un Nizza visionario, questo martedì. Buona lettura!
Vi avevo lasciato salutandovi per il mio ritorno su Piovono Runnes.
Vi dicevo che essendo stato fermo, in tutti i sensi, dovevo recuperare su ogni campo, sulla corsa, sulla lettura dei post dei miei amichetti e sulla presenza nel blog e così ho fatto.
Ho letto ciò che avevo lasciato indietro ma soprattutto mi sono rimesso di buon passo a rifrequentare la mia amica tabella. Unica variazione è stato il giorno infrasettimanale dei nostri incontri.
Stavolta il fato, da leggere come lavoro, ha fatto sì che venisse scelto il tardo pomeriggio di venerdì. Per cercare di non irritarla ulteriormente, essendo estremamente abitudinaria, ho pensato che sarebbe stata cosa carina e apprezzata modificare anche la location, e così ho abbandonato il mio fido tapis per l’asfalto, l’ambiente naturale di ogni runner.
La scelta però è caduta, non sulla ormai conosciuta collinetta, ma per sulla strada pura. Costeggiare parzialmente l’ippodromo fino ad arrivare a S.Siro e ritorno. Il chilometraggio prevedeva i miei soliti 4,6 km.
Il freddo non ha aiutato, ma un episodio mi ha scaldato molto. Penso che sia stato come per Paolo sulla via di Damasco, perché proprio in un momento in cui il freddo, e l’aroma di ippodromo, iniziavano a farmi propendere per un taglio netto verso casa, lui mi è apparso dal nulla. Un attimo prima non c’era e un attimo dopo eccolo li che mi viene in contro. Scambio di sguardi, il suo rilassato e per nulla affaticato o infreddolito, proprio sereno e il mio invece di un uomo distrutto.
Un attimo dopo il nostro incrocio ecco che mi si affianca, mi fa un cenno di assenso e mi supera.Voi penserete che lo abbia fatto per spocchia, come gesto di sfida, ma io invece preferisco pensare che lui, per me, sia stato l’equivalente del coiote per Homer Simpson. Nel bel mezzo di un crollo di volontà psicologica, quando l’unico desiderio era quello di arrivare a casa per fumare una sigaretta, ecco che mi appare lui, il mio runner guida, che come ogni visione misitica che si rispetti aveva un messaggio per me. Illuminato da un lampione, ecco si palesa, è proprio li sulla schiena della maglia che porta. L’elenco di tutte le maratone a cui lui aveva partecipato e a cui io, forse un giorno, potrò aspirare a fare.
Come d’incanto, dopo aver letto la missiva, ecco che come è apparso sparisce di nuovo. In realtà mi sono accorto che aveva attraversato la strada per fermarsi a salutare una ragazza con un cane, e questo mi ha un po’ fatto scendere la poesia, ma mi ha anche rincuorato che non stavo diventando matto. Ciò nonstante mi ha spronato a finire il giro che mi ero prefissato.
Domenica invece appuntamento con il lungo, anche se visto i lunghi che fanno gli altri due i miei sono più dei riscaldamenti, e con mio fratello. Stavolta abbiamo optato per andare a correre all’idroscalo. Non sapevo, ma tutto attorno al bacino corre un percorso che misura 6 km, con regolari cartelli ogni 200m.
Essendo fuori Milano l’aria è decisamente più respirabile, anche perché è all’interno di un parco, ma questo ha anche una controindicazione. La temperatura. Se a Milano alle 9.30 del mattino il termometro della macchina indicava 4.5 gradi, arrivati li, ne indicava 3 e si sentivano tutti e tre! Qui il mio runner guida che mi spronava era mio fratello che ha cercato di farmi superare i miei limiti, e devo dargli atto che è riuscito per la prima volta a farmi superare lo scoglio dei 5 km, facendomi avvicinare alla soglia dei 7. Sull’onda dell’entusiasmo, ora mi sembra tutto più fattibile, soprattutto i miei temuti 10 km della maratona. Spero di non avere ricadute, ma sono tranquillo perché so che nel caso, LUI mi verrà in aiuto.
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