si trattava di una situazione incresciosa, indegna di un blog che volesse andare fiero del proprio nome, alla quale avevo promesso di dare al più presto una svolta.
Ho quindi studiato a fondo la questione e sono entrato nel magico mondo del linguaggio HTML. Avete presente in Matrix il tizio che guarda lo schermo coi numeri che scorrono e dice di "vedere", al di là delle mere combinazioni di numeri binari, il mondo cui essi si riferiscono?
Ecco, non c'entra nulla.
L'HTML è molto più banale. Ma ho scoperto e diffuso agli altri due Sgocciolanti Runners il codice da inserire per l'apertura in nuova scheda dei link.
Ciò non vuol dire che loro lo useranno.

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Cristiano ha annunciato la partecipazione alla Milano City Marathon a staffetta, per il tramite della Fondazione Pupi, dei tre Runners che scrivono minchiate su questo Blog, insieme a un quarto, che da solo regala prestigio e credibilità al Team.
Nella scelta delle frazioni, a me e Cri sono toccate le due tratte da 12 chilometri. La prima e la terza. Con improvvida nonchalance, senza nemmeno andare a guardare il percorso, ho detto che avrei corso la prima. Via il dente via il dolore.
Tutto normale, salvo che è la tratta più brutta del percorso. Mi rifarò seguendo Nizza in bici. Imparerò a memoria tutte le battute del sergente Hartman  e lo assillerò per tutto il tempo.
Nelle prossime settimane daremo ulteriori notizie e informazioni su questa iniziativa, e su come intendiamo portarla avanti e condividerla con voi che ci leggete con tanta pazienza.

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Fino a tre settimane fa ospitavo un gatto, che appena ha avuto l'occasione mi ha abbandonato. In questi giorni ospiterò delle cugine romane. Una mia zia si sposa e loro salgono per le libagioni di rito.
Il gatto non ha sporcato, dava poco fastidio e si è adattato alle mie esigenze di Runner in erba. Le cugine so per certo che sono molto disciplinate e ordinate. La zia di Roma è Cerbero sotto mentite spoglie. Spiace solo che ci vedremo pochissimo. Tra domani e domenica correrò per almeno tre o quattro ore.
Un vero peccato.
Forse non potrò partecipare alla tappa Abercrombie della loro gita Meneghina.

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In questi giorni a Milano si tiene una convention. A livello internazionale è una delle più importanti. All'estero gli addetti ai lavori, di solito, non pagano o pagano pochissimo rispetto ai visitatori. Da noi in Italia no. Pagano come tutti gli altri.
Non sono un addetto ai lavori. Ma la solidarietà è gratuita.
Siccome domani c'è lo sposalizio e domenica i 25 chilometri di corsa, ho deciso che andrò stasera. Quindi stamattina, anzichè dormire beatamente come da programma, ho affrontato nuovamente il freddo e la nebbia. Un'altra oretta di corsa, e questa settimana si sono già accumulati più di trenta chilometri nelle gambe. Uniti ai 25 di domenica danno soddisfazione. Soprattutto se confrontati con i 20 scarsi a settimana di inizio gennaio.
Per chi fosse curioso di sapere di quale convention si tratta, basta cliccare qui: Convention

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Notizie eterogenee, che da sole non fanno una storia o un racconto nemmeno a pagare uno scrittore bravo. Eppure tutte unite da un unico filo conduttore, un unico centro di gravità intorno al quale, ultimamente, mi sembra ruotare un po' tutto.

La scheggia impazzita è la corsa


giovedì 10 febbraio 2011

Andiamo a Berlino, Beppe.

