giovedì 18 ottobre 2012

Sconcerti - Conte - Farina - Juve cacca

No, scusate. So che è un blog di corsa. So che tutti aspettano notizie sulla gara di domenica. Quella della maglietta della Nike per intenderci.

E' che ho appena aperto il sito del Corriere. Domani ho un esame, sono già nervoso di mio. Più del solito quantomeno. Cercavo di rilassarmi guardando sulla colonna di destra le poppe di qualche modella russa. Quand'ecco che mi imbatto in questo post di Sconcerti. "Conte, dopo Farina, è due volte eroe".

Lo so, non dovrei parlare di calcio qui. Mi permetto di farlo solo perché si tratta di smerdare la Juve. Non tutta la Juve, solo quella dei personaggi tristi alla Sconcerti, Moggi & Co.. So che Cristiano (cuore granata) e Carletto (fede rossonera, ahimè nessuno è perfetto) non se la prenderanno troppo.

In realtà non si tratta di smerdare la Juve. Solo Sconcerti.

Sconcerti accosta Farina a Conte. E sostiene che Conte è eroe due volte.

Riassumo brevemente alcuni passaggi della triste vicenda del calcio scommesse. Farina era un giocatore del Gubbio, squadra di serie zeta. Gli avevano offerto 200.000 euro per truccare una partita. Ha rifiutato e ha denunciato chi aveva tentato di corromperlo. Farina guadagnava 50.000 euro all'anno, ed era chiaro all'epoca che non avrebbe mai fatto carriera. Dopo calcio scommesse Farina viene chiamato da Prandelli, allenatore della nazionale di calcio, a fare il giretto con la nazionale. Tornato dalla vacanza scopre che il Gubbio non lo vuole più in squadra, e che nessuna squadra di serie zeta è disposto a farlo giocare. Chissà, magari nel frattempo si era anche scassato la uallera di tirare calci a un pallone, con-tutto-sto-schifo-che-c'è-dietro. E' finito ad allenare i pulcini dell'Aston Villa, prestigiosa squadra di Londra. Che sputaci sopra. Ed ha avuto anche la benedizione di Gramellini su La Stampa.

Conte è l'attuale allenatore della Juventus. Non dovrebbe esserlo, in quanto sospeso perché condannato dalla "giustizia sportiva". Ebbene sì, esiste la "giustizia sportiva". E' una condanna su cui si può discutere (per dire, non come Calciopoli). Ma è una condanna. Conte avrebbe saputo che altri stavano truccando una partita del Siena, squadra che allenava, e non avrebbe denunciato il fatto. L'illecito si chiama "omessa denuncia". Conte contesta, ovviamente, tutto quanto. "Io non so niente, non avevo idea di quello che stava succedendo, che dovevo denunciare?". Bene.

Sconcerti, è bene precisarlo in anticipo, scrive sul Corriere della Sera. E' un giornalista e scrive sul Corriere della Sera. Ripeto, il Corriere della Sera. Lo ripeto così, perché ex-milanese ed ex-aspirante giornalista, considero il Corriere un'istituzione. Il Corriere della Sera.

Sconcerti scrive, in buona sostanza, che Farina è "un infame". E che il calcio italiano è "mafioso". Che in Italia tutti (chi?) hanno escluso (da che?) l'infame, e l'infame se n'è andato in Inghilterra. Alla fine gli è andata anche bene (sottinteso, a sto pirla di un infame).

Che Conte è un eroe. Due volte eroe.

Farina era uno sfigato qualsiasi, Conte era Conte. Già mega giocatore della Juve. Allenatore rampante. Sticazzi di Farina e dell'Aston Martin. Conte non può certo denunciare che truccano le partite della sua squadra. Farina non ha carriera, non ha futuro. Conte sì, epperbacco!

Quindi, secondo Sconcerti, Conte sapeva. Conte non ha denunciato. Quindi? Conte ha commesso un illecito sportivo? No.

"[Conte è] due volte eroe: per aver taciuto e per aver scontato una pena che a questo punto non meritava."

Da siciliano, mi sovviene un accostamento tra chi paga il pizzo e chi no. Uso la similitudine perché Sconcerti si permette di usarla. Mi rendo conto che che sto scrivendo una filippica su una scurreggia.

Ebbene, capisco "umanamente" chi paga il pizzo. Ma se qualcuno, un giornalista, sul Corriere della Sera (sul Corriere della Sera!!!), definisce chi paga il pizzo, chi non denuncia, chi omette, un eroe, ho una e una sola reazione.

Ma va a ciapà i ratt!!!

[a futura memoria gl'ho fatto lo scrin sciot - QUI l'articolo sul Corriere]


lunedì 15 ottobre 2012

Cara Signora Nike

Non sono uno dei Suoi fan più fedeli. Solo un semplice utente dei Suoi prodotti per la corsa. Apprezzo alcuni tessuti che Lei usa per le magliette e le canotte. Ho alcune calze, e un paio di pantaloncini da corsa. Guanti, che chiaramente non posso usare a Singapore. Nessuna lamentela riguardo ai Suoi prodotti. Quelli che ho sono eccellenti.

