"Sudato, bagnato, affaticato, in mezzo alle moltitudini"
Sì, ero a Milano. Chiedo scusa a tutti gli amici, amiche e conoscenti milanesi che non ho avvertito per far festa. Ma soprattutto, chiedo scusa a quelli che ho avvertito e incontrato. È tutta colpa del sakè.
Nell'anno del Signore 2014, 23 marzo, ero a Milano per correre la Stramilano. Una gara bellissima in quanto si svolge a Milano ed è corsa da podisti improbabili. La prima gara della mia carriera improbabile di amante improbabile delle gare podistiche.
Mi ero iscritto alla mezza maratona (21km) con l'intento di correre anche i 10km della Stramilano dei 50mila.
E invece.
E invece stocazzo di ginocchio non mi dà tregua. Siamo alla seconda settimana senza corsa.
Direte, esticazzi. Esticazzi una sega!! (Perdonate il francesismo di una).
L'obbiettivo sbandierato della stagione era di correre la maratona di Rotterdam il 13 aprile sotto le 3 ore. Sotto le 3 ore sotto i 30 anni. Sì, compio 30anni quest'anno.
Stavo andando benissimo, con finanche il nuovo miglior tempo sulla mezza maratona a Verona, davanti all'esultante Zia Carmela il 16 febbraio scorso.
Di lì in poi il disastro. Coscia posteriore fastidiosa, quattro giorni di stop. Settimana lavorativa h 8-24, si corre solo per andare dal mio ufficio all'ufficio del capo e ritorno.
20km com salite e dolore al ginocchio: non si corre più a tempo indeterminato.
Allora perché ero a Milano, vi chiederete? A parte il sakè che, vi garantisco, si trova anche qui.
Perché dovevo correre la Stramilano. Il biglietto era fatto, l'alloggio pagato, andiamo a correre la Stramilano.
La sveglia è più clemente. Non alle 7 come per il 10+21km programmato, ma alle 9.30.
La colazione è più saporita. Non il malto pregermogliato prima della gara, ma caffellatte e biscotti.
La doccia si fa prima e non dopo la gara.
E via a correre la Stramilano con gli altri.
Partenza alle 11 al Castello Sforzesco. Mi piazzo alle 11.20 al km 5.
Arrivano i primi e qualche flebile applauso glielo concedo. Ma non di più. Questi sono alieni, superuomini e superdonne per i quali non serve sprecare fiato.
Arrivano quelli che finiscono in 1h30m e le cose si fanno più interessanti. Ma è con quelli che finiranno in 2 ore che inizio a darci dentro. Sono già stanchi al km 5 su 21. Li vedi e non te li immagini neanche a prendere le scale anziché l'ascensore per salire un piano di scale. E invece sono lì.
Passa il nostro Cristiano, intorno agli 1h40m. Urlo ma è troppo concentrato e non sente.
Aspetto il passaggio degli ultimi e mi muovo verso il 20esimo chilometro, a poco dal traguardo.
Trovo Claudia col pupone Vito, Anna, il Compa e Renato con la bandiera marziana.
Il canovaccio è lo stesso, ma le voci sono di più.
I primi che arrivano chisselincula (no, sul serio, chisselincula veloci come sono?).
Dopo il gruppo che finirà in 1h30m si fa sul serio.
Applausi. Fischi d'approvazione. Qualche vai e qualche dai.
Poi si fa un paio di salti, ginocchio permettendo. Poi si urla qualche nome che alcuni hanno stampato sulla maglietta. Poi il nome del gruppo per cui alcuni corrono. Poi nomi a caso.
Poi si urla e basta.
Poi si incita.
Poi passa Fabrizio con la bandiera dei Podisti da Marte, per lui era il 30esimo km, e vien giù lo stadio. Poi passano Valterone. Poi Ivan, Geogiana, Simona, Antonella, Alfredo, Pino, altri che in questo momento non ricordo che mi sto pure emozionando.
Poi passano altre centinaia di sconosciuti ai quali si urla ugualmente di non mollare dai cazzo che siete bravissimi siete quasi arrivati dai grandi è l'ultimo chilometro siete grandi bravi forza con quelle gambe daaaaiiiii.
Poi si va a bloccare Claudia che con Vito in braccio a momenti salta addosso a quelli di 2 ore e 30 perché cazzo non è questo il momento di mollare dai cazzo.
La più bella Stramilano che non abbia mai corso.
Poi Giogiò però non la si aspetta più ché, figa, mi parte l'aereo.
Ma dove spacchio sei Giogiò? |