lunedì 17 gennaio 2011

Friday Night Live

E all'improvviso un topolino mi sbuca davanti. Lo seguo, percorriamo insieme una decina di metri, poi lui infila il cancello di un condominio e si dilegua.
L'incontro ravvicinato del ratto tipo è stato uno dei pochi, venerdì sera. Un venerdì sera insolito, che è scorso via veloce, insieme ai chilometri che uno dopo l'altro si perdevano alle mie spalle, nella nebbia.
Dopo la colossale sbronza di giovedì, ero rimasto indietro con gli allenamenti. Quella sera avrei dovuto correre una dozzina di chilometri. Intervenuta la maratona alcoolica mi ero ripromesso che li avrei corsi venerdì mattina. Sappiamo come è andata a finire.
Anche questa volta cerco di convincere la collega di Studio a farsi una bella sgambata, ma complice il freddo, l'orario assurdo e un marito da accudire, una volta arrivata a casa mi scrive un sms: "Passo".
Sono tonto ma intuisco che non verrà a correre.
Ciononostante, per fugare ogni dubbio (mi conosce), scrive ancora: "Passo, ma nel senso che non vengo". Paranoie sull'ambiguità e sull'equivocabilità dei termini. Benvenuti nel modo dell'avvocatura.
Nel frattempo ho elaborato più o meno la distanza da coprire. In teoria, giovedì sera avrebbero dovuto essere circa 11 chilometri e poi sabato un po' più di 15. Sputtanata completamente la tabella e consapevole del fatto che sabato e domenica non avrei corso un tubo, ho deciso che sarei uscito e avrei percorso almeno tredici chilometri.
Non so dove andare e lascio che siano le gambe scegliere. Tre minuti dopo, mi ritrovo a correre lungo la circonvallazione esterna. Bella scelta.
Riprendo a stento il controllo e vado verso lo stadio di San Siro. Questa volta non c'è nessuna partita, lo stadio è buio e la strada completamente vuota. Addirittura, interi tratti del vialone alberato che da piazzale Brescia arriva sino al Parco di Trenno sono chiusi al traffico.
Mi piazzo al centro della strada e faccio finta di correre in mezzo ad ali di folla vaneggiante. Praticamente sono già a Roma, mancano ancora due o tre chilometri all'arrivo e tutti mi ammirano. L'apoteosi!
Non fosse per il freddo e il fatto che sto correndo (peraltro da soli 5 minuti), ci stava un bel risveglio tutto sudato.
Avanti veloce e arriviamo al nono chilometro circa. Sono già tornato da in fondo al Parco di Trenno, ho resistito alla tentazione di infilarmi ridendo sguaiatamente tra le sue nebbie (giuro, fortissima), e le strade sono di nuovo quelle, per me solite, della zona Fiera vecchia. Nel frattempo, ho elaborato il diabolico proposito di correre per almeno 15 chilometri.
Il topolino di prima l'ho incrociato proprio in questo momento.
Mi distrae quel tanto che basta da farmi prendere una direzione e mi ritrovo a correre verso il Velodromo. Iniziano a farmi male le ginocchia, ma so che, finché non smetto di far andare le gambe, continueranno a flettersi e distendersi. Il trucco è non fermarsi, non raffreddarsi.
Passo in mezzo a una foresta di casette verdi prefabbricate; è sorta all'improvviso tra il Velodromo e la Fiera vecchia. A metà dicembre, quando ero passato da quelle parti per andare agli scritti dell'esame di abilitazione, non c'era. Probabilmente ospiterà chi dovrà costruire il nuovo quartiere, City Life, quando il cantiere opererà a pieno regime.
I chilometri, intanto, sono diventati 12. Sto soffrendo come un cane, ma non voglio tornare a casa.
Mi concentro sui volti delle persone che incrocio. La donna di mezza età che aspetta il tram, i ragazzini davanti a un portone, uno spazzino. Gente di ogni genere, chi lavora, chi va a riposare, chi a divertirsi.
Dopo un po' mi ritrovo dalle parti della piscina Solari. I chilometri sono ora quasi quindici e penso a un percorso per rientrare alla base. Scendo lungo via Solari e arrivo all'inizio di via Washington. Da lì, è tutto un lungo e trionfale rettifilo fino a casa.
Sono uscito alle nove e trenta, il rientro è avvenuto alle ore undici e dieci. I chilometri, alla fine, sono diventati 17. Non male per un vecchio ubriacone.
Sabato non ho camminato per il dolore alle ginocchia. Domenica ero qua:


In mezzo ci sono stati un taglio radicale di capelli, una splendida visita al museo del novecento ed una gara di cucina persa al fotofinish con colui che per me rimarrà culinariamente l'uomo delle polpette più buone del mondo.
Domenica prossima si corre la prima mezza maratona assieme, con il buon vecchio Cri. Ed anche con Valerio, molto probabilmente. Perlomeno i primi dieci metri, perché nel tempo che io impiego a fare un chilometro lui ne ha quasi percorsi due.
Finirà che correranno insieme lui e il buon caro Girella, per poi aspettarmi sorseggiando The caldo all'arrivo. Mi sa che la macchina la metto io e mi tengo strette le chiavi.
Così, per sicurezza.

4 commenti:

  1. Charlie devi insegnarmi a piazzare tutti quei collegamenti ipertestuali fighissimi che hai messo in questo post..
    Post divertentissimo e bello come al solito, tra l'altro.

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  2. Cri, per inserire i link faccio così.
    Clicco su inserisci link.
    Si apre una finestra di dialogo.
    In una nuova scheda apro la pagina web che voglio linkare.
    Copio tutta la roba che c'è nella barra degli indirizzi
    Incollo nella finestra di dialogo
    Scrivo cosa deve apparire al posto del link
    Premo ok.

    Scrivere insieme a te è un sogno che si realizza, fratellone. E i tuoi post mi fanno impazzire tutte le volte.

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  3. Posso permettermi di consigliarvi di far aprire i link in un'altra finestra? Ci dovrebbe essere l'opzione... Altrimenti vi perdete i contatti!

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  4. Ah già, hai ragione, non me ne ero accorto, adesso vedo che riesco a fare.

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