La Tranvata
Chi corre è abituato all'imprevisto. Ti prepari per mesi in vista del grande obbiettivo e alla fine un cane ti morde mentre ti alleni. Hai un brutto incidente in moto. O anche semplicemente ti capita un infortunio. Niente che ti impedisca di rialzarti, e ripartire.
E' anche grazie a queste considerazioni che riesco a sostenere il peso di quanto è successo.
La Storia
Esame da avvocato. Milano. Esame scritto a dicembre 2010, superato con voto 40-40-40. Il nono voto più alto. Esame orale a settembre 2011, pochi giorni fa.
Capito nella commissione presieduta dall'Avv. F.. Su di lui circolano tante storie. Dicono che l'anno scorso bocciò i primi sette candidati e che per questo fu richiamato informalmente dall'Ordine. Dicono che sia sadico. Dicono che faccia domande assurde. Dicono che i forum online siano pieni di queste leggende.
Leggende, perché preoccuparsi.
Inizia l'esame alle 18.25 di mercoledì 14 settembre. Prima di me la stessa commissione aveva bocciato tre candidati e ne aveva promosso uno. Uno su quattro, le statistiche sono a mio favore (pensiero positivo, pensiero positivo, pensiero positivo).
Prime domande di diritto civile. "La rilevanza dei motivi nel contratto, nel testamento e nella donazione". Tutto OK. Domanda su "impossibilità sopravvenuta della prestazione". Dopo un po' chiedono "è a conoscenza di un orientamento giurisprudenziale sull'inesigibilità della prestazione come ipotesi di impossibilità sopravvenuta?". Lo conosco, era stato chiesto all'esame scritto due anni fa. Racconto il caso. Spiego l'orientamento. Tutto OK.
Domande di diritto processuale civile. Qui interroga solo una professoressa della Statale. Ordinario. Tutto OK.
Domande di diritto costituzionale. Sulla prima, dopo aver risposto, mi lancio in una comparazione con la costituzione francese anteriore al 2007. Tutto OK. I'm on fire.
Le ultime tre materie: Diritto dell'Unione Europea, Diritto Internazionale Privato, Deontologia Forense.
Inizia a interrogare il Presidente. Interroga solo lui. Interroga leggendo tutto il tempo le domande su un portatile che tiene davanti a sé. Lì ha anche le (sue) risposte.
Diritto dell'Unione Europea. All'università avevo 30. "Libera circolazione delle persone". Spiego la disciplina attuale. Spiego la disciplina del trattato del 1957, le modifiche operate con l'Atto Unico Europeo (1986), con il Trattato di Maastricht (1992), con il Trattato di Lisbona (2007). Mi guarda dubbioso, aggiunge domande insulse. Rispondo. Tutto OK. Credo.
Diritto Internazionale Privato. All'università avevo 30. Lo pratico a lavoro. "Diritto applicabile al matrimonio". La domanda è priva di senso. C'è un diritto della cerimonia (la prima risposta che do), c'è un diritto per la capacità dei nubendi, c'è un diritto per i rapporti personali tra i coniugi, etc. etc.. Chiedo se può precisare la domanda. Non la precisa. Rispondo. Non è la risposta che ha sullo schermo del portatile. Un altro commissario gli chiede di precisare la domanda. Quando finalmente la precisa rispondo.
Mi corregge "cittadinanza" con "nazionalità" (nel diritto internazionale privato vogliono dire esattamente la stessa cosa). Mi corregge "il criterio di collegamento è..." con "la legge applicabile è..." (nel diritto internazionale privato vogliono dire esattamente la stessa cosa. Il primo termine è più tecnico).
Qualche altra domanda simpatica (ad es. "ci si può sposare con il rito concordatario all'estero?"). Rispondo. Tutto OK. Credo.
Deontologia Forense. Domanda sul "procedimento disciplinare". Inquadro l'istituto in termini generali. Vuole il procedimento, passaggio per passaggio. Inizio, dopo un po' mi interrompe. Non ricordavo ogni singolo passaggio. Durante l'interrogatorio la Professoressa della Statale gli fa segno che sono già le 19 ed è tardi. Mi mandano via.
Esco molto nervoso dall'aula. L'esame era andato bene. Ma che stupido sono stato a non memorizzare ogni passaggio del procedimento disciplinare! E come si può interrogare senza avere idea della materia?
Aspetto l'esito con cauta fiducia. Quelli che erano venuti ad ascoltare le domande si avvicinano per farmi i complimenti.
Passano dieci minuti. Perché ci mettono così tanto?
Passano venti minuti. Un toro in gabbia. Mi chiamano dentro. Il commissario a sinistra mi guarda. Occhi lucidi. Cenno distrutto con la testa. Al centro il presidente. Ghigna a mezza bocca. Attraverso l'aula, arrivo davanti alla commissione. Il presidente, serio: "ci sono state insufficienze gravi". Le materie in cui mi aveva interrogato lui: Diritto dell'Unione Europea, Diritto Internazionale Privato, Deontologia Forense. "Non è ammesso".
Non ci posso credere. Tutt'attorno è silenzio. Chiedo spiegazioni, la voce si incrina. Tre commissari avevano il viso affranto. Lui ribadisce la sua posizione. Chiedo agli altri.
Cercano di giustificarsi. "E' il regolamento". "Abbiamo discusso e questa è la decisione, condivisibile o no che sia". "Lei è giovane, ha 27 anni. Pensi agli altri prima di lei che con l'hanno passato" (sic!).
Il capolavoro lo pronuncia la Professoressa della Statale. "Lei è giovane e preparato, lo ripasserà sicuramente l'anno prossimo" (sic!).
***
Che cosa resta di tutto questo? Un anno di studio gettato alle ortiche. Un danno economico non irrilevante. Un enorme senso di ingiustizia da scrostare dalla suola delle scarpe.
La sfida sarà trasformare la rabbia, negativa, in energia, positiva.
Da martedì si torna in ufficio. Da oggi si ritorna a correre. Il 2 ottobre c'è la Deejay Ten (chi viene?). Il 23 ottobre c'è la maratona di Venezia.
La corsa cura tutto. E qui c'è da piovere tanto, Runners!