E questo credo sia il primo articolo postato dall'estero, tanto per battere ogni giorno un record sul nostro blog.
Per chi non lo sapesse, da qualche ora mi trovo a Berlino e ci rimarro' una settimana a seguire il Festival e il Mercato annesso.
Stamattina sveglia alle 6.45 e viaggio verso Malpensa su un taxi guidato un anarchico internazionalista. Avete presente la classica immagine del taxista: conservatore, tendenzialmente razzista, lamentoso e qualunquista? Il mio era raro come un panda a confronto: ex anarchico, ex insegnante di sub, 18 anni passati a girare l'Asia (ma Asia vera, e' stato in Pakistan e Afghanistan, tanto per dirne due), mente lucidissima sui problemi di politica internazionale. Il primo taxista parlante interessante della mia vita. Di solito quando attaccano i loro pistolotti sul traffico nell'ora di punta o sul degrado di Milano dovuto agli stranieri, vorrei morire. Oggi mi sono divertito.
Volo puntualissimo. Sbarco a Berlino temutissimo: l'anno scorso la settimana del festival era stata la Tempesta Perfetta, con due metri di neve ovunque. Oggi invece strade pulite al punto da non riconoscerle (non scherzo, oggi ho scoperto che di fianco al nostro albergo c'e' un giardinetto, l'anno scorso non riuscivi nemmeno ad immaginarlo), clima che definire mite sarebbe ottimistico, ma comunque solo moderatamente freddo, quasi piacevole viste le aspettative.
Unica altra nota degna di rilievo della giornata, l'apparizione, all'anteprima del suo film (abbastanza inguardabile, per la cronaca), di Kevin Smith. Per chi non sapesse di chi si tratta - shame on him/her - e' l'uomo che ha regalato al mondo Clerks. E questo per me basta a incastonarlo nella bacheca dei Grandi, anche se da allora avesse girato solo televendite. In effetti tranne rari casi i suoi film successivi non sono stati molto piu' toccanti di un materasso accarezzato da Mastrota. Bene, il nostro Kevin, uomo dalla stazza importante, ogi si e' presentato cosi': magliettona da hockey taglia XXXXXXL arancione e blu elettrica, pinocchietti di jeans senza calze, cappottone grigio di lana a farcire il tutto. Ha farneticato per dieci minuti davanti alla platea e alla fine e, stato anche divertente. Poi e; iniziato il film. Purtroppo.

Ma arriviamo al punto e rassicuriamo la platea vera, quella di Piovono Runners: si', in valigia ho tutto l'armamentario da runners (occupa circa un terzo della capienza totale), per indoor e outdoor. Andro' a correre, promesso. Se riesco gia'domani. Ho una tabella che mi tiene sotto osservazione, anche in latitanza. A due passi dall,albergo c,e' il Tiegarten, il parco piu'grande di Berlino. Se il tempo regge, diventera' il teatro delle mie imprese prussiane.
Se no c'e' sempre il maledetto tapiren settato in miglia, di cui vi raccontavo...

Vado, il lavoro mi chiama.
Keep in touch.
Baci

mercoledì 9 febbraio 2011

Time is running out

Questo post è stato scritto ieri. Poco prima che venisse pubblicato, Cristiano ha pubblicamente rivelato il progetto della Milano City Marathon a Staffetta. Con grande ritorno di un campione che vuole risollevarsi dalla polvere annesso. Il post che segue, ovviamente, non ne tiene conto. Troppa fatica modificarlo. Questa premessa è strumentale a far capire che vivo su questo pianeta insieme a voi anche io.


Il tempo sta per scadere.
Andando sul sito della Maratona di Roma, in fondo alla pagina si può vedere il conto alla rovescia. Oggi recita 38 giorni.

Non so bene ancora se essere contento o terrorizzato. In fin dei conti si avvicina sempre più il giorno in cui, finalmente, insieme a Cristiano aspetteremo il colpo dello Starter. Eppure l'impresa un po' spaventa. Forse l'espressione giusta è: sono Elettrizzato. Al punto che ieri e oggi ho inanellato due uscite mattutine una in fila all'altra.

