lunedì 21 novembre 2011

Così, su due piedi

Ho passato l'ultima settimana a leggere deliranti teorie di complotto su facebook. Il succo della questione pare fosse la quasi totale certezza, diffusa in rete, che dietro l'incombente domenica a piedi di Milano del 20 novembre ci fosse una sedicente Internazionale eco-munista che aspirava all'annientamento del popolo automobilista e di tutto ciò che esso rappresenta in termini di modernità, progresso, movimentazione dell'economia di mercato e volano anti crisi.
Una domenica a piedi pareva poter avere la forza di fare tutto questo, a sentire gli allarmati commenti e le feroci invettive di alcuni milanesi da social network.

L'ho presa con ironia. Poi con perplessità, perchè continuavano. Poi mi sono incazzato, perchè continuavano ancora, e ho deciso di scrivere questo post.

Avete rotto il cazzo.
E potrei fermarmi qui, perchè il contenuto c'è già tutto. Però visto che non possiedo il dono della sintesi, argomenterò meglio.
Cominciamo a sgombrare il campo dalle questioni politiche, che non mi interessano e che non c'entrano niente. Eravate tutti già nati l'inverno scorso, giusto? Anche quelli prima, credo. No, perchè la Moratti ne ha fatte di domeniche a piedi, Albertini pure.
Quindi, di grazia, che c'azzecca Pisapia?

Secondo: riuscite, ogni tanto, a svestire i panni dell'automobilista e ricordarvi che prima ancora, da nudi, siete anche cittadini? La città è fatta ANCHE di auto, non PER le auto. Non esiste una gerarchia di valori urbani che mette la macchina al primo posto, ma anch'essa può sottostare a certe regole. Una di queste regole è fermarsi, ogni tanto. Non è un dramma. Respirate forte e calmatevi, non sentitevi defraudati di un diritto. Oggi è già lunedì, è tutto passato e potete tornare a sgasare.

Terzo, consigli retroattivi per ieri:
Stare a casa.
Dormire.
Fare sesso a orari inconsueti (per chi può)
Uscire - udite, udite - a piedi. Magari correre (o esagero?)
Uscire - udite, udite, udite - in bici.
Uscire - e qui forse è meglio che vi tappiate le orecchie - con i famigerati mezzi pubblici che l'Orco ha reso carisssssimi ma che ieri costavano solo 1,50 euro per tutto il giorno.
Prendere un taxi, se l'astinenza da quattroruote risulta intollerabile: senza il traffico spendete anche poco.
Andare fuori città o andare a lavorare, se dovete, con tutta calma e senza levatacce, visto che l'Orco ha messo gli orari di blocco più morbidi del mondo, dalle 10 alle 18.
Scaccolarvi davanti allo specchio del bagno, se vi manca tanto quello retrovisore della vostra auto.

Magari avreste scoperto che esistono altri suoni oltre a quelli rigurgitati dalle autoradio e dai motori.
Che i moscerini esistono anche vivi, prima di morire contro i parabrezza (tranquilli, a novembre ne avreste beccati pochi, persino nei parchi....presente, i parchi? quei posti orrendi dove non si può andare MAI con la macchina).
Che anche a piedi si può accelerare, si chiama corsa. E non inquina.
Che si può stare in coda, ma davanti a un museo.
Che se per 360 giorni all'anno vi impegnate ossessivamente a sorpassare, non vi fa male, nei restanti 5, rendervi conto quanto siate voi ad essere sorpassati.
Come mentalità, come arroganza. Come spreco di soldi, oltretutto.

Ripensateci, perchè capiterà ancora.
Magari vi farà meglio arrivarci più rilassati la prossima volta.

Io, come gesto di riconciliazione, vi inviterò a correre con me.
Può essere un'idea per le prossime domeniche a piedi, cari Piovonorunners: stage di corsa per automobilisti defraudati isterici.
Io sono a disposizione.

domenica 20 novembre 2011

Tre domeniche e un sabato

E' un post costipato. Me ne rendo conto. Non perdo troppo tempo a scusarmi, che c'è tanto da leggere.