Ma in questo momento sono molto molto contrariato nei Suoi confronti.

Mi sono registrato per la Nike We Run SG. Come Lei sa, è una corsa di 10km. Ci sono gare dello stesso genere in altri paesi. In Italia Lei usa la Deejay Ten per questi fini. In Malaysia si chiama Nike We Run KL.

Sono contento che Lei promuova questi eventi. Introducono le persone alla corsa, e ciò è un bene.

Signora Nike, voglio che Lei sappia che sono molto felice per questa corsa. Probabilmente arriverò in uno stato di forma decente, e finalmente romperò il muro dei 10km in 40 minuti. Ma ciò che mi rende davvero felice è che quattro amici che vivono a Singapore correranno con me. E non hanno mai corso in una gara.

Signora Nike, sono profondamente contrariato. La scorsa domenica ho prelevato il pacco gara al punto di ritiro. Dentro al pacco c'era una maglietta della gara. Era tutta nera, con sottili strisce giallo fluorescente alle estremità. E ho letto per la prima volta che tutti i partecipanti DEVONO indossare la maglietta. Era scritto anche nel regolamento della gara. Regola 12 del Regolamento, non l'avevo notata prima.

Signora Nike, questa sarà la mia quinta gara a Singapore, da maggio 2012, quando mi sono trasferito qui. Fin qui, ho indossato con orgoglio la canotta della Fondazione De Marchi. La Fondazione De Marchi è una onlus italiana, legata alla omonima clinica pediatrica. Aiutano famiglie con bambini che hanno dovuto subire pesanti trattamenti sanitari  (ad esempio per la leucemia). Rendono la vita dei bambini in ospedale molto molto molto più piacevole. Dovrebbe vedere come hanno trasformato la clinica, Signora Nike. Correre e raccogliere fondi per la Fondazione De Marchi è un piacere e un onore.

Non correrò la Nike We Run SG indossando la canotta della Fondazione De Marchi. Ciò a causa della Regola 12, Signora Nike.

Ma il vero problema è un altro. Perché non è consentito ai podisti di indossare i loro colori preferiti?

Molti di loro avrebbero indossato la maglietta nera in ogni caso. Molti avrebbero indossato i Suoi prodotti rossi, gialli, arancioni, blu, rosa, Signora Nike. Ma 20mila  persone indosseranno lo stesso colore, nero.

Podisti anonimi. Nessun colore, nessuna differenza, nessuna felicità. Solo magliette nere. E' questo ciò che vuole, Signora Nike?

Signora Nike, i miei amici ed io, noi, saremo felici in ogni caso. Saremo diversi. I nostri raggianti sorrisi annichiliranno la Sua anonima maglietta. E mi dispiace che i suoi piccoli aiutanti di Singapore non capiscano questo: le differenze arricchiscono.

Dear Ms Nike

I am not your biggest fan, but a decent consumer of your products for running. I like some of the fabrics you use for making t-shirts and singlets. I have some of your socks, and a pair of running shorts. Gloves, that I clearly cannot use in Singapore. Nothing to complain with your products, the ones I have are excellent.

But right now I am very very disappointed of you.

I registered for the Nike We Run SG. As you know, it is a 10k run. There are equivalent races in many other countries. In Italy you use Deejay Ten. In Malaysia it is Nike We Run KL.

I am glad that you organize such events. They bring people to running, and that is good.

Ms Nike, I want you to know that I am very happy about this race. I will probably arrive in a decent shape, and finally break the wall of 10k in 40 minutes. But the thing that makes me really happy is that four other friends who live in Singapore are running with me. They have never run a race.

Ms Nike, I am so deeply disappointed. Last Saturday I picked my pack at the collection point. Inside the pack there was the race t-shirt. It was all black, with tiny fluo yellow strips in the borders. And I read for the first time that all the participants MUST wear that t-shirt. It was also on the rules of the race. Rule 12 of the Rules and Regulation, I hadn't noticed it before.

Ms Nike, this is going to be my fifth race in Singapore, since May 2012, when I moved here. So far, I have proudly worn the singlet of Fondazione De Marchi. Fondazione De Marchi is an Italian charity, linked to the pediatric clinic of the same name. They help families with kids who have to go through heavy medical treatments (e.g. for leukemia). They make the life of kids in hospital much much much more pleasant. You should see how they transformed the clinic, Ms Nike. To run and fundraise for Fondazione De Marchi is a pleasure and a honour.

I will not run Nike We Run SG wearing the singlet of Fondazione De Marchi. Because of your Rule 12, Ms Nike.

But the real problem is another one. Why runners are not allowed to wear their favourite colors? Many of them would have worn your black t-shirt anyway. Many would have worn your red, yellow, orange, blue, pink products, Ms Nike. But 20 thousand people will wear the same color, black.

Anonymous runners. No colors, no diversity, no happiness. Only black t-shirts. Is that what you want, Ms Nike?

Ms Nike, my friends and I, we will be happy anyway. We will be different. Our shining smiles will overcome your anonymous t-shirt. And I am sorry that your little helpers in Singapore do not understand this. Diversity makes us richer.