Diciamo che decidere di iniziare a scrivere un Blog dedicato alla preparazione dell'evento è stato un po' un gesto alla Cortés. Un qualcosa che rendesse definitivo l'intento e impossibile la ritirata. Ma sì, dai, bruciamo le navi alle nostre spalle per non avere la tentazione di tornare sui nostri passi.

L'avvicinamento ad una Maratona è fatto di tappe. Ognuna ha il suo perché fisiologico e serve a preparare il fisico allo sforzo di correre per 42 chilometri. Piano piano si arriva a correre distanze sempre maggiori, sempre più impegnative.
Impegnative fisicamente, ma anche psicologicamente.

Domenica prossima dovrei affrontare il primo vero lungo del mio allenamento. Sono indietro di circa tre settimane rispetto all'amico Girella, ma conto di colmare il gap quel tanto che basta da arrivare al traguardo lo stesso suo giorno. E per farlo, questo fine settimana è necessario correre per almeno 25 chilometri. Ed il prossimo per almeno 30. Uscite infrasettimanali a parte, ovviamente.

Visto che è questione di Scopi, questo è quello del post di oggi. Si tratta di una sorta di cambiale. Un pagherò.
Domenica correrò per 25 chilometri, e la prossima settimana per 30 chilometri. Tiè! Navi bruciate, si può andare solo avanti.

Cristiano mi ha promesso che sarà al mio fianco durante il lunghissimo da 30 chilometri, a sostenermi con la sua presenza ed il suo aiuto. Aiuto che è anche chimico. Tutte le volte che corriamo assieme, intorno al dodicesimo chilometro, mi rifila qualcosa da prendere. Fosse anche solo una semplicissima zolletta di zucchero. Ma è il gesto che conta.

Ecco un esempio di gesto:






Beh, forse le nostre imprese non saranno così titaniche, ma l'aiuto e l'incoraggiamento non sono diversi.




Tic tac

martedì 8 febbraio 2011

La nuova sfida di Piovono Runners

Prima ce n'era uno e correva da solo.
Poi ne è arrivato un altro, ha cominciato e gli è piaciuto di brutto. Il primo e il secondo insieme hanno dato vita a un blog.
In realtà s'è trattato di un parto gemellare: insieme al blog è nato il terzo runner.
Three is a party, dicevano Andy Warhol e Camilla. Ma non sono ancora una squadra.
Serviva un quarto. Il quarto nasconde una di quelle storie tipicamente cinematografiche. Quelle storie in cui scopri che il vecchio custode della scuola era in realtà un campione, che aveva mollato alle soglie del professionismo per un qualche caso avverso della vita e aveva riposto in soffitta il suo sport e i suoi sogni. Tre ragazzi scoprono per caso la sua storia, vanno da lui, lo pregano di tornare per trascinarli alla vittoria. Lui rifiuta, non vuole riaprire vecchie ferite. Ma qualcosa nel suo cuore s'è riaperto, ormai. Non sono le ferite, ma l'adrenalina della sfida, quel vecchio sapore che lo faceva sentire vivo. I tre insistono, senza di lui non possono farcela. Il quarto tentenna ancora un po'. Si fa lusingare. Sa che deve tornare. E' il momento del comeback. Accetta. Si rimette le scarpe da corsa.
Il primo si chiama Cristiano Girola.
Il secondo è Carlo Soncini.
Il terzo è conosciuto come Nizza. Il nome vero è una mera questione di burocrazia che poco conta.
Il quarto, che poi era davvero il primo di noi che aveva cominciato a correre, all'anagrafe risulta come Matteo Coppola.

Insieme, adesso è ufficiale, correranno la staffetta alla Milano City Marathon, domenica 10 aprile.
Presto vi racconteremo molti altri dettagli di questa futura impresa, alcuni anche davvero importanti. I quattro, infatti, hanno scelto di correre la staffetta per la ONLUS Fondazione Pupi, per dare un senso più completo alla loro impresa.
E al comeback del vecchio custode della scuola...