Domeniche

6 novembre 2011
Luogo: Cesano Boscone
Nome: Marcia dell'amicizia cesanese
Distanza: 21 km
Partecipanti: circa 1500
Meteo: pioggia ininterrotta, freddo boia
Orario della corsa: circa 8.30 - 10
Ristoro dopo gara (in ordine di assunzione): latte, biscotti, gnocchi al pomodoro, crostata, fette biscottate con la marmellata, tè caldo.
Voto: 9
Note:
Sono molto affezionato a Cesano Boscone. Due anni fa (2009) ci corsi una mezza maratona in questo periodo. Piovve tutto tutto tutto il tempo. In quell'occasione conobbi Ruggiero, eroe già noto ai lettori del blog. Arrivavo con un record sulla mezza maratona di 1 ora e 43, corsi due mesi prima. Finii in 1 ora e 33. E stavo alla grande. Un anno dopo (2010) ci corsi il primo test prima Milano-Londra. Arrivavo da un periodo di fiacca e temevo di non riuscire a scendere sotto le 3 ore e 15 minuti alla maratona Londra. Il tempo finale non fu esaltante, ma riuscii a correre gli ultimi 6 km in progressione.
Quest'anno niente mezza maratona. Mancano i soldi. I cesanesi non si perdono d'animo e organizzano la Marcia dell'amicizia. Una tapasciata insomma.
Dicesi tapasciata quella corsa/camminata per famiglie e runners che corrono/camminano chiacchierando e sorridendo. Più che runners podisti. Meglio ancora, "tapascioni". Niente chip, niente classifiche. Solo corsa, in compagnia o da soli, nelle più ridenti località dello Stivale. E anche a Cesano Boscone.
Si paga 4 euri e ti riempiono di cibo all'arrivo. Di solito anche di vino. In alcune tapasciate ai ristori si trova anche il vino e le salamelle (soprattutto in Veneto).
Non ci sono fighetti. Parte del percorso è sulla terra battuta o nei campi. Se piove ci si diverte di più.
A Cesano Boscone è piovuto tutto il tempo.
Anche senza i tanti soldi degli sponsor, i Cesanesi hanno organizzato un ristoro a buffet di tutto rispetto.



13 novembre 2011
Luogo: Idroscalo
Nome: Milano FitMarathon
Distanza: 21,195 km
Partecipanti: 300 (esatti)
Meteo: sole, freddo qb
Orario della corsa: circa 10.30 - 12
Ristoro dopo gara (in ordine di assunzione): pezzetti di mela tagliati, lavati e imbustati del McDonald (sponsor dell'evento), un bicchiere di tè tiepido.
Voto: 4+
Note:
Che gara del ciufolo.
Una splendida giornata di sole. Freddo ma non troppo. Le condizioni perfette per correre.
Prima edizione della Milano Fit Marathon. Salvo sorprese non dovrebbero essercene altre. Sul sito internet dell'evento non è scritto dove si trova la partenza, nè come ci si arriva. A meno che uno non conosca la geografia dell'Idroscalo. http://www.fitmarathon.it/?page_id=638
Costo molto contenuto, 10 euro. Per una mezza maratona è veramente basso. Percorso noioso, due chilometri andando avanti e indietro per un chilometro e poi tre giri dell'Idroscalo. Su 21 km sono segnalati solo i chilometri 5 e 10. I ristori lungo il percorso sono tutti a base di acqua (niente sali, niente cibo) e si trovano a tre metri dal percorso. Per dissertarci dovevamo fare una piccola deviazione.
Ma fin qui ancora è tollerabile. Ho visto di peggio. Non è vero, non ho visto di peggio. Ma è comunque tollerabile. Finché si corre tutto va bene. E la giornata è veramente bella. Fino all'arrivo.
Ritiro la medaglia celebrativa. Si avvicina una ragazza sorriso McDonald che mi consegna una bustina con quattro pezzetti di mela. Spalanco gli occhi. E chi mi conosce sa quanto riesco a spalancare gli occhi in queste circostanze.
"E il cibo?"
"Più avanti c'è un banchetto degli organizzatori"
Mi rassereno. E Miss Durban 2008 è salva. Per ora.
Vado al banchetto. Un signore riempie bicchieri di plastica di un liquido marrone. Bevo. Il tè era caldo. Due ore prima.
"E il cibo?"
"All'arrivo distribuiscono le mele"
Spalanco gli occhi.
Per fortuna (loro) c'è un bar dove mi "rifocillo" con un caffè e una brioche al cioccolato.
Sono stato generoso con il voto 4+. Ma non dipende da loro. Ho incontrato Pino dei Podisti da Marte e abbiamo avuto una piacevole chiacchierata. E la giornata era davvero bella. E poi si correva. E poi ha offerto lui il caffè e la brioche.


