Esco di casa alle 13.20. Sabato, 10 dicembre 2011 A.D.. Dove per A.D. si intende Anno Domini. L'esame scritto da avvocato inizia martedì prossimo e devo esercitarmi col latino. Ex abrupto si potrebbero rinvenire nel testo parole desuete, arcane. O, più semplicemente, da cane. Perfette per l'esame da avvocato.
Divago. Procediamo con ordine.
Sabato, 10 dicembre 2011, ore 9.30. Mi esercito scrivendo un atto di civile, quando mi prende un enorme sconforto. Più che sconforto è scazzo. Abuso di dipendenza economica, buona fede contrattuale. Memoria di costituzione e risposta nel procedimento cautelare. Blargh!!
Mi sento un criceto in gabbia. E lo sarò ancora per una settimana. Grazie a quel fidipu che mi esaminò a settembre.
Ore 13, la nausea diventa insostenibile. Smetto il pigiama da pensionato. Indosso le mutande. Indosso i pantaloncini aderenti, la maglietta aderente, la maglia aderente, il braccialetto dei Podisti da Marte aderente, le calze aderenti. Indosso le scarpe aderenti. Esco. Rientro. Indosso l'orologio aderente. Riesco.
Tutto troppo tranquillo in città. Non c'è una macchina. Qualche autobus ogni tanto e una pattuglia di carabinieri. Giusto! Il blocco del traffico!! Pisapia che non dorme la notte!!! Un succulento sabato da passare pedibus calcantibus. La città è dei podisti e dei bambini.
Un primo giro a Parco Sempione, perché ci sta sempre. Nei pressi del Castello Sforzesco mi imbatto nella fiera degli Obei Obei. Otto giorni chiuso in casa, mia e di Giova, a scrivere pareri e atti, e mi dimentico che Milano ha anche la fiera degli Obei Obei.
Che bella... rogna. Gente. Ho la barba di una settimana (per quel che riesce a crescere). Lo sguardo tra lo scazzato e l'incazzato. L'ultima cosa che voglio fare è ficcarmi in una fiumara di gente allegra e (apparentemente) spensierata.
Devio e torno a Piazza Lega Lombarda. Da lì mi infilo a Moscova e rasento il Radetzki, vestito meno ridicolmente dei presenti. Piazza XXV Aprile, Corso Como, Stazione Porta Garibaldi. L'idea sarebbe di andare a trovare la Marti. Sembrerebbe che Cristiano in questo periodo la stia un po' trascurando, vorrei portarle un po' del calore dei Piovono Runners.
Come sempre, mi perdo. 3 anni che vivo a Mediolanum e ancora non mi ci raccapezzo. Finisco in qualche modo nel quartiere Isola, uno dei miei preferiti. Mi godo un po' di case operaie finché arrivo al Palazzo della Regione. Non l'avevo ancora visto da questo lato, solo dalla parte di Via Melchiorre Gioia. Id est, sono vicino a Via Melchiorre Gioia. Che, per i non milanesi che leggono, è vicino al Naviglio della Martesana, aka Marti.
Ecce Gioia! Due vialoni immensi, osceni, vuoti. Attraverso, stando attento che non passino biciclette. Un paio di falcate e imbocco la Marti. L'ultima volta c'ero venuto con Carletto, per diventare Signori della Notte.
Un chilometro ad andare, uno a tornare, e riprendo la via di casa. Non voglio strafare sulla Marti, è pur sempre la donna di Cristiano.
Questa volta non mi perdo. Attraverso tutta Melchiorre Gioia, giro verso Piazza XXV Aprile, proseguo e transito su Via Sarpi. Nessuna sosta agli incroci, gaudium magnum!!
Allungo e sfiato sotto casa. 13 chilometri a 4'45'' al km di media. 13 chilometri, uno in più del previsto. 13, come il primo giorno d'esame. Due corbelli...
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sabato 10 dicembre 2011
martedì 6 dicembre 2011
Fuori di casa!
Avete presente le giornate uggiose?
Ne ho avute una serie di recente. Sarà perché non corro. Due fine settimana fa, prima di pubblicare "Storie di pippe", per intenderci, ero a Roma.
Roma, città eterna. Lavoro. Tre giorni intensissimi di workshop durante il giorno e vita sociale la sera/notte. Stravolgente. Fantastico. Condito con il più bel sabato mattina possibile. 6 suona la sveglia. 3 ore dopo la chiusura degli occhi. Mi alzo. Ringo il collega inglese, e insieme andiamo a perderci per le vie di Roma albeggiante.
Villa Borghese, Piazzale Flaminio, Lungotevere, la Cassazione, Castel Sant'Angelo, San Pietro, Via del Corso, Piazza di Pietra.
16 km dopo rientriamo con gli occhi gonfi di lacrime e gioia.
Lunedì incubavo la febbre. Seguivano due giorni di febbre e cinque a scatarrare. Milano grigia e buia e tanto lavoro prima di lasciare l'ufficio per ripreparare l'esame.
E ciò che è peggio, non correvo da sabato 26 novembre 2011. Forse non è chiara la gravità della situazione: non correvo da sabato 26 novembre 2011.
Sabato e domenica scorsa ho dormito. Quasi tutto il tempo. E quando non dormivo mi struggevo perché volevo correre. Ma come si fa a correre quando la giornata è uggiosa? E quando vuoi dormire. E quando scatarri.