20 novembre 2011
Luogo: Casarile
Nome: Stragelada
Distanza: 19 km
Partecipanti: circa 3000
Meteo: non sono riuscito a capirlo, la nebbia mi obnubilava
Inizio: 8.20
Fine: 9.40
Ristoro dopo gara (in ordine di assunzione): gnocco alla romana con panna e gorgonzola, gateau di patate, fusilli al pomodoro e fagiolini, risotto di funghi, braciola di maiale, crostata alla nutella, biscotti vari, tè caldo.
Voto: 10+
Note:
Tapasciata.
Qualcuno potrebe pensare che il paesaggio sia il motivo per cui così tante persone partecipano all'evento: campi, campi, campi, un cimitero, campi, campi, un allevamento di maiali, un cimitero, campi, campi, una nutria morta in mezzo alla strada, campi, cavalcavia sull'A7 Milano-Genova, campi, un riccio morto in mezzo alla strada, campi. E invece no. Perché tutto questo bendidio è avvolto dalla nebbia più fitta. A fatica si vede la strada.
Di certo non si viene per il clima. Si chiama "Stragelada". E c'è un motivo per cui non è semplicemente "Gelada".
Si viene per la gente. Famiglie, tapascioni, podisti, runners. Si viene per il ristoro finale (vedi sopra). Si viene per il mezzo chilo di mortadella nel pacco gara. Si viene perché ci si diverte. E quando si corre ci si diverte sempre.
Unico dispiacere, Ruggiero doveva tornare a casa e non sono riucito a mangiare la torta.


Sabato

19 novembre 2011
Genova. L'avevo annunciato. C'ero.

Il treno dei Podisti da Marte partiva la mattina di sabato. A Genova c'è un mio caro amico dell'Università, Gabriele. Ci siamo conosciuti il primo anno. Io studiavo giurisprudenza. Lui studiava come diventare maestro da sci. E, vi stupirò, non lo faceva per poi provarci con le clienti. Aveva una genuina passione per lo sci. E' di Catania.

Dopo il primo anno si è trasferito a Genova. Gli veniva più comodo per sciare. Ed è diventato maestro di sci.

Parto venerdì e passiamo la serata insieme coi suoi amici. Giriamo per i labirintici vecchi carrugi, vediamo i monumenti di Genova (in primis, il bar frequentato da Ruby Rubacuori), ascoltiamo un suo amico che suonava blues, beviamo circa 5 litri di birra a testa.

Divago. Sabato, si cammina per le vie di Genova con i Marziani. Non si corre, si cammina. Un gesto di sensibilità dopo l'alluvione. Un po' mi dispiace. L'allegria non manca, la giornata è fantastica, ma quando corriamo è un'altra cosa.

Questa volta corriamo camminiamo per Terres des Hommes. Una onlus francese che si occupa di diritto all'infanzia. Portiamo le magliette gialle e nastriamo di giallo la città, per diffondere il messaggio della campagna "Io proteggo i bambini". Come segno tangibile, i soldi raccolti durante la giornata sono donati da Terres des Hommes e dai Marziani all'asilo di Chighizola, danneggiato dall'alluvione.

Quando ci vedono, i genovesi sono un po' ritrosi. Non si fidano. Gabriele prova a convincerli spiegando che è anche lui di Genova. Ma il suo accento non convince il passante, che fugge via senza il fiore marziano.

Non importa. La missione è compiuta. Genova conosce il cuore marziano. Abbiamo lasciato il segno, e un contributo per la ricostruzione dell'asilo di Chighizola. Che un nome più semplice potevano darglielo però.