Lunedì sera avrei dovuto correre. Ma come si fa a correre quando la giornata è uggiosa e hai passato 8 ore a esercitarti a fare un esame di cacca?
Martedì sera (oggi per chi scrive) stava per ripresentarsi la stessa scena. Giornata uggiosa. 8 ore. Esame di cacca. Niente corsa.
Mi scuoto. Preparo una playlist d'eccezione. Metto il vestito buono. Esco.
Milano è meravigliosa per correre. Sgambata alle 19.30, quando mai era successo? Parco Sempione è ancora aperto, mi ci infilo e zompetto per i prati. Parte Safari nell'iPod e decido di uscire.
Un giro a Piazza Duomo si fa sempre, anche se è difficile scatarrare senza farsi vedere. Ritorno e passo da Via Meravigli, dove partecipo a uno dei miei giochi preferiti: corsa in mezzo al traffico. Le macchine e i motorini incedono incolonnati, gli stretti marciapiedi di Via Meravigli sono pieni. Suonerà strano ma tra i pedoni e il traffico preferisco quest'ultimo. Macchine e motorini credono di essere più forti e duri, non si lamentano se taglio loro la strada.
Sorpasso, giro, cambio direzione. Neanche il semaforo di Via San Giovanni sul Muro può fermarmi. Dal Litta passo a Cadorna e rientro alla base.
55 minuti. E' tutto quello che so. Niente conta chilometri niente cardiofrequenzimetro. Le gambe, il vestito buono, la musica. La corsa. E chi c'ammazza a noi?
La Playlist
Ne ho avute una serie di recente. Sarà perché non corro. Due fine settimana fa, prima di pubblicare "Storie di pippe", per intenderci, ero a Roma.
Roma, città eterna. Lavoro. Tre giorni intensissimi di workshop durante il giorno e vita sociale la sera/notte. Stravolgente. Fantastico. Condito con il più bel sabato mattina possibile. 6 suona la sveglia. 3 ore dopo la chiusura degli occhi. Mi alzo. Ringo il collega inglese, e insieme andiamo a perderci per le vie di Roma albeggiante.
Villa Borghese, Piazzale Flaminio, Lungotevere, la Cassazione, Castel Sant'Angelo, San Pietro, Via del Corso, Piazza di Pietra.
16 km dopo rientriamo con gli occhi gonfi di lacrime e gioia.
(nella foto: gioia) |
Lunedì incubavo la febbre. Seguivano due giorni di febbre e cinque a scatarrare. Milano grigia e buia e tanto lavoro prima di lasciare l'ufficio per ripreparare l'esame.
E ciò che è peggio, non correvo da sabato 26 novembre 2011. Forse non è chiara la gravità della situazione: non correvo da sabato 26 novembre 2011.
Sabato e domenica scorsa ho dormito. Quasi tutto il tempo. E quando non dormivo mi struggevo perché volevo correre. Ma come si fa a correre quando la giornata è uggiosa? E quando vuoi dormire. E quando scatarri.
Lunedì sera avrei dovuto correre. Ma come si fa a correre quando la giornata è uggiosa e hai passato 8 ore a esercitarti a fare un esame di cacca?
Martedì sera (oggi per chi scrive) stava per ripresentarsi la stessa scena. Giornata uggiosa. 8 ore. Esame di cacca. Niente corsa.
Mi scuoto. Preparo una playlist d'eccezione. Metto il vestito buono. Esco.
Milano è meravigliosa per correre. Sgambata alle 19.30, quando mai era successo? Parco Sempione è ancora aperto, mi ci infilo e zompetto per i prati. Parte Safari nell'iPod e decido di uscire.
Un giro a Piazza Duomo si fa sempre, anche se è difficile scatarrare senza farsi vedere. Ritorno e passo da Via Meravigli, dove partecipo a uno dei miei giochi preferiti: corsa in mezzo al traffico. Le macchine e i motorini incedono incolonnati, gli stretti marciapiedi di Via Meravigli sono pieni. Suonerà strano ma tra i pedoni e il traffico preferisco quest'ultimo. Macchine e motorini credono di essere più forti e duri, non si lamentano se taglio loro la strada.
Sorpasso, giro, cambio direzione. Neanche il semaforo di Via San Giovanni sul Muro può fermarmi. Dal Litta passo a Cadorna e rientro alla base.
55 minuti. E' tutto quello che so. Niente conta chilometri niente cardiofrequenzimetro. Le gambe, il vestito buono, la musica. La corsa. E chi c'ammazza a noi?
La Playlist
Beirut | Postcards from Italy | 4'18' |
Ivan Graziani | I lupi | 5'01'' |
Ivan Graziani | Addio Lugano | 4'38'' |
Ivan Graziani | Pigro | 2'25'' |
Jovanotti | Safari | 4'25'' |
The Postal Service | Clark Gable | 4'55'' |
Mina (ft. Manuel Agnelli) | Adesso è facile | 3'50'' |
George Harrison | What is Life | 4'24'' |
Afterhours | Ballata per la mia piccola iena | 4'55'' |
Jovanotti | Mezzogiorno | 4'22'' |
Jonsi | Go Do | 4'41'' |
Lighthouse Family | Ain't No Sunshine | 3'42'' |
Mumford & Sons | Little Lion Man | 4'07'